Iraq, raid Usa su Ramad. Washington ammette: una battuta d'arresto nella guerra contro l'Isil

Otto raid aerei, soltanto nelle ultime 24 ore. La coalizione internazionale intensifica le operazioni per riprendere il controllo di Ramadi, caduta domenica nelle mani dell’Isil. Massiccio il dispiegamento delle forze di terra, su cui lavora in queste ore Baghdad, che ha accettato il contributo delle milizie sciite.
Dopo un iniziale tentennamento, Washington, ha definito la perdita di Ramadi una battuta di arresto.
“Stiamo supportando le truppe irachene” ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca “con raid aerei mirati. I nostri aerei cercano le basi dell’Isil. Continueremo fin quando non avremo ripreso Ramadi”.
A preoccupare Washington, in queste ore, però, non è soltanto l’avanzata dell’Isil, ma anche il ruolo dell’Iran nella regione. In un incontro tenutosi lunedi a Baghdad con il governo iracheno, il ministro della difesa iraniano ha espresso la piena disponibilità del Governo di Teheran alla causa irachena. Non proprio una novità. L’estate scorsa Teheran, avrebbe, secondo fonti statunitensi, avviato raid aerei sull’Iraq per liberare Trikit dall’Isil.
Cresce, intanto, il numero dei profughi che da Ramadi sarebbero in viaggio verso Baghdad. In appena 4 giorni circa 25.000 persone si sarebbero messe in marcia verso la capitale.