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Ue chiede altre spiegazioni all'Ungheria sul sistema di visti per russi, Budapest: isteria politica

La Commissione europea ha espresso "preoccupazione all'Ungheria" per la sua decisione di estendere il National Card System a cittadini di nazionalità russa e bielorussa
La Commissione europea ha espresso "preoccupazione all'Ungheria" per la sua decisione di estendere il National Card System a cittadini di nazionalità russa e bielorussa Diritti d'autore European Union
Diritti d'autore European Union
Di Maria Michela Dalessandro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'Ungheria ha esteso la possibilità ai lavoratori di alcuni Paesi extra Ue, tra cui Russia e Bielorussia, di richiedere un visto lavorativo e risiedere almeno due anni. Budapest: "nessun rischio, solo isteria politica dell'Ue"

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La commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson ha inviato mercoledì una nuova lettera al governo ungherese chiedendo ulteriori spiegazioni per la sua decisione di estendere il National Card System a cittadini di nazionalità russa e bielorussa.

"Stiamo lavorando per accertare i fatti e questo processo è in corso", ha detto Johansson in audizione al Parlamento europeo. La commissaria ha fatto sapere di aver inviato una seconda lettera dopo quella ricevuta due settimane fa dalle autorità ungheresi in risposta alla richiesta di chiarimenti inviata da Palazzo Berlaymont a luglio.

Secondo Johansson la risposta ungherese lascia poco chiari due aspetti: "perché il governo ungherese ritiene tale sistema necessario e appropriato alla luce dell'attuale situazione politica". Per la commissaria il vantaggio nazionale a livello economico "sembra limitato e sproporzionato rispetto alla minaccia potenziale per la zona Schengen".

Cosa prevede il programma di immigrazione ungherese per l'ingresso nel Paese di cittadini extra Ue

Il programma di immigrazione ungherese consente ai lavoratori stranieri di rimanere nel Paese per almeno due anni e può aprire la strada alla residenza permanente. L'Ungheria ha esteso il programma, originariamente accessibile ai cittadini serbi e ucraini, ai Paesi candidati all'Ue, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia settentrionale e Moldavia, oltre che a Bielorussia e Russia.

Budapest a Brussels: "nessun rischio, solo isteria politica"

Tra i botta e risposta a distanza l'Ungheria ha accusato il Parlamento Ue e alcuni Stati membri di "isteria politica": in una conferenza stampa a Brussels il ministro ungherese per gli Affari europei János Bóka ha precisato che "non c'è alcun problema giuridico o di sicurezza nazionale con il nuovo sistema di ingresso nel Paese" che faciliterebbe la residenza per lavoro per i cittadini russi e bielorussi.

"La ragione dell'estensione dello schema è dettata dalle esigenze del mercato del lavoro in Ungheria. Il governo ha stabilito che ci sono aree in cui i cittadini di questi paesi hanno competenze e disponibilità speciali necessarie per la nostra economia", ha spiegato Bóka. Il ministro ha evidenziato inoltre come altri Paesi adottino lo stesso schema e come l'Ungheria non sia in testa alla classifica per ingresso di cittadini russi e bielorussi bensì la Germania. "Negli ultimi due mesi questo tipo di visto è stato concesso a dieci russi e quattro bielorussi. Numeri statisticamente irrilevanti", ha sottolineato Bóka.

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