Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha escluso in una riunione sull'Ucraina a Bruxelles la prospettiva di un'adesione di Kiev alla Nato e ha escluso un ritorno ai confini precedenti al conflitto del 2014
Il ritorno dell'Ucraina ai confini precedenti al 2014 e l'adesione del Paese alla Nato sono obiettivi “irrealistici”, che dovrebbero essere esclusi da qualsiasi futuro negoziato di pace, ha dichiarato mercoledì il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth.
Il presidente Donald Trump intende porre fine alla guerra “con la diplomazia”, ha detto Hegseth durante una riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina a Bruxelles, davanti agli inviati di più di 40 Paesi.
“Vogliamo, come voi, un'Ucraina sovrana e prospera. Ma dobbiamo iniziare a riconoscere che il ritorno ai confini dell'Ucraina prima del 2014", ha affermato il capo del Pentagono, "è un obiettivo illusorio che non farà altro che prolungare la guerra e causare ulteriori sofferenze”.
Martedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto disposto a offrire alla Russia uno scambio territoriale, dopo avere chiesto a lungo che tutti i territori occupati nell'est e nel sud dell'Ucraina venissero restituiti.
Il Cremlino ha immediatamente rispedito la proposta al mittente.
Hegseth, un accordo di pace per l'Ucraina non deve essere un nuovo Minsk
“Una pace duratura per l'Ucraina deve includere solide garanzie di sicurezza per assicurare che la guerra non ricominci. Non deve essere Minsk 3.0”, ha aggiunto il segretario alla Difesa Usa, riferendosi all'intesa del 2014 che non pose effettivamente fine al conflitto nel Donbas.
Hegseth ha sottolineato che gli Stati Uniti "non credono che l'adesione alla Nato all'Ucraina sia un risultato realistico di una soluzione negoziata", indicando però la responsabilità di truppe europee nel dopoguerra ucraino.
Soldati Usa non faranno parte infatti di alcuna missione di peacekeeping nel Paese, ha proseguito il segretario, e anzi un'eventuale iniziativa del genere “non dovrebbe essere nel quadro” dall'articolo 5 della Nato, quello che impegna i membri dell'Alleanza Atlantica alla difesa collettiva.
L'idea di inviare soldati in Ucraina, rifiutata a lungo in questi quasi tre anni dall'invasione russa, è stata rilanciata dal presidente francese Macron. La questione è controversa all'interno dell'Ue sia per i rischi che correrebbero i militari sia per un'opposizione di principio al sostegno a Kiev di alcuni Stati Ue.
Polonia e gli Stati baltici hanno accolto con entusiasmo l'ipotesi di un'entrata nella Nato, considerata dall'Ucraina la soluzione più efficace per la sua difesa. Altri, come la Germania e l'Italia, hanno mostrato riluttanza mentre Ungheria e Slovacchia si sono fermamente opposte.
Per un'adesione ci vuole l'unanimità dei membri Nato.
Usa e Ue devono "dividersi il lavoro" nella sicurezza globale
“Gli Stati Uniti restano impegnati nell'alleanza Nato e nel partenariato di difesa con l'Europa. Punto e basta”, ha dichiarato ancora Hegseth, “ma non tollereranno più un rapporto squilibrato che incoraggia la dipendenza”.
L'ex giornalista di Fox News e veterano dell'esercito ha ribadito dunque la richiesta avanzata agli alleati dal presidente Trump di aumentare la spesa militare fino al 5 per cento del Pil, una quota che nemmeno gli Usa raggiungono.
Per Hegseth dovrà essere l'Europa a “fornire la maggior parte dei futuri aiuti letali e non letali all'Ucraina”, di cui il Paese ha bisogno per respingere le truppe russe. Dall'inizio dell'invasione, gli Stati dell'Ue hanno trasferito a Kiev 134 miliardi di euro di aiuti militari.
Il segretario Usa ha proposto a tutti gli effetti una “divisione del lavoro” in cui gli alleati “si assumeranno la responsabilità” della sicurezza in Europa, mentre gli Stati Uniti la garantiranno nel Pacifico per contenere le ambizioni della Cina.
Il suo messaggio verrà ripreso con tutta probabilità durante la conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, che si apre venerdì, e a cui parteciperà il vicepresidente Usa JD Vance.
Intervenendo all'incontro a Bruxelles il segretario alla Difesa britannico, John Healey, ha promesso che l'Europa aumenterà la spesa per la difesa.
“Conosciamo le nostre responsabilità. Stiamo facendo il lavoro più pesante, condividendo più oneri”, ha detto Healey.
In una conferenza stampa prima della riunione ministeriale, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha esortato Europa e Canada ad aumentare “considerevolmente” la spesa militare, avvertendo che le necessità militari sono “semplicemente troppo grandi” per essere soddisfatte dal 2 per cento del Pil attualmente richiesto ai membri dell'Alleanza.
Solo otto su 32 membri Nato garantiscono questa entrata per ora. Eppure, “se ci atteniamo al 2 per cento", ha avvertito Rutte, "non potremo difenderci tra quattro o cinque anni”.