L'Eastern Flank Watch è uno dei quattro progetti faro avanzati dalla Commissione europea per potenziare la difesa europea. La proposta, tuttavia, non è ancora stata approvata dai leader europei
I leader degli Stati membri della frontiera orientale dell'Ue hanno chiesto martedì di "dare priorità" ai fondi europei destinati al progetto Eastern Flank Watch, sostenendo di essere "in prima linea" rispetto alla minaccia posta dalla Russia.
In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo un vertice a Helsinki, i leader di Svezia, Finlandia, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania e Bulgaria hanno affermato che, poiché la Russia rappresenta la "minaccia più significativa, diretta e a lungo termine" per la sicurezza europea, occorre "dare immediatamente priorità al fianco orientale dell'Ue attraverso un approccio operativo coordinato e multidominio".
L'osservazione del fianco orientale è uno dei quattro progetti faro che lo scorso ottobre la Commissione europea ha proposto di finanziare con urgenza, nell'ambito della tabella di marcia per il rafforzamento della difesa entro il 2030. Tra questi figurano anche l'Iniziativa europea sui droni e lo Scudo spaziale europeo.
Nella sua proposta, l'esecutivo dell'Ue ha affermato che il progetto faro mira a rafforzare la capacità degli Stati orientali di affrontare un'ampia gamma di minacce, tra cui operazioni ibride, incursioni di droni, flotta ombra russa e rischio di aggressioni armate.
La proposta prevede che l'Eastern Flank Watch venga etichettato come Progetto di Difesa Europeo di Interesse Comune, il che gli garantirebbe l'accesso a maggiori finanziamenti da parte dell'Ue e un'accelerazione della pianificazione e dell'autorizzazione.
La proposta, tuttavia, non include alcun dettaglio sull'aspetto o sul costo del progetto e i leader dei 27 non hanno ancora approvato la tabella di marcia, anche se si prevede che lo faranno durante il vertice di giovedì a Bruxelles.
Il rafforzamento del confine orientale come parte degli investimenti nella Difesa europea
La tabella di marcia fa parte di una serie di pacchetti che la Commissione ha presentato per dare impulso alla produzione e alle acquisizioni della difesa europea entro la fine del decennio, dopo aver avvertito che Mosca potrebbe cercare di mettere alla prova l'articolo 5 della Nato nei prossimi quattro o cinque anni.
Tra le misure proposte figurano la concessione agli Stati membri di una maggiore flessibilità fiscale per le spese di difesa, la creazione di un sistema di prestiti per la difesa e la semplificazione delle regole per le aziende del settore.
"L'aumento della difesa europea non avverrà o continuerà se noi, come Stati al confine orientale dell'Ue, non faremo sentire la nostra voce e non spiegheremo le nostre realtà", ha dichiarato il primo ministro finlandese, Petteri Orpo, ai giornalisti dopo l'incontro di martedì.
"Sono lieto di annunciare che la Finlandia è pronta ad assumere il ruolo di nazione guida, insieme alla Polonia, dell'Osservatorio del fianco orientale. Voglio sottolineare che tutti gli Stati membri dell'Ue sono invitati a partecipare", ha aggiunto.
Gli otto Paesi si sono impegnati a portare avanti il lavoro a livello tecnico "per creare misure concrete" e dettagliare cosa comporterà il progetto faro, ha aggiunto Orpo.
Per il momento, la dichiarazione si limita ad affermare che la Eastern Flank Watch dovrebbe necessariamente includere capacità di combattimento a terra, difesa con i droni, difesa aerea e missilistica, protezione dei confini e delle infrastrutture critiche, mobilità e contro-mobilità militare e strumenti strategici.
Il documento afferma inoltre che richiederebbe "un ampio sostegno e impegno da parte dell'Ue e l'uso di diversi strumenti dell'Ue", tra cui il programma europeo per l'industria della difesa, recentemente adottato, per un valore di 1,5 miliardi di euro.
Ma i leader del fianco orientale hanno anche chiesto una parte dei fondi dal prossimo bilancio pluriennale del blocco. Il prossimo bilancio pluriennale, previsto per il 2028, potrebbe vedere stanziati 131 miliardi di euro per la difesa - un aumento di cinque volte rispetto alla dotazione precedente.
"Uno degli obiettivi" di questo nuovo formato, ha dichiarato il primo ministro polacco Donald Tusk, è quello di "utilizzare in modo efficace i fondi e il denaro dell'Ue", con gli otto Paesi pronti anche a utilizzare "la pressione politica e le argomentazioni dure e unitarie" per negoziare con i loro omologhi europei.
"La comprensione delle necessità in questa parte del mondo è abbastanza comune", ha aggiunto Tusk. "Siamo molto pragmatici. Sono assolutamente certo che per la nostra sicurezza, non solo per il mio Paese, ma per tutti noi, questo formato e il nostro lavoro comune sono assolutamente cruciali e possono essere un modello per altri Paesi".