Cina, Hu Jintao: "È l'ora della lotta alla corruzione"

Cina, Hu Jintao: "È l'ora della lotta alla corruzione"
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È il congresso dell’avvicendamento. La vecchia leadership lascia il posto alla nuova ma non senza dettare agenda e priorità. A far tremare sugli scranni i vertici del Partito comunista cinese, il grido d’allarme del presidente uscente, Hu Jintao. Per l’uomo che ha trasformato la Cina nella seconda potenza economica al mondo, la vera necessità, ora, è la lotta alla corruzione dilagante. Svelata da troppi scandali, rappresenta il tarlo che rischia di provocare il crollo dello Stato e la fine del Partito.

Parole chiare, previsioni fosche dette da chi ha creato la locomotiva cinese puntando sulle esportazioni e ora intende superare la crisi valorizzando invece la domanda interna.Ma bisogna fare i conti con la nuova società cinese. I trent’anni di crescita a oltre il 10% del Prodotto interno lordo hanno finito per creare un’elite di straricchi a fronte della massa di poveri, 169 milioni, che vivono con meno di un dollaro al giorno.

Il governo è corso ai ripari con un piano per l’inclusione sociale da oltre 50 miliardi di euro, allargando anche l’accesso alle cure mediche nelle zone rurali. Sforzi vanificati, agli occhi dell’opinione pubblica, dagli scandali che hanno colpito a ripetizione personaggi di primo piano del Partito. I sussidi dati a contadini stonano con con le ricchezze accumulate dall’astro nascente della politica cinese Bo Xilai accusato di corruzione, abuso di potere, implicato nell’oscuro omicidio, per mano della moglie, di un uomo d’affari britannico.

Un scandalo senza precedenti, superato poco dopo, dalle rivelazioni della stampa statunitense sul tesoretto del premier Wen Jiabao, che amava ricordare nei discorsi pubblici le umili origini contadine salvo poi, intestare a madre e figli un patrimonio che supererebbe i 2 miliardi di euro. La miccia dell’indignazione si è accesa nell’opinione pubblica cinese. Soprattutto in campo ambientale e fa scuola la grande protesta di piazza a Ningbo,nel sud est della Cina. Il piano di espansione della locale fabbrica petrolchimica ha scatenato la rivolta dei cittadini, pretedono ora trasparenza e pubbliche analisi dell’impatto sulla salute. Recuperare autorevolezza, è solo una delle sfide aperte per la nuova gerarchia del Partito che si appresta ora a raccogliere le redini del Paese.

Lotta alla povertà e alla corruzione, due facce della stessa medaglia

Cosa sappiamo sul nuovo segretario generale del Partito comunista cinese?
Quali saranno le sue priorità? Siamo ad un punto di svolta politico? Il primo giorno del Congresso del Partito comunista a Pechino, euronews ha incontrato Roderic Wye, del Centro studi britannico Chatman House:

Ali Sheiholislami, euronews:
“L’aumento del divario tra ricchi e poveri in Cina, va di pari passo con il moltiplicarsi delle contraddizioni sociali. Ma il tema dell’armonia ha aperto questa prima giornata di Congresso, è una convenzione o si tratta veramente di un tema aperto per la leadership cinese?

Roderic Wye, analista:
“Penso che sia un concetto preso molto sul serio. Hu Jintao e Wen Jiabao hanno sempre molto enfatizzato il tema della povertà, mettendo in evidenza il numero delle persone salvate dalla povertà negli ultimi dieci anni, sull’estensione delle tutele sociali. Ma allo stesso tempo il divario tra ricchi e poveri si è allargato e ne temono gli effetti nel Paese.Ci sono forti perplessità sul futuro della crescita economica in Cina: la situazione generale non induce all’ottimismo e lo scontento è in aumento nel Paese”.

euronews:
“Cosa ne pensa del percorso di Xi Jinping? Cosa lo ha favorito per questa nomina?”

Why:
“Ci sono molte speculazioni sullo stile che il nuovo segretario generale adotterà.
È il figlio di un famoso rivoluzionario, si è fatto le ossa con incarichi importanti nelle province, soprattutto sulla costa orientale cinese, che si è sviluppata rapidamente. Cinque anni fa, all’epoca dell’ultimo congresso, è stato eletto nel comitato direttivo del Politburo. E già allora fu subito chiaro che sarebbe stato un candidato molto forte per il posto di leader. Questi cinque anni hanno rappresentato un periodo di formazione. Sono stati per lui una fase di preparazione al nuovo compito e per il resto del mondo un tempo utile alla transizione”.

euronews:
“Il presidente Hu Jintao ha affermato che la corruzione va affrontata, altrimenti sarà fatale al Partito comunista. Ma questo non è stato detto anche dieci anni fa? È cambiato qualcosa?”

Why:
“Hanno usato questa formula già altre volte riguardo alla serietà della minaccia della corruzione. Certo, il recente caso di Bo Xi Lai con le pesanti accuse che lo riguardano hanno confermato questi rischi.
Ciò che la leadership sta facendo, secondo me, è accettare proprio che la corruzione sia un problema molto serio per la Cina ma che il caso di Bo Xilai è isolato, che ci sia un solo caso che riguarda i vertici del Partito. Ma i fatti hanno dimostrato che non è così, anche l’ex ministro dei Trasporti è stato espulso dal Partito per problemi simili e questo rappresenta ancora un problema diffuso nella gestione del potere in Cina”.

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