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L’Ue estende la protezione ai rifugiati ucraini fino al 2027

Si stima che 4,3 milioni di ucraini siano fuggiti dalla guerra in Russia e abbiano cercato rifugio nell'UE.
Si stima che 4,3 milioni di ucraini siano fuggiti dalla guerra in Russia e abbiano cercato rifugio nell'UE. Diritti d'autore  Alexandru Dobre/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Alexandru Dobre/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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Il nuovo piano prepara i Paesi dell'Ue a due scenari: residenza a lungo termine per gli sfollati ucraini e ritorno volontario dopo la guerra

La Commissione europea ha annunciato l’estensione della protezione temporanea per i rifugiati ucraini fino al 4 marzo 2027, segnando un nuovo capitolo nella risposta europea alla guerra in Ucraina. Il provvedimento, che dovrà essere formalmente approvato dagli Stati membri, è accompagnato da una strategia per gestire in modo coordinato il ritorno volontario o l’integrazione a lungo termine dei rifugiati nel blocco.

“Dal 2022 abbiamo offerto rifugio a milioni di ucraini in fuga dall’aggressione russa e continueremo a farlo”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione. “Ma vogliamo anche aprire la strada affinché possano tornare e ricostruire le loro case, quando sarà sicuro farlo”.

La crisi più grave dal dopoguerra

Con oltre 4,3 milioni di ucraini accolti in tutta l’Ue, la crisi rappresenta la più grande ondata migratoria in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Grazie alla direttiva sulla protezione temporanea, i rifugiati hanno potuto accedere rapidamente a documenti di soggiorno, lavoro, sanità e istruzione, aggirando i lunghi iter burocratici dell’asilo tradizionale.

La nuova proroga offre continuità giuridica, ma guarda anche al futuro. La Commissione propone infatti una “transizione coordinata” che tenga conto di due possibili scenari: il ritorno volontario in Ucraina o la permanenza regolare nel blocco.

La crisi dei rifugiati causata dalla guerra della Russia è la più grande dopo la seconda guerra mondiale
La crisi dei rifugiati causata dalla guerra della Russia è la più grande dopo la seconda guerra mondiale AP Photo

Il doppio binario: tornare o restare

Il piano prevede che chi intende rimanere possa farlo attraverso canali legali — permessi di lungo termine, visti per studenti, o status di residenza ordinaria — mentre per chi desidera rientrare in patria saranno avviati “programmi di rimpatrio volontario” e “visite esplorative” per valutare le condizioni sul posto.

A supporto, Bruxelles promuove la creazione di “Unity Hubs” per offrire informazioni e accompagnamento e annuncia la nomina di un inviato speciale per monitorare la transizione.

Il commissario per la Migrazione, Magnus Brunner, ha sottolineato che “ogni movimento dovrà avvenire in sicurezza, in modo graduale, e quando l’Ucraina sarà in grado di assorbire i ritorni”.

Ricostruzione e fabbisogno umano

Secondo le stime della Banca Mondiale, ricostruire l’Ucraina richiederà oltre 500 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Un’impresa mastodontica che, secondo il governo di Kiev, non potrà prescindere da una forza lavoro significativa: almeno quattro milioni di persone saranno necessarie per raddoppiare il Pil nazionale in un decennio.

“Abbiamo bisogno che più persone tornino, ma solo quando sarà sicuro”, ha dichiarato il vicepremier ucraino Oleksiy Chernysho a Bruxelles. “Una forte economia sarà la chiave per l’integrazione europea”.

Il ritorno dei rifugiati ucraini sarà graduale e volontario, afferma l'Ue
Il ritorno dei rifugiati ucraini sarà graduale e volontario, afferma l'Ue AP Photo

Il nodo dei finanziamenti e la solidarietà messa alla prova

L’accoglienza dei rifugiati continua a godere di un ampio sostegno politico, ma i costi rimangono un tema sensibile. Germania, Polonia e Repubblica Ceca, che ospitano circa metà degli sfollati, chiedono da tempo un’equa ripartizione degli oneri. Bruxelles ha già stanziato 15 miliardi di euro e promesso ulteriori 4 miliardi, ma le risorse future dipenderanno dal prossimo bilancio settennale dell’Ue.

Nel frattempo, la Commissione spera che la proroga e la roadmap appena annunciata offrano stabilità agli sfollati e aiutino gli Stati membri a pianificare il futuro in modo congiunto, umano e sostenibile.

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