La Camera ha approvato all'unanimità il disegno di legge che introduce il reato di femminicidio. A sorpresa, al Senato è invece saltato il voto sul consenso, dopo il sì unanime a Montecitorio. L'approvazione di entrambe le leggi era prevista per la giornata contro la violenza sulle donne
La Camera ha approvato martedì all'unanimità l'introduzione del reato di femminicidio nel Codice Penale (Cp), mentre è saltato il voto al Senato sul consenso. L'approvazione di entrambe le leggi era prevista in concomitanza della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Secondo il nuovo articolo del Cp 577bis, il femminicidio sarà punibile con l'ergastolo. Vengono poi inasprite le aggravanti per i maltrattamenti in famiglia, le lesioni e lo stalking, e le misure di prevenzione dal braccialetto elettronico potenziato al divieto di avvicinamento.
Il reato sarà contestato "quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali", si legge nel testo.
Al Senato salta l'approvazione del ddl sul consenso
È invece slittata l'approvazione al Senato del disegno di legge sulla violenza sessuale e il consenso. La norma sancisce che senza un sì esplicito, libero e attuale l’atto sessuale è reato. Il silenzio non può valere come consenso e questo può essere revocato in ogni momento.
Il disegno di legge è frutto di un accordo bipartisan promosso dalla segretaria del Partito democratico Elly Schlein e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ed era già stato approvato all'unanimità dalla Camera la scorsa settimana.
Ci si aspettava, quindi, che lo stesso sarebbe accaduto a Palazzo Madama. Ma in commissione di Giustizia al Senato, la Lega ha chiesto un maggiore approfondimento del ddl e di un nuovo ciclo di audizioni, scatenando le proteste delle opposizioni che hanno lasciato i lavori.
Alla richiesta della Lega si sono uniti Fratelli d'Italia e Forza Italia, chiedendo di specificare cosa si intenda per "casi di minore gravità" nel comma che disciplina questa materia.
La relatrice del ddl e presidente della commissione Giustizia, la leghista Giulia Bongiorno, ha sostenuto che "il testo è arrivato oggi in commissione. Io ho dovuto chiedere se c'era unanimità a rinunciare a presentare emendamenti perché proceduralmente posso mandare in aula un provvedimento, senza dare termine per gli emendamenti, solo se c'è l'unanimità. Ma non c'è stata perché il centrodestra ha detto che si vogliono fare correzioni proponendo, prima, di fare alcune audizioni".