L'esito del voto significa che la legge in vigore è ora sospesa
Domenica gli sloveni hanno bocciato, con un referendum, la legge che consentiva ai malati terminali di porre fine alla propria vita, secondo i risultati preliminari diffusi dalle autorità elettorali.
Con il conteggio quasi completo, circa il 53 per cento ha votato contro la legge, mentre circa il 46 per cento l'ha sostenuta. I voti contrari hanno rappresentato oltre il 20 per cednto dei 1,7 milioni di aventi diritto in Slovenia, come richiesto dalle regole referendarie.
L'affluenza è stata di quasi il 41 per cento, ha precisato la Commissione elettorale di Stato.
Un referendum consultivo aveva sostenuto la legge l'anno scorso
"Ha vinto la compassione", ha dichiarato Ales Primc, attivista conservatore che ha guidato la campagna contro la morte assistita. "La Slovenia ha respinto la riforma sanitaria, pensionistica e sociale del governo basata sulla morte per avvelenamento".
Il parlamento del piccolo Paese dell'Unione europea ha approvato la legge a luglio, dopo che gli elettori l'avevano sostenuta in un referendum consultivo lo scorso anno. Primc e altri oppositori, però, hanno imposto un nuovo voto su questo tema divisivo dopo aver raccolto oltre 40mila firme.
Il risultato di domenica significa che la legge esistente è ora sospesa. I sostenitori della morte assistita si sono detti delusi, ma convinti che in futuro verrà approvata una nuova normativa.
Il primo ministro Robert Golob ha dichiarato in un comunicato che, sebbene l'attuale proposta sia stata respinta, la "sfida che stiamo affrontando resta". "Non è una questione politica, è sempre stata una questione di dignità, diritti umani e scelta individuale", ha aggiunto.
Cosa prevedeva la legge sul fine vita in Slovenia
La legge prevedeva che le persone pienamente capaci di intendere e di volere, senza possibilità di guarigione o alle prese con un dolore insopportabile, avessero diritto alla morte assistita. Ciò significava che i pazienti avrebbero somministrato da soli il farmaco letale, dopo l'approvazione di due medici e un periodo di consultazione.
La legge non si applicava alle persone con malattie mentali.
I sostenitori, tra cui il governo liberale di Golob, hanno sostenuto che la legge offre alle persone la possibilità di morire con dignità e di decidere da sole come e quando porre fine alla sofferenza.
Tra gli oppositori figuravano gruppi conservatori, alcune associazioni di medici e la Chiesa cattolica. Hanno sostenuto che la legge viola la Costituzione slovena e che lo Stato dovrebbe invece impegnarsi a garantire cure palliative migliori.
La presidente Natasa Pirc Musar, votando domenica, ha detto che è "estremamente importante" che i cittadini vadano alle urne "non solo quando ci sono elezioni parlamentari o presidenziali". "È giusto che, come individui, diciamo cosa pensiamo su un determinato tema", ha aggiunto. "È giusto dire ai politici ciò che riteniamo giusto e ciò che riteniamo sbagliato".
Diversi altri Paesi dell'Ue hanno già approvato leggi simili, tra cui l'Austria, Paese confinante con la Slovenia.