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Ue propone nuove sanzioni contro la Russia: nel mirino petrolio, banche, Nord Stream e flotta ombra

Il presidente russo Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin Diritti d'autore  Alexander Kazakov/Sputnik
Diritti d'autore Alexander Kazakov/Sputnik
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'ultima proposta di sanzioni da parte dell'Ue precede il vertice dei leader del G7, in cui la revisione del tetto del prezzo del petrolio russo sarà uno dei punti principali dell'agenda

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L'Unione europea ha formalmente proposto una nuova serie di sanzioni contro la Russia per spingere il Cremlino ad accettare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni in Ucraina, un passo che gli alleati occidentali considerano una premessa indispensabile per i negoziati di pace.

Se approvato dagli Stati membri, segnerebbe il 18esimo pacchetto di sanzioni dal febbraio 2022, il più grande mai imposto dal blocco.

L'ultima proposta, presentata martedì dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dall'Alto rappresentante per la politica estera Kaja Kallas, amplia la lista nera delle banche russe e delle petroliere della "flotta ombra".

Il piano prevede anche il divieto di utilizzo dei gasdotti Nord Stream, che collegano Russia e Germania. I gasdotti non sono attualmente operativi e Berlino ha escluso la prospettiva di riavviare il transito del gas dopo la fine della guerra.

La proposta di rivedere il tetto del petrolio russo

L'elemento più rilevante del pacchetto proposto è la revisione al ribasso del tetto massimo del prezzo del petrolio russo trasportato via mare, stabilito a livello di G7 nel dicembre 2022.

Il tetto è stato fissato a 60 dollari al barile di greggio e da allora è rimasto invariato, nonostante le ampie fluttuazioni del commercio russo e le prove di elusione. I Paesi nordici e baltici chiedono da tempo una revisione che rifletta le dinamiche del mercato.

Martedì von der Leyen ha proposto un nuovo tetto di 45 dollari al barile.

In teoria, l'Ue potrebbe approvare una nuova legislazione per abbassare il livello del tetto da sola, nel tentativo di comprimere ulteriormente i profitti di Mosca. Tuttavia, farlo senza la partecipazione degli Stati Uniti potrebbe creare una cacofonia e indebolire l'iniziativa, che dovrebbe avere un effetto mondiale.

Finora Donald Trump si è rifiutato di applicare nuove sanzioni contro la Russia, anche se la sua retorica nei confronti di Vladimir Putin è diventata più dura per la lentezza dei negoziati e per la continua raffica di attacchi contro le città ucraine. La posizione di Trump ha spaccato il fronte occidentale, con l'Ue, il Regno Unito e il Canada che procedono con nuove restrizioni mentre Washington fa un passo indietro.

Le tensioni all'interno dell'alleanza emergeranno domenica durante il vertice del G7 in Canada, dove la revisione del tetto dei prezzi sarà uno dei principali punti all'ordine del giorno.

Nel frattempo, i funzionari e i diplomatici dell'Ue insistono nell'esercitare ulteriori pressioni sul Cremlino, indipendentemente dalla linea d'azione scelta dalla Casa Bianca. L'orientamento di Trump, tuttavia, potrebbe influenzare le decisioni di Bruxelles, poiché per approvare il 18esimo pacchetto è necessaria l'unanimità dei 27 Stati membri.

Negli ultimi mesi, Ungheria e Slovacchia hanno inasprito le critiche contro le sanzioni, sostenendo che esse causano più danni all'economia del blocco che a quella della Russia.

All'inizio di quest'anno, l'Ungheria ha minacciato di porre il veto al rinnovo di tutte le sanzioni settoriali, un'esperienza controcorrente che ha spinto i funzionari a iniziare a lavorare su scorciatoie legali, in particolare al fine di proteggere i circa 210 miliardi di euro di beni congelati della Russia.

La scorsa settimana, il parlamento slovacco ha approvato a fatica una risoluzione che esorta il governo a opporsi a ulteriori restrizioni commerciali contro la Russia.

"Se c'è una sanzione che ci danneggia, non la voterò mai", ha dichiarato il primo ministro slovacco Robert Fico dopo il voto in parlamento. "Sono interessato ad essere un attore costruttivo nell'Unione europea, ma non a spese della Slovacchia".

Tuttavia, nonostante i loro discorsi antagonisti, né l'Ungheria né la Slovacchia si sono spinte fino a impedire completamente l'adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni.

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