EventsEventiPodcasts
Loader
Find Us
PUBBLICITÀ

Attori filorussi inondano intenzionalmente le redazioni di fake news per sopraffare i fact-checker

Il rapporto del Global Engagement Center del Dipartimento di Stato americano pubblicato il 5 agosto 2020
Il rapporto del Global Engagement Center del Dipartimento di Stato americano pubblicato il 5 agosto 2020 Diritti d'autore Jon Elswick/AP
Diritti d'autore Jon Elswick/AP
Di James Thomas
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Un nuovo rapporto afferma che lo schema cerca anche di amplificare alcune narrazioni false facendo sì che i giornalisti pubblichino le loro smentite e le condividano in lungo e in largo

PUBBLICITÀ

Secondo un nuovo studio, attori filorussi starebbero deliberatamente tempestando i giornalisti di notizie false, al fine di occupare personale per le verifiche e riuscire così ad ampliare la quantità di disinformazione in circolazione.

Denominata "Operazione Overload" dalla società finlandese di software e metodologie Check First, che ha pubblicato il rapporto, lo schema in corso coinvolge attori filorussi anonimi che contattano i giornalisti in una campagna coordinata per far loro verificare le sospette notizie false.

Lo stratagemma si basa sul semplice principio che "tutta la pubblicità è buona pubblicità". Le richieste di verifica sono solitamente rivolte a Ucraina, Francia e Germania e assumono la forma di e-mail e menzioni sui social media.

Come funziona l'operazione Overload

L'operazione Overload ha preso di mira finora più di 800 organizzazioni giornalistiche in Europa e altrove, colpendole con circa 2.400 tweet e più di 200 e-mail.

Anche Telegram ha svolto un ruolo significativo: la maggior parte dei link inviati ai giornalisti li ha portati all'app di messaggistica. Check First ha scoperto che negli ultimi mesi sono stati pubblicati più di 250 fact-check che citano le false narrazioni create per l'Operazione Overload.

Ad esempio, il mittente di un'e-mail citata nel rapporto si presenta come un cittadino preoccupato che avrebbe visto affermazioni sospette nei media russi e chiede ai giornalisti di dare un'occhiata.

In un'altra, l'autore chiarisce di volere che ogni verifica dei fatti venga condivisa ampiamente, in modo che possa essere vista da quante più persone possibile.

Secondo Check First, questo dimostra l'obiettivo dell'Operazione Overload di raggiungere un pubblico più ampio, indipendentemente dal fatto che la storia venga sfatata o meno.

Promuovere l'agenda militare del Cremlino

I colpevoli utilizzano quello che Check First chiama "amalgama di contenuti", in cui si mescolano diversi tipi di contenuti per creare una storia credibile e a più livelli. Essere inondati da notizie da verificare crea un falso senso di urgenza tra i giornalisti, portando al successo dello schema.

"L'operazione serve sia a scopi di propaganda nazionale che di Fimi (interferenza straniera e manipolazione dell'informazione)", ha dichiarato Check First. "Sebbene il nostro rapporto si concentri principalmente su quest'ultimo, è essenziale riconoscere che i contenuti falsi considerati hanno origine sulle piattaforme dei social media russi e si diffondono su siti web e blog in lingua russa, compresi i media statali, con l'obiettivo manifesto di promuovere l'agenda militare del Cremlino presso il pubblico locale".

Molte delle fake news assumono la forma di video e creano narrazioni per screditare