Il Commissario Ue per la Difesa e lo Spazio Andrius Kubilius prevede un approccio "Big Bang" per l'industria europea della difesa. Ma cosa significa? Ricette a confronto
L'Unione europea si sta preparando al peggiore degli scenari militari: un attacco russo contro uno dei suoi 27 Stati membri.
Il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, presenterà entro il 19 marzo un "Libro bianco sulla difesa europea", che delineerà le misure per preparare l'Ue ad affrontare sia le contingenze militari immediate che le sfide di sicurezza a lungo termine sulla scena globale.
Tuttavia, passare dalle parole ai fatti non è affatto semplice, e il "big bang" della difesa auspicato potrebbe essere molto lontano.
Ma, "il business as usual nella difesa non è più possibile", ha assicurato a Euronews Daniel Fiott, professore presso il Centro per la sicurezza, la diplomazia e la strategia, presso l'Università di Bruxelles, Vub.
Fiott ha sottolineato che il libro bianco deve definire chiaramente come l'Europa dovrebbe rispondere se gli Stati Uniti riducono drasticamente il loro sostegno all'Ucraina e alla sicurezza europea, insieme ai finanziamenti necessari per le aree chiave della capacità di difesa.
Difesa: quanto, quando e di cosa ha bisogno l'Europa?
La competitività è una sfida cruciale per l'industria europea della difesa, ha dichiarato a Euronews l'eurodeputato estone di centro destra Riho Terras (Ppe), nonché vicepresidente della commissione parlamentare per la sicurezza e la difesa.
"L'industria della difesa è attualmente troppo frammentata - ha detto Terras - le normative del mercato interno non si applicano al settore e le banche non concedono prestiti alle aziende del comparto", ha dichiarato un rappresentante del settore, sottolineando la necessità di un intervento da parte della Commissione Europea per colmare queste lacune.
Per rispondere a questa sfida, gli operatori del settore chiedono un piano industriale strutturato, capace di trasformare le esigenze strategiche degli Stati membri in obiettivi concreti per l’industria della difesa, con indicazioni precise su quantità e tempi di produzione.
I rappresentanti del comparto sollecitano inoltre i governi a definire chiaramente quali capacità espandere e in quali tempistiche, sia in scenari di pace che in contesti di crisi.
In un documento informale, le aziende del settore evidenziano la necessità di impegni di acquisto e investimenti a lungo termine, indispensabili per realizzare economie di scala e attrarre capitali privati.
500 miliardi per la sicurezza. Da dove arriveranno i soldi?
Il rapporto sulla competitività di Mario Draghi stima che l'Ue avrà bisogno di circa 500 miliardi di euro nel prossimo decennio per rimanere competitiva nel settore della difesa a livello mondiale - eppure i bilanci della difesa degli Stati membri, che sono limitati, rimangono la principale fonte di finanziamento.
"Il 2% del Pil è storia passata. Dobbiamo stabilire una nuova soglia - il 3% del Pil minimo - e anche l'Ue dovrebbe dichiararla", ha continuato Terras, riferendosi all'obiettivo di spesa per la difesa del 2% della Nato a cui aderiscono 23 dei 27 Stati membri dell'Ue.
Il commissario Andrius Kubilius ha proposto di stanziare almeno 100 miliardi di euro per gli investimenti nella difesa nel prossimo Quadro finanziario pluriennale, Qfp, (noto anche come Mff: Multiannual financial framework), che coprirà il periodo 2028-2034.
Nel periodo 2021-2027, solo 15 miliardi di euro (l'1,2% del Qfp) sono stati destinati alla sicurezza e alla difesa.
"L'Europa ha dimostrato di saper mobilitare risorse quando necessario - 700 miliardi di euro per il piano di ripresa e resilienza dopo il COVID. E la minaccia russa - ha ricordato con preoccupazione Kubilius - è molto più importante per l'Europa di quanto non lo sia mai stata la pandemia".
Per colmare il divario di investimenti, ha suggerito di emettere "obbligazioni di difesa", simili agli strumenti finanziari attivati durante la pandemia e di riassegnare i fondi non utilizzati.
Altre due opzioni sono emerse durante una riunione informale dei leader dell'Ue a Bruxelles: la revisione delle norme sui prestiti della Banca europea per gli investimenti (Bei) e la semplificazione dei regolamenti sugli appalti dell'UE.
