Il camerlengo Kevin Farrell ha presieduto il rito. Sul volto di Bergoglio è stato posto un panno bianco; dentro la bara anche un sacchetto di monete coniate durante il suo pontificato e il rogito
La bara di Papa Francesco è stata sigillata nella Basilica di San Pietro venerdì sera.
Il periodo di osservazione di tre giorni si è concluso intorno alle 19:00, con il cambio della guardia alla bara aperta di Bergoglio.
Il numero di persone che si sono messe in fila per rendere omaggio al Papa è stato tale che il Vaticano ha prolungato gli orari di apertura della basilica, accogliendo le persone anche di notte.
Giovedì mattina la Basilica di San Pietro è rimasta chiusa solo per un'ora e mezza per le pulizie.
Il Vaticano ha dichiarato che solo giovedì sera oltre 90mila persone hanno reso omaggio al papa defunto.
Il rito della chiusura della bara
Il pontefice è stato sepolto con le sue scarpe nere consumate, con segni di abrasione sulla punta, emblematiche della sua vita semplice.
Il cardinale Kevin Farrell ha presieduto la chiusura e il sigillo della bara nel suo ruolo di camerlengo e di amministratore vaticano ad interim.
Prima di sigillare la bara, il cerimoniere vaticano, l'arcivescovo Diego Giovanni Ravelli, ha posto un panno bianco sul volto del Papa e ha inserito nella bara un sacchetto contenente monete coniate durante il suo pontificato e un resoconto scritto di una pagina del suo pontificato.
Il resoconto, chiamato rogito, riassume la storia di tutta la sua vita, dall'infanzia in Argentina fino al sacerdozio e alle promozioni ad arcivescovo e cardinale di Buenos Aires e poi a papa.
Il documento evidenzia la sua "difesa degli innocenti", le sue encicliche e anche le sue malattie.
"Era un pastore semplice e molto amato nella sua arcidiocesi, che viaggiava in lungo e in largo, anche in metropolitana e in autobus", si legge nel testo del documento, che racconta la sua vita da arcivescovo. "Viveva in un appartamento e preparava la cena da solo, per sentirsi una persona comune".