Cosa rischia l'Europa con la vittoria degli euroscettici

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Non dovrebbero ottenere più di un quarto dei seggi del nuovo Parlamento Ue, abbastanza comunque per formare un nuovo gruppo politico. Il fronte degli euroscettici, che avvicina Francia- Italia- Ungheria-Paesi Bassi Finlandia e Austria in nome del ritorno alla piena sovranità nazionale, spaventa Bruxelles. Non tanto per gli esiti catastrofici sulla tenuta del progetto comunitario, quanto per un più probabile e minaccioso rischio paralisi della futura attività istituzionale.

Un freno per un’istituzione che dovrebbe invece poter contare su una straordinaria accelerazione della propria attivitià al fine di consolidare l’uscita dalla crisi economica. Una crisi i cui effetti sono ancora tangibili in moltissimi paesi europei.

Tra i dossier più caldi della prossima legislatura a rischiare lo stop c‘è l’accordo per l’area di libero scambio Ue-Usa, sul quale Marine Le Pen ha annunciato una dura battaglia in nome del ritorno a discussioni a livello nazionale. Un trattato che ha già sollevato diverse critiche per la poca chiarezza su clausole, contenuti ed effetti per i 28 paesi membri, ma la cui bocciatura potrebbe essere strumentalizzata per indebolire la logica dello stesso mercato interno europeo. Per quanto osteggiati da sempre dalla Germania, l’arrivo in massa degli euroscettici archivierebbe per sempre una qualunque ipotesi d’introduzione degli eurobond.

Ma non basta. Nei prossimi cinque anni in nome della guerra agli sprechi e del risparmio nazionale, Bruxelles potrebbe veder diminuire sensibilmente il proprio bilancio annuale. Questo significherebbe la fine di alcuni importanti programmi comunitari. Primo l’Erasmus. Al centro della battaglia politica dell’asse Le Pen, Wilders, Farage sicuramente l’immigrazione. E’ probabile dunque che anche nei prossimi cinque anni non si faranno passi avanti verso la realizzazione della politica estera e di difesa comune, con conseguenze negative sulla possibilità di gestione dei flussi migratori a livello comunitario. Con buona pace per Italia, Grecia, Spagna e Malta, che da anni lamentano di essere lasciati soli a gestire l’arrivo dei flussi dal Mediterraneo.

Il rischio paralisi è tanto più alto quanto più è eterogenea la compagine euroscettica che si appresta ad arrivare a Bruxelles. Il movimento Cinque Stelle ad esempio dovrà scegliere se e in quale gruppo politico entrare, pena la marginalizzazione della propria presenza in aula.

Par Arianna Sgammotta

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