Il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, ha inoltre affermato che l'Ue dovrebbe valutare l'idea di istituire una "banca del riarmo" per raccogliere i fondi necessari a potenziare le proprie capacità di difesa.
Maggiore uniformità e cooperazione tra le forze armate Ue
"Non abbiamo bisogno di un esercito europeo. Abbiamo bisogno di 27 eserciti europei che siano in grado di lavorare efficacemente insieme per scoraggiare i nostri rivali e difendere l'Europa, preferibilmente con gli alleati, ma anche da soli se necessario", aveva ammonito l'Alto rappresentante per la politica estera europea, Kaja Kallas, poche settimane fa in occasione della 17ª Conferenza annuale dell'Agenzia europea per la difesa.
Industria della difesa europea troppo frammentata
Secondo gli esperti, la Difesa Ue rimane frammentata e concentrata a livello nazionale, mancando le opportunità di standardizzazione, acquisti congiunti e condivisione delle risorse.
L'Ue mira a garantire che almeno il 35% degli appalti per la difesa sia condotto congiuntamente entro il 2030, rispetto al 18% del 2022.
Marie-Agnes Strack-Zimmermann, eurodeputata tedesca di centro (Renew Europe) e presidente della commissione parlamentare per la sicurezza e la difesa, ha spiegato a Euronews che vede fondamentale"aumentare la standardizzazione e promuovere appalti congiunti". Per Strack-Zimmermann la sfida principale resta superare le mentalità nazionali dell'industria e "fare uno sforzo collettivo per colmare le lacune nelle capacità."
Più ricerca e lo sviluppo con miliardi di investimenti
Gli investimenti nel settore spaziale si stanno espandendo molto più velocemente negli Stati Uniti che in Europa, ha dichiarato poi a Euronews il capo dell'Agenzia spaziale europea (Esa), Josef Aschbacher.
"L'Europa - ha consigliato l'esperto - deve recuperare il ritardo con forti investimenti pubblici per mantenere la competitività globale e salvaguardare la nostra leadership in settori chiave".
Nel 2023, gli Stati membri dell'Ue hanno stanziato circa 11 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo nel settore della difesa, con quasi 4 miliardi di euro destinati agli investimenti nelle tecnologie di difesa.
È stato inoltre istituito il Fondo europeo per la difesa (Fes), con un budget di 8 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, di cui 2,7 miliardi di euro per la ricerca collaborativa nel settore della difesa.
"Il prossimo passo per sostenere la ricerca e l'innovazione consiste nell'abbattere le barriere del mercato unico e nell'incoraggiare nuove fonti di finanziamento per la R&S", ha aggiunto il professore belga Fiott, sottolineando i costosi ostacoli normativi e amministrativi all'innovazione transfrontaliera nel settore della difesa.
"Banche e fondi esitano a investire nella difesa, ma la R&S nelle tecnologie a duplice uso offre ampi vantaggi per la società", ha aggiunto.
Creare legami più stretti con il settore spaziale
L'industria spaziale e quella della difesa si trovano ad affrontare sfide simili e, per questo, le soluzioni devono essere sviluppate congiuntamente, ha dichiarato Kubilius alla Conferenza sullo Spazio di Bruxelles.
"Dobbiamo sfruttare lo spazio per proteggere i nostri Paesi, le nostre società e le nostre persone, utilizzando l'intelligence, la geolocalizzazione e le comunicazioni per le nostre forze armate", ha affermato il Commissario per lo Spazio e la Difesa.
Kubilius ha anche evidenziato la volontà di avviare un dialogo con gli Stati membri e i comandi spaziali per esplorare le opzioni per un sistema europeo di consapevolezza del dominio spaziale, utile a monitorare le minacce, comprese quelle militari.
L’esperienza della guerra in Ucraina ha dimostrato quanto sia cruciale l'intelligence spaziale per la difesa moderna. Di conseguenza, l'UE sta rafforzando le proprie strutture e capacità in questo ambito.
Il commissario lituano ha poi sottolineato l'importanza dell'attuazione della Strategia spaziale dell'Ue per la sicurezza e la difesa, della Strategia industriale spaziale dell'UE, dello Scudo spaziale europeo e di IRIS2, evidenziando anche la necessità di una visione a lungo termine per potenziare le capacità di lancio europee.
"L'Europa ha costruito una presenza unica nello spazio, che è un bene per tutta l'umanità. Dobbiamo difenderla da ogni possibile aggressore", ha concluso Kubilius.