L'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue avverte sui rischi di escalation, esclude il sostegno a un’azione armata americana e rilancia il tetto al prezzo del petrolio russo: “Dobbiamo agire, anche da soli”
Un eventuale coinvolgimento militare degli Stati Uniti nell’escalation tra Israele e Iran "trascinerebbe sicuramente" l'intero Medio Oriente in un conflitto più ampio e pericoloso, ha dichiarato l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue Kaja Kallas.
L’avvertimento è arrivato dopo che Donald Trump ha apertamente suggerito che il suo Paese, convinto sostenitore di Israele, potrebbe adottare un approccio pratico per porre fine alle ostilità.
"Non siamo coinvolti. È possibile che lo saremo. Ma al momento non lo siamo", ha dichiarato domenica Trump alla ABC News. In seguito ha affermato che gli Stati Uniti si sarebbero "tolti i guanti" se l’Iran avesse "toccato le nostre truppe".
Kallas: l'Ue non sosterrà intervento armato da parte degli Usa
Martedì, Kallas ha chiarito che l’Unione europea non sosterrà un intervento armato da parte degli Stati Uniti.
"Quando gli Stati Uniti saranno coinvolti, trascineranno sicuramente la regione in un conflitto più ampio. E questo non è nell’interesse di nessuno", ha detto Kallas a Bruxelles, dopo aver ospitato una videoconferenza con i 27 ministri degli Affari Esteri dell’Ue.
"E dalla mia telefonata con il Segretario di Stato Rubio, è emerso che anche per loro non è nell’interesse essere trascinati in questo conflitto", ha aggiunto, riferendosi alla conversazione avuta lunedì con il suo omologo statunitense.
"Stiamo costantemente lavorando per fermare questa guerra, perché i rischi di escalation e le conseguenze potenziali sono troppo grandi. Inoltre, i rischi di errori di calcolo stanno rendendo il conflitto ancora più pericoloso".
Kallas si è espressa anche sull’obiettivo dichiarato da Trump di volere una "vera fine" del conflitto, che vedrebbe l’Iran rinunciare "completamente" al suo programma nucleare. I commenti sembrano in contrasto con la posizione da tempo sostenuta dall’Ue, che punta a impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari, consentendo al contempo usi civili.
"Stiamo cercando qualcosa di più di un cessate il fuoco", ha detto Trump dopo aver lasciato in anticipo il vertice del G7 in Canada. "Una vera fine. Non un cessate il fuoco. Una fine".
Il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) del 2015, noto anche come accordo sul nucleare iraniano, era stato concepito per limitare il programma nucleare del Paese e mantenerlo esclusivamente pacifico, in cambio di una riduzione delle sanzioni. Ma dopo che Trump ha disconosciuto l’accordo nel suo primo mandato, l’Iran ha iniziato ad arricchire uranio a livelli che sembrano superare qualsiasi scopo civile, generando allarme e condanna a livello mondiale.
La scorsa settimana, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha rilevato che l’Iran, per la prima volta in vent’anni, non rispetta gli obblighi di non proliferazione.
"Una soluzione diplomatica è il modo migliore per affrontare il programma iraniano nel lungo periodo, e l’Europa è pronta a fare la sua parte", ha dichiarato Kallas. "Non possiamo essere indulgenti quando l’Iran accelera il suo programma nucleare".
Il ruolo dell'Ue in Medio Oriente
Dopo la videochiamata con i ministri degli Esteri, Kallas ha ribadito i suoi appelli alla massima moderazione e a un’immediata de-escalation, senza introdurre nuovi elementi che possano ampliare il ruolo, finora limitato, dell’Ue nel conflitto tra Israele e Iran.
Finora, gli europei sono rimasti in gran parte ai margini politici dell’escalation.
Lo sviluppo più concreto è stato l’attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Ue, utilizzato per coordinare l’assistenza di emergenza in caso di disastri naturali - come incendi e inondazioni - e di crisi provocate dall’uomo, come le guerre.
"Abbiamo attivato il Meccanismo di protezione civile e stiamo assistendo gli Stati membri nell’evacuazione dei loro cittadini che desiderano partire", ha dichiarato Kallas, sottolineando che non tutti i Paesi dell’Ue dispongono degli aerei necessari per effettuare le evacuazioni.
"Parallelamente, siamo pronti a dispiegare esperti di protezione civile, e la nostra operazione navale Aspides (nel Mar Rosso) continua a proteggere le navi mercantili dagli attacchi degli Houthi, fornendo al contempo una preziosa conoscenza della situazione".
Kallas ha affermato che l’Ue non "perderà di vista Gaza" e ha sollecitato un accesso "immediato" e "completo" agli aiuti umanitari, che Israele ha pesantemente limitato. Tuttavia, si è astenuta dal fornire dettagli sulla revisione in corso dell’Accordo di associazione Ue-Israele e su come gli attacchi contro l’Iran possano influenzare le discussioni.
Il piano dell'Ue di abbassare il tetto del prezzo del greggio russo
Durante la conferenza stampa, i giornalisti hanno chiesto a Kallas se le turbolenze del mercato causate dal conflitto in Medio Oriente potrebbero far deragliare il piano dell’Ue di abbassare il tetto del prezzo del greggio russo trasportato via mare da 60 a 45 dollari al barile.
Il tetto al prezzo è una misura innovativa stabilita dagli alleati del G7 per ridurre una fonte cruciale di entrate che finanzia la guerra della Russia contro l’Ucraina. La scorsa settimana, la Commissione europea ha proposto formalmente una revisione al ribasso per esercitare maggiore pressione sul Cremlino. La proposta, però, non ha ancora ricevuto il sostegno degli Stati Uniti.
Alcuni diplomatici a Bruxelles hanno suggerito che, in mancanza di un accordo, la revisione del tetto massimo potrebbe essere accantonata, per concentrarsi su altri elementi del 18esimo pacchetto di sanzioni. Ma Kallas ritiene che il blocco debba andare avanti da solo.
"Penso che dovremmo procedere con l’abbassamento del tetto del prezzo del petrolio, soprattutto a causa delle tensioni in Medio Oriente", ha dichiarato, avvertendo che se il conflitto farà salire ulteriormente i prezzi globali, la Russia ne trarrà beneficio.
"Questo significa che (saranno) in grado di finanziare nuovamente la loro macchina da guerra su scala maggiore. Quindi dobbiamo assolutamente andare avanti con l’abbassamento del tetto al prezzo del petrolio".
L’Alta rappresentante ha infine respinto la proposta della Russia di svolgere il ruolo di mediatore nel conflitto tra Israele e Iran, sostenendo che l’invasione dell’Ucraina ne compromette la credibilità. "La Russia non può essere un mediatore se non crede veramente nella pace", ha detto.