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Il ridimensionamento dell'esercito ucraino "aprirebbe la strada all'inferno", dice l'ex ministro degli Esteri ucraino Kuleba a Euronews

L'ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba
L'ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba Diritti d'autore  Efrem Lukatsky/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Efrem Lukatsky/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Mared Gwyn Jones
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Kuleba respinge l’ipotesi di limitare l’esercito ucraino nei negoziati con Mosca: "Sarebbe un’umiliazione e ci renderebbe vulnerabili". Critiche al piano Usa-Russia

La prospettiva di ridurre le dimensioni delle forze armate ucraine come parte di un accordo di pace con la Russia rappresenterebbe "un’umiliazione" per Kiev e un grave rischio per la sicurezza nazionale. Lo ha dichiarato l’ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba durante l’intervista rilasciata al programma “12 minutes with” di Euronews.

"Se si stabilisce un tetto massimo per l’esercito, è un chiaro messaggio che una potenza straniera umilia il tuo esercito, la tua nazione", ha affermato. "Ci spianeremo la strada verso l’inferno con la buona intenzione di soddisfare i russi. La riduzione dell’esercito è l’esempio più evidente di questo sforzo".

Il piano in 28 punti scritto dal Cremlino

Negli ultimi giorni i tentativi diplomatici di disegnare un accordo di pace hanno subito un’accelerazione, dopo che Washington ha presentato al presidente Volodymyr Zelensky un quadro in 28 punti. È emerso però che la bozza era stata originariamente redatta dal Cremlino.

Secondo la proposta iniziale russo-statunitense, l’Ucraina avrebbe dovuto limitare il proprio esercito a 600.000 effettivi, contro quasi 1 milione attualmente in servizio, come ricordato da Zelensky.

Una controproposta europea - circolata informalmente durante i colloqui di Ginevra - suggeriva un limite più alto, pari a 800.000 soldati in tempo di pace. Si trattava tuttavia di una posizione non ufficiale, e già nella giornata di mercoledì i funzionari Ue hanno preso le distanze dall’idea. La responsabile della politica estera, Kaja Kallas, ha dichiarato che un accordo dovrebbe semmai limitare l’esercito russo, non quello ucraino.

Garanzie di sicurezza e ruolo dell’Europa

Gli alleati occidentali della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” ribadiscono da tempo che un esercito ucraino forte è la migliore garanzia contro nuove aggressioni. Negli ultimi mesi l’attenzione si è spostata sulla costruzione di capacità militari autonome, riducendo la dipendenza da truppe straniere.

Fra le ipotesi ancora sul tavolo c’è quella di garantire a Kiev un sistema di protezione simile all’articolo 5 della Nato - che considera un attacco a un alleato come un attacco a tutti - senza però concedere all’Ucraina la piena adesione all’Alleanza.

Kuleba ha criticato l’incertezza europea: "Non è imbarazzante che, a quasi quattro anni dall’inizio della guerra, i leader europei saltino ancora da un’idea all’altra? Dalle forze di pace alle forze di rassicurazione, dal rafforzamento dell’esercito ucraino a qualcosa di simile all’Articolo 5? Con questo ritmo di decisioni non ci sono bei tempi per l’Europa".

"La spinta verso un accordo è già crollata"

Secondo Kuleba, il percorso verso un accordo di pace ha già subito un duro colpo: "La spinta è crollata", ha detto, attribuendo la responsabilità alla "gestione aggressiva ed erratica" del piano da parte di Washington e alle telefonate trapelate tra emissari statunitensi e russi, che hanno rivelato la vera origine della proposta.

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