I mercati azionari globali hanno accentuato le perdite durante la sessione asiatica di lunedì, mentre il residente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito il suo impegno a eliminare i deficit commerciali degli Stati Uniti, in particolare con la Cina
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha insistito sul fatto che non ha deliberatamente innescato l'intenso sell-off dei mercati, ma ha ribadito il suo obiettivo di eliminare il deficit commerciale degli Stati Uniti.
I mercati azionari globali sono crollati da quando Trump ha presentato tariffe commerciali reciproche più alte del previsto la scorsa settimana, cancellando trilioni di dollari a Wall Street. Venerdì la Cina ha risposto con tariffe di ritorsione, imponendo prelievi del 34 per cento sulle importazioni di tutti i beni statunitensi, segnando un'importante escalation nella guerra commerciale globale.
Il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina
"Non voglio che nulla vada a rotoli, ma a volte bisogna prendere una medicina per sistemare qualcosa", ha detto Trump a bordo dell'Air Force One nel fine settimana. "Dobbiamo risolvere il nostro deficit commerciale con la Cina", ha continuato il tycoon, aggiungendo che gli Usa hanno "un deficit commerciale di mille miliardi di dollari con la Cina, centinaia di miliardi di dollari all'anno che perdiamo. Se non risolviamo questo problema, non farò un accordo".
Trump ha anche chiesto riparazioni finanziarie all'Europa: "Abbiamo imposto una grossa tariffa all'Europa. Stanno venendo al tavolo, vogliono parlare, ma non c'è dialogo se non ci pagano un sacco di soldi su base annua, non solo per il presente, ma anche per il passato".
La scorsa settimana, il presidente statunitense ha dichiarato di essere aperto ai negoziati se gli altri Paesi offriranno qualcosa di "fenomenale".
Nuove perdite nei mercati azionari asiatici
I titoli azionari in Asia e i futures azionari statunitensi hanno registrato nuove perdite durante la sessione asiatica di lunedì, mentre l'escalation della guerra commerciale globale ha continuato a mettere sotto pressione il sentimento degli investitori.
L'indice Hang Seng di Hong Kong è crollato di quasi il dieci per cento all'apertura, al ritorno dalla festività di venerdì scorso, cancellando tutti i guadagni da febbraio. All'inizio dell'anno i titoli cinesi avevano registrato un forte rialzo grazie al lancio di un modello di intelligenza artificiale a basso costo da parte di DeepSeek e alla promessa di Pechino di ulteriori stimoli.
L'indice Hang Seng è salito del 24 per cento dall'inizio del 2025 fino al picco del 19 marzo, prima dell'annuncio dei dazi reciproci da parte di Trump. A seguito del forte sell-off, l'indice è ora in rialzo di appena il 3,2 per cento su base annua.
Il Nikkei 225, l'indice di riferimento del Giappone, è sceso del sei per cento, ai minimi di 18 mesi all'inizio degli scambi. L'indice è ora sceso di oltre il venti per cento dai massimi di gennaio, entrando nel territorio del mercato orso (ribassista).
L'indice Kospi della Corea del Sud ha ceduto oltre il quattro per cento, mentre l'Asx 200 dell'Australia è sceso di quasi il quattro per cento. Sebbene i tre benchmark abbiano poi recuperato un po' di terreno, sono rimasti in territorio negativo durante la giornata.
"Questa settimana potrebbero esserci grandi rialzi grazie a titoli positivi. Ma non ci sarà un movimento sostenibile fino a quando Trump non indicherà che non ha intenzione di aumentare ulteriormente le tariffe commerciali e che è aperto a negoziare tariffe più basse con i partner commerciali. È così semplice, davvero", ha detto Kyle Rodda, analista di mercato senior di Capital.com.
I futures statunitensi scendono, con probabili ripercussioni sui mercati europei
I futures sulle azioni statunitensi hanno esteso i loro ribassi, indicando un'apertura nettamente inferiore lunedì. Alle 4:45 ora dell'Europa centrale, i futures sull'S&P 500 erano in calo del 3,5 per cento, quelli sul Nasdaq del 4,5 per cento e quelli sul Dow Jones Industrial Average del 2,9 per cento.
Nel frattempo, l'indice di volatilità Cboe (Vix), comunemente chiamato "indicatore di paura" di Wall Street, è salito del 51 per cento la scorsa settimana, superando quota 45, un livello che non si vedeva dal 2020 e che è stato toccato solo brevemente lo scorso agosto.
Il brusco sell-off degli Stati Uniti dovrebbe ripercuotersi sui mercati europei, mentre i leader dell'Ue preparano le contromisure contro i dazi di Trump. "La nota di questa mattina sarà deprimente. A questo punto, sto rapidamente esaurendo gli aggettivi per descrivere quanto il sentimento stia diventando cupo e quanto le prospettive economiche appaiano tristi. Inoltre, è probabile che entrambe le cose peggiorino notevolmente, prima di migliorare", ha scritto in una nota Michale Brown, analista senior di Pepperstone London.
Anche gli indici europei sono crollati la scorsa settimana: l'Euro Stoxx 600 è sceso del 7,4 per cento, il Dax tedesco del 6,9 per cento e il Cac 40 francese del 7,1 per cento.
Gli investitori cercano beni rifugio
In mezzo alle turbolenze del mercato, gli investitori si sono rivolti ai tradizionali beni rifugio, facendo salire l'euro, lo yen giapponese, il franco svizzero e i titoli di Stato.
La scorsa settimana l'euro si è impennato nei confronti del dollaro Usa fino a superare 1,10, segnando un massimo di sei mesi. La coppia Eur/Usd si è stabilizzata al di sopra di 1,09 durante la sessione asiatica di lunedì, dopo la ritirata di venerdì. Nel frattempo, anche lo yen e il franco svizzero si sono rafforzati ai livelli più alti rispetto al dollaro dall'ottobre 2024.
I titoli di Stato statunitensi hanno registrato un forte rialzo grazie al crollo dei rendimenti, con il rendimento del Treasury decennale che è sceso sotto il quattro per cento per la prima volta dall'ottobre 2024. In Europa, anche il rendimento del bund decennale tedesco è sceso ai minimi di quattro mesi.
Tuttavia, i futures sull'oro sono scesi nei primi scambi di lunedì, estendendo le perdite dai massimi storici della scorsa settimana, poiché gli investitori hanno venduto il metallo per coprire le perdite azionarie. Nonostante la flessione, gli analisti prevedono che l'oro rimarrà il bene rifugio più performante nell'attuale contesto.