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Von der Leyen al G7: “Un nuovo shock cinese minaccia l’economia globale”

Donald Trump e Ursula von der Leyen al vertice del G7 in Canada
Donald Trump e Ursula von der Leyen al vertice del G7 in Canada Diritti d'autore  European Union, 2025.
Diritti d'autore European Union, 2025.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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La presidente della Commissione europea accusa Pechino di coercizione commerciale e dumping sui mercati globali. Appello a un fronte unito del G7 contro il dominio cinese, tra richiami all’agenda di Trump e tensioni sui dazi

Ursula von der Leyen ha approfittato della sua partecipazione al vertice del G7 a Kananaskis, in Canada, per mettere in guardia contro un "nuovo shock cinese" e accusare Pechino di perpetuare quello che ha definito un "modello di dominio, dipendenza e ricatto" nei confronti dei suoi partner commerciali, usando un linguaggio che sembra strizzare l’occhio all’agenda di Donald Trump.

La Cina detiene una posizione quasi monopolistica sulle cosiddette terre rare, 17 elementi metallici fondamentali per le tecnologie avanzate. Il Paese controlla circa il 60 per cento dell’offerta mondiale e il 90 per cento della capacità di lavorazione e raffinazione.

"La Cina sta usando questo quasi-monopolio non solo come merce di scambio, ma anche come arma per indebolire i concorrenti in settori chiave", ha dichiarato la presidente della Commissione europea durante una delle sessioni tematiche del vertice.

"Siamo tutti testimoni dei costi e delle conseguenze della coercizione cinese attraverso le restrizioni alle esportazioni", ha aggiunto von der Leyen, facendo riferimento alla recente decisione di Pechino di limitare la vendita di sette tipi di minerali rari - una mossa definita "allarmante" da Bruxelles.

La misura è stata una risposta ai dazi imposti da Trump, che hanno innescato una rapida escalation di contro-misure tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, la scorsa settimana, i due Paesi hanno annunciato una tregua volta a ridurre i dazi crescenti e ad allentare le restrizioni commerciali.

Trump: le relazioni con la Cina sono eccellenti

Lunedì, però, von der Leyen ha cercato di sfruttare la rivalità tra Stati Uniti e Cina per sostenere la necessità di un fronte "unito" del G7, volto a contrastare il dominio di Pechino attraverso una “rete alternativa di fornitori affidabili” e nuovi investimenti nell’estrazione e nella raffinazione.

"Anche se ci sono segnali che la Cina possa allentare le sue restrizioni, la minaccia resta. Ma ci sono anche altre distorsioni. Stiamo assistendo a un nuovo ‘shock cinese’", ha affermato. "Una risposta comune del G7 rafforza la nostra influenza, facendo pressione sulla Cina affinché si assuma maggiori responsabilità per l’impatto del suo modello di crescita a guida statale".

I leader del G7 in Canada, giugno 2025
I leader del G7 in Canada, giugno 2025 European Union

Von der Leyen ha anche accusato la Cina di inondare i mercati globali con una "sovraccapacità sovvenzionata che il suo stesso mercato non è in grado di assorbire", citando il caso dei veicoli elettrici cinesi che, secondo Bruxelles, sarebbero artificialmente a basso costo.

Durante un’altra sessione del vertice, la presidente della Commissione europea è andata oltre, affermando che l’origine del "più grande problema collettivo" del commercio globale risale all’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) nel 2001.

L’adesione della Cina all’Omc è stata controversa, perché ha aperto i mercati internazionali alla produzione su larga scala di esportazioni a basso costo. Tale ingresso è associato al primo “shock cinese” e al conseguente declino dei posti di lavoro nel settore manifatturiero, sia in Europa che negli Stati Uniti.

"La Cina si definisce ancora un Paese in via di sviluppo. Non può essere così. Ha ampiamente dimostrato di non voler rispettare le regole del sistema internazionale", ha dichiarato von der Leyen.

"Mentre altri hanno aperto i loro mercati, la Cina si è concentrata sullo smantellamento delle tutele della proprietà intellettuale e sull’erogazione di massicci sussidi, con l’obiettivo di dominare la produzione globale e le catene di approvvigionamento", ha proseguito. "Questa non è concorrenza di mercato, è una distorsione deliberata".

Una scadenza incombente

La linea dura di von der Leyen richiama molte delle critiche avanzate dall’amministrazione Trump, determinata a frenare l’ascesa della Cina come superpotenza economica e a rilanciare i posti di lavoro manifatturieri strategici. Una posizione che frena anche le speculazioni su un possibile riavvicinamento tra Ue e Cina, in vista del vertice bilaterale previsto per fine luglio.

I suoi interventi sono stati costellati di riferimenti diretti a Trump, anche quest'ultimo presente al vertice sebbene abbia lasciato il Canada con un giorno d’anticipo a causa dell’escalation militare tra Israele e Iran.

"Donald ha ragione: c’è un problema serio", ha detto von der Leyen, riferendosi alla Cina.

Nelle settimane successive all’insediamento di Trump, la presidente della Commissione e il suo team hanno faticato a instaurare un dialogo diretto con la Casa Bianca, alimentando l’allarme a Bruxelles per le posizioni radicali dell’amministrazione su Russia, Ucraina, Groenlandia e Medio Oriente.

Le cosiddette “tariffe reciproche” introdotte da Trump all’inizio di aprile hanno aperto una finestra di 90 giorni per trovare un accordo commerciale tra Ue e Stati Uniti e hanno portato alla tanto attesa telefonata tra i due leader, durante la quale è stato deciso di accelerare i negoziati.

Tuttavia, i colloqui sembrano segnati da forti divergenze e, finora, hanno prodotto progressi limitati in vista della scadenza del 9 luglio. Funzionari dell’amministrazione Trump hanno suggerito che la data potrebbe slittare per dare più tempo alle trattative.

"Per quanto riguarda il commercio, abbiamo dato istruzioni ai nostri team di accelerare il lavoro per raggiungere un accordo buono ed equo", ha scritto von der Leyen sui social media, accanto a una foto insieme a Trump. "Diamoci da fare".

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