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Vicepresidenze Parlamento Ue, la destra radicale rimane quasi a secco: regge il cordone sanitario

Jordan Bardella, eurodeputato e presidente del partito francese di estrema destra Rassemblement national
Jordan Bardella, eurodeputato e presidente del partito francese di estrema destra Rassemblement national Diritti d'autore Mathieu CUGNOT/ European Union 2024 - Source : EP
Diritti d'autore Mathieu CUGNOT/ European Union 2024 - Source : EP
Di Vincenzo Genovese
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Cinque dei 14 vicepresidenti eletti provengono dai socialisti, tre dal Partito popolare europeo, due da Renew Europe, uno ciascuno dai Verdi e dalla Sinistra e due dai Conservatori e riformisti europei. Esclusi i candidati di Patrioti per l'Europa e di Europa delle Nazioni sovrane

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Il cosiddetto cordone sanitario applicato dalle forze politiche centriste ed europeiste continua a tenere fuori dai ruoli chiave del Parlamento europeo i deputati di destra radicale. O almeno alcuni di loro.

Tra i 14 vicepresidenti dell'emiciclo eletti martedì ci sono due esponenti dei Conservatori e riformisti europei, tra cui Antonella Sberna di Fratelli d'Italia, ma nessuno proviene dal gruppo Europa delle Nazioni sovrane né da quello dei Patrioti per l'Europa, che pure è il terzo più numeroso dell'Europarlamento.

Gli altri gruppi parlamentari si sono infatti rifiutati di votare per i candidati dei Patrioti, l’ex direttore di Frontex Fabrice Leggeri e l’eurodeputata ceca Klára Dostálová.

"I partiti e i gruppi politici che fondamentalmente vogliono distruggere questo parlamento, che vogliono indebolire o abbandonare l'Unione europea, non dovrebbero avere responsabilità nell'Unione europea, non dovrebbero avere responsabilità qui al Parlamento europeo", ha commentato in merito l'eurodeputato dei Verdi/Efa Daniel Freund.

"Se il tuo obiettivo politico è distruggere questo Parlamento, non dovresti essere incaricato di gestirlo. Ed è per questo che applichiamo il cordone sanitario", ha aggiunto.

"Violazione della democrazia"

Di tutt'altra idea chi subisce il cordone sanitario, come gli eurodeputati della Lega, che definiscono la strategia una "violazione della democrazia".

"Non ho deciso io che il gruppo dei Patrioti è il terzo gruppo per dimensioni all'interno del Parlamento europeo, ma l'hanno deciso gli elettori. Per cui il fatto di andare contro la loro volontà, una volontà espressa democraticamente da milioni di elettori europei, rappresenta una grossissima assunzione di responsabilità, oltre che una mancanza di rispetto", ha dichiarato l'eurodeputato leghista Paolo Borchia, parte di Patrioti per l'Europa.

Cinque dei nuovi vicepresidenti del Parlamento provengono dai socialisti, tre dal Partito popolare europeo, due da Renew Europe, due dai Conservatori, uno ciascuno dai Verdi e dalla Sinistra.

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