George Simion, leader del partito ultranazionalista Aur, ha vinto il primo turno delle controverse elezioni presidenziali in Romania, annullate cinque mesi fa a causa di interferenze straniere
In Romania l'ultradestra fa il pieno di consensi. George Simion, leader del partito nazionalista Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), ha conquistato il primo turno delle elezioni presidenziali con oltre il 40,5 per cento dei voti. Il 18 maggio sfiderà al ballottaggio il centrista Nicușor Dan, attuale sindaco di Bucarest, fermatosi al 20,9 per cento.
A restare escluso dalla corsa per il secondo turno è stato Crin Antonescu, il candidato filo-europeo sostenuto dai principali partiti di governo, il Partito Social Democratico (Psd) e i liberali del Pnl. Nonostante l'appoggio delle forze centriste, Antonescu non è riuscito a superare lo sbarramento di voti necessari.
Simion ha saputo intercettare il malcontento popolare con una campagna fortemente anti-sistema e nazionalista, riuscendo a mobilitare anche una parte consistente della diaspora romena in Europa occidentale.
Lo sfidante Nicușor Dan
In vista del secondo turno, Nicușor Dan potrà contare sul sostegno formale dell'Unione per la Salvezza della Romania (Usr) e del gruppo dei liberali europei. Tuttavia, la sua sfida sarà quella di compattare un fronte ampio e democratico, cercando il consenso anche degli elettori del Psd e del Pnl, che per ora restano indecisi.
Simion guarda invece ai voti di Victor Ponta, ex premier e candidato sovranista, che con il suo 14 per cento potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia.
Questa tornata elettorale arriva dopo l’annullamento delle precedenti elezioni presidenziali, svoltesi il 24 novembre, invalidate dalla Corte costituzionale. Allora aveva vinto Calin Georgescu, candidato dell’estrema destra, ma l’esito è stato ribaltato dai giudici in seguito alla diffusione di rapporti riservati del Consiglio di sicurezza nazionale, che parlavano di interferenze straniere nel voto.
Ora, secondo i sondaggi locali, Simion è in vantaggio su Dan in vista del ballottaggio. La Romania si prepara a un finale di campagna elettorale acceso e incerto, con gli equilibri europei che guardano con attenzione a Bucarest.
Simion: risultato eccezionale
"Miei cari fratelli e sorelle di qui e di ogni dove, insieme abbiamo scritto la storia oggi. Ci stiamo avvicinando a un risultato eccezionale, ben oltre ciò che ci presentano le televisioni del sistema, che finora hanno saputo solo fomentare ostinatamente la divisione, spargere veleno e distorcere tutto ciò che abbiamo detto. Ovvero, hanno fatto ciò che sapevano fare meglio, diffondere menzogne. Mi congratulo con voi, siete vincitori! Oggi il popolo romeno ha votato! Oggi il popolo romeno ha parlato! È ora di farsi sentire". È quanto ha affermato il candidato di estrema destra George Simion, in una dichiarazione pubblicata dal suo ufficio.
Tra due settimane la Romania affronterà dunque un ballottaggio cruciale: da un lato il candidato nazionalista e isolazionista, dall’altro uno schierato con l’Ue e la Nato.
Simion è riuscito a capitalizzare il voto anti-establishment, alimentato anche dall’ex candidato presidenziale ultranazionalista Călin Georgescu, la cui vittoria nelle elezioni annullate del dicembre 2024 aveva scatenato un’ondata di caos politico senza precedenti.