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Alpi, il ghiacciaio di Dosdè continua a sciogliersi: quest'anno si è ritirato di sette metri

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Ghiacciaio Diritti d'autore AP Photo
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Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Non sono bastate le abbondanti nevicate della stagione primaverile a proteggere il ghiaccio dalle alte temperature. Non va meglio nel resto delle Alpi

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I primi risultati delle misurazioni di fine estate dei ghiacciai alpini non sono così rassicuranti come si sperava.

Il Servizio glaciologico regionale della Lombardia ha valutato che il ghiacciaio orientale di Dosdè, nelle Alpi italiane, si è ritirato di sette metri rispetto allo scorso anno. Questo nonostante le abbondanti nevicate di aprile e maggio, che hanno alimentato la speranza che la zona fosse più protetta dal caldo estivo.

L'unico sollievo, secondo i glaciologi, è che il ghiacciaio di Dosdè si è sciolto meno degli anni precedenti.

“L'anno scorso abbiamo avuto un ritiro di 22 metri dello stesso ghiacciaio, e l'anno prima di circa 15 metri”, ha detto Andrea Toffaletti, membro del Servizio glaciologico lombardo, che si è unito alla campagna di misurazione all'inizio di settembre.

“Le nevicate di inizio stagione ci avevano fatto pensare che potesse essere un anno positivo. Invece, siamo arrivati alla fine dell'estate con solo il 20 per cento del ghiacciaio coperto dalla neve residua dell'anno precedente”.

La neve è fondamentale per proteggere il ghiaccio dei ghiacciai e per alimentare la crescita dei ghiacciai alpini, che nel corso dei decenni si sono ridotti a causa dell'aumento delle temperature.

Per due mesi la temperatura non è mai scesa sotto lo zero

“Per due mesi ininterrotti, la temperatura non è mai scesa sotto lo zero, nemmeno durante la notte, a oltre tremila metri”, ha spiegato Toffaletti.

“Attualmente c'è ancora un po' di neve, ma sulla stragrande maggioranza del ghiacciaio si è completamente sciolta a causa delle temperature estive particolarmente elevate”.

Toffaletti ha sottolineato come dal 1991 la superficie dei ghiacciai lombardi si sia ridotta da 118 chilometri quadrati a settanta chilometri quadrati, pari a circa il 45 per cento della sua superficie.

“L'accelerazione che si è verificata negli ultimi trenta o quaranta anni nello scioglimento dei ghiacciai è estremamente notevole”, ha affermato.

Secondo il Servizio europeo per i cambiamenti climatici Copernicus, l'agosto 2024 ha eguagliato il caldo record dell'agosto 2023, che era di 1,5 gradi Celsius sopra il livello pre-industriale (media 1850-1900).

Le temperature di agosto indicano che quest'anno continuerà ad essere l'anno più caldo mai registrato.

La campagna di misurazione del servizio glaciologico continuerà anche a settembre, ma le alte temperature registrate dalle stazioni meteorologiche sui principali ghiacciai della regione non generano ottimismo.

Dosdè non è un caso isolato

Non va meglio nel resto delle Alpi. Nei giorni scorsi, Legambiente ha lanciato l'allarme per il ghiacciao della Marmolada che, a questo ritmo, è destinato a scomparire entro il 2040.

"Una condanna a morte che condivide con i due ghiacciai più grandi delle Alpi, quello dell'Adamello, situato tra Lombardia e Trentino, e quello dei Forni, in Lombardia, tutti e tre posti sotto i 3.500 metri e segnati da perdite di spessore importanti", fanno sapere dall'associazione.

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Dal 1888 ad oggi, il ghiacciaio della Marmolada ha visto ridursi la sua superficie dell'80%, arretrando di ben 1.200 metri. Soltanto negli ultimi cinque anni avrebbe perso 70 ettari di superficie, passando dai 170 del 2019 ai 98 di quest'anno. Si calcola che il ghiacciaio della Marmolada e quello dei Forni abbiano picchi di perdita di spessore a breve termine rispettivamente di sette e dieci centimetri al giorno.

Invece, secondo le misurazioni a lungo termine, sul ghiacciaio dell'Adamello è possibile oggi camminare sul ghiaccio depositatosi durante le nevicate degli anni Ottanta, tanto è grave la perdita di spessore originata dalla fusione glaciale.

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