L'Ue si prepara a colpire una selezione di beni americani, tra cui il whisky bourbon, in risposta ai dazi su acciaio e alluminio imposti da Washington. Ma la seconda fase delle contromisure, legata alle tariffe su auto e altre importazioni, divide ancora gli Stati membri
I ministri del Commercio dell’Unione europea, riuniti lunedì a Lussemburgo, si sono avvicinati a un accordo su una lista di beni statunitensi da colpire con dazi, in risposta alla recente decisione degli Stati Uniti di imporre tariffe su acciaio e alluminio europei.
Una seconda serie di contromisure, tuttavia, è ancora oggetto di discussione. Questa riguarderebbe le tariffe generalizzate del 20 per cento su altre importazioni europee e un’aliquota fissa del 25 per cento sulle automobili.
La prima ondata di dazi, attesa per mercoledì, dovrebbe includere prodotti simbolici come il whisky bourbon. Tuttavia, l’inclusione di quest’ultimo è ancora in bilico, soprattutto dopo le minacce del presidente statunitense Donald Trump di imporre dazi del 200 per cento su vini e liquori europei, qualora il whisky restasse nella lista.
Negli scorsi giorni, Francia, Italia e Spagna hanno chiesto di rimuovere il whisky dalle misure di ritorsione, nel tentativo di evitare un’escalation delle tensioni con Washington.
"Dobbiamo trovare il giusto equilibrio per proteggere le economie dell’Ue più esposte - ha dichiarato un diplomatico europeo a Euronews -. Siamo uniti nella volontà di una risposta proporzionata, perché le contromisure avranno inevitabilmente effetti a catena sulle nostre industrie".
Quando entreranno in vigore i contro-dazi
I contro-dazi entreranno in vigore in modo graduale: una prima fase è prevista per il 15 aprile, seguita da una seconda il 15 maggio. L’obiettivo è portare Washington al tavolo dei negoziati, mostrando al tempo stesso la determinazione del blocco a difendere i propri interessi commerciali.
Mentre l'accordo sulla prima lista di dazi dovrebbe essere finalizzato entro mercoledì, resta in fase di discussione una seconda parte della strategia europea. Questo “piano B” è pensato per rispondere ai dazi sulle auto e su altri settori chiave, ma i 27 sono divisi su come procedere.
Le grandi economie dell’Unione, come Francia e Germania, si sono dette favorevoli a misure più dure, inclusa la possibilità di escludere le aziende statunitensi dagli appalti pubblici europei. Al contrario, Paesi più piccoli come Spagna, Italia e Irlanda spingono per un approccio più prudente.
Nonostante le divergenze, l’Ue punta a mantenere una posizione unitaria. Una volta approvata la prima lista di dazi, Bruxelles spera di rafforzare la propria posizione nei negoziati con Washington, ribadendo al contempo la disponibilità a un’escalation se necessaria. I leader europei, tuttavia, vogliono evitare una guerra commerciale e sono determinati a trovare un equilibrio tra fermezza e diplomazia.