L'Ue potrà rinnovare le sanzioni contro la Russia dopo che Orbán ha smesso di minacciare il veto. L'Ungheria ha ottenuto garanzie a Bruxelles su transito di gas azero attraverso l'Ucraina
L'Ungheria ha fatto marcia indietro rispetto alla sua minaccia di veto e lunedì ha dato via libera al rinnovo delle sanzioni dell'Ue contro la Russia per altri sei mesi.
Dopo giorni di apprensione a Bruxelles, un compromesso è stato raggiunto questo lunedì nella capitale belga durante la riunione dei ministri degli Esteri.
Diversi diplomatici hanno detto a Euronews che, per placare la minaccia del governo ungherese, è stata presentata una dichiarazione sull'"integrità dell'infrastruttura energetica" e il transito di gas attraverso l'Ucraina per rifornire l'Europa orientale.
Quali sanzioni ha imposto l'Ue alla Russia
Le sanzioni contro la Federazione Russa includono divieti su petrolio, carbone, tecnologia, finanza, beni di lusso, trasporti e trasmissioni radiotelevisive, oltre al congelamento di 210 miliardi di euro di beni della Banca centrale russa.
La loro scadenza era prevista per il 31 gennaio e serviva l'unanimità dei Paesi membri per la proroga. Nei giorni scorsi, tuttavia, l'Ungheria aveva indurito la sua posizione sostenendo che l'insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti suggeriva un ripensamento più ampio della politica europea.
Venerdì scorso, il primo ministro Viktor Orbán ha alzato la posta in gioco facendo un collegamento diretto con una disputa che Ungheria e Slovacchia hanno attualmente con l'Ucraina sul transito del gas russo, che Kiev ha terminato alla fine del 2024.
"Ciò che è chiuso ora, deve essere riaperto. Non è una questione che riguarda l'Ucraina, ma l'Europa, l'Europa centrale", aveva dichiarato Orbán in un'intervista radiofonica.
"Se gli ucraini vogliono essere aiutati, allora riapriamo le vie di transito del gas e permettiamo ai Paesi dell'Europa centrale, compresa l'Ungheria, di ricevere il gas di cui abbiamo bisogno attraverso l'Ucraina", aveva detto il premier ungherese.
I diplomatici di Bruxelles hanno respinto l'argomentazione, criticando la diplomazia "transazionale" dell'Ungheria, che si è ripetuta più volte da quando la Russia ha lanciato l'invasione dell'Ucraina.
L'Ungheria, tuttavia, non aveva mai minacciato di far deragliare l'intero regime di sanzioni faticosamente costruito in 15 diversi pacchetti.
L'Ucraina si è offerta di fare passare gas dell'Azerbaigian verso l'Europa
"Le minacce vengono prese sul serio", aveva dichiarato venerdì un diplomatico, dopo che una riunione degli ambasciatori dell'Ue non era riuscita a trovare una soluzione.
Durante il fine settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha offerto segnali di compromesso dando disponibilità a consentire il transito del gas azero attraverso il suo Paese, ipotesi esclusa in precedenza.
"Il gas c'è, le vie di approvvigionamento dall'Azerbaigian ci sono. La chiave è avere la volontà politica di lavorare per il proprio popolo, non con Mosca per qualche oscuro vantaggio, come fanno alcuni personaggi dell'Europa orientale", ha dichiarato sabato Zelensky con la presidente moldava, Maia Sandu, durante una conferenza stampa.
In quanto Paesi senza sbocco sul mare, l'Ungheria e la Slovacchia hanno spinto molto per la continuazione del transito del gas attraverso l'Ucraina, sia con il gas russo che con quello azero, avvertendo che le loro economie nazionali sarebbero state devastate da un brusco cambiamento nelle forniture energetiche.
La Commissione europea, che ha dato una tacita approvazione alla decisione di Zelensky di rescindere con la russa Gazprom, insiste sull'impatto limitato di queste decisione perché l'Ue è ben preparata per la transizione dai combustibili russi.
La Commissione, insieme al Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), ha partecipato alla stesura della dichiarazione presentata lunedì ai ministri degli Affari esteri.
Il testo fa riferimento alle consultazioni con Kiev in merito ai flussi di gas e petrolio.
"La Commissione è pronta a proseguire le discussioni con l'Ucraina sulla fornitura all'Europa attraverso il sistema di gasdotti dell'Ucraina, in linea con gli obblighi internazionali dell'Ucraina. In questo contesto, la Commissione è pronta ad associare l'Ungheria al processo (insieme alla Slovacchia)", si legge nella dichiarazione, vista da Euronews.
Mentre questa disputa con Budapest è finita, un'altra potrebbe essere in procinto di iniziare.
Bruxelles sta già preparando un 16° pacchetto di sanzioni contro la Russia, con l'obiettivo di approvarle prima del terzo anniversario della guerra, a fine febbraio. E anche per questa decisione sarà necessaria l'unanimità e, dunque, convincere l'Ungheria.