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Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha avvertito in un discorso a inizio dicembre che la Russia sta intensificando la sua campagna militare contro l'Europa e che bisogna essere "pronti ad affrontare una guerra di dimensioni pari a quelle che hanno sopportato i nostri nonni o bisnonni".
Al Vertice Nato 2025 tenutosi all'Aia lo scorso giugno, gli alleati hanno concordato di spendere il 5 per cento del Pil per la difesa entro il 2035. L'obiettivo è rafforzare le forze armate e prepararsi a eventuali conflitti con la Russia e ad altre minacce.
Nel frattempo, l'Unione Europea ha già implementato meccanismi per rafforzare la difesa comune. Ad esempio con il piano per l**'area "Schengen militare"**, che consentirà alle truppe e ai sistemi militari di spostarsi rapidamente tra gli Stati membri riducendo la burocrazia, e il programma di prestiti finanziari per la difesa "Safe".
L'11 dicembre, l'Unione Europea ha congelato a tempo indeterminato asset russi per un valore di 210 miliardi di euro: 185 miliardi di euro detenuti presso Euroclear in Belgio e 25 miliardi di euro in banche di altri Stati membri.
Lo stesso giorno la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "Finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi della Russia continueranno ad aumentare".
La mossa rappresenta il tentativo dell'Europa di dimostrare che il blocco ha ancora peso al tavolo dei negoziati.
"Questo è un messaggio forte per l'Ucraina: vogliamo assicurarci che il nostro coraggioso vicino diventi ancora più forte sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati", ha aggiunto von der Leyen.
I 210 miliardi di euro di beni possono essere sbloccati solo da una maggioranza qualificata di Stati membri del blocco. Nessun singolo Paese può restituirli unilateralmente. Inoltre, il rilascio degli asset è subordinato alla fine della guerra in Ucraina da parte della Russia e al pagamento di risarcimenti, richieste che il Cremlino ha finora rifiutato.
Ma il modo in cui l'Unione Europea e la Nato si stanno preparando è solo un lato della medaglia. L'altro è come la pensano i cittadini europei.
Sareste pronti ad andare in guerra?
È necessario il vostro punto di vista, condividete la vostra opinione! Diteci cosa pensate della guerra in Europa, dell'importanza strategica della difesa dei confini dell'Unione Europea e della preparazione dei cittadini europei a un possibile conflitto.
Il nostro sondaggio è anonimo e richiede solo pochi secondi per essere completato. I risultati saranno presenti in tutta la copertura di EU.XL, in video, articoli e newsletter, e contribuiranno a dare forma al nostro reportage mentre esploriamo come l'Europa può difendersi dalla Russia e da altre minacce entro il 2030.