La Russia nega di aver compiuto deportazione di bambini ucraini, respinge ogni accusa di crimini di guerra e attacchi alle infrastrutture civili e considera la decisione della Corte penale internazionale "oltraggiosa e inaccettabile"
"Putin deve soltanto fare un passo fuori dalla Russia e si troverà a utilizzare la carta igienica della prigione dell'Aia. Se credo davvero che Putin si farà arrestare? Un fatto è certo: da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale. È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui".
Lo dice, in un'intervista a La Repubblica, l'ex procuratrice dell'Aia, Carla Del Ponte, protagonista del processo a Slobodan Milosevic.
"Putin vuole sradicare l'identità di un popolo e quindi deve risponderne penalmente", aggiunge l'ex procuratrice.
"Decisione storica"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha elogiato la Corte penale internazionale, che ha sede a L'Aia (Paesi Bassi), per aver emesso venerdì un mandato d'arresto per Vladimir Putin, definendola una "decisione storica".
Tratta di bambini ucraini
La Corte penale internazionale ha emesso il mandato di arresto per il presidente russo con l'accusa di crimini di guerra per la deportazione forzata in Russia di bambini ucraini dalle aree conquistate durante la guerra in Ucraina.
Un'inchiesta del network di giornalismo investigativo dell'Ebu (European Broadcasting Union) rivela che molti di questi bambini, provenienti dal Donbass, appartengono a una famiglia e sono stati portati in Russia con l'inganno o senza il loro consenso.
Un altro mandato di arresto è stato emesso dalla Corte penale internazionale per Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissario per i diritti dei bambini presso l'ufficio del presidente della Federazione Russa, per accuse simili.
Gli Stati Uniti, da parte loro, "non hanno dubbi" sul fatto che la Russia stia commettendo crimini di guerra in Ucraina e sostengono che i dirigenti russi siano "responsabili".
Anche L'Unione europea ha accolto con favore il mandato d'arresto della Corte penale internazionale.
Mosca: "Decisione che non vale nulla"
La Russia nega di aver commesso tali crimini, respinge ogni accusa di atrocità e attacchi alle infrastrutture civili e considera la decisione della Corte "oltraggiosa e inaccettabile".
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha osservato che la Russia non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale e considera "qualsiasi decisione nulla dal punto di vista della legge".
Euronews racconta: dove sono i bambini ucraini dispersi?
Servizio del 14 febbraio 2023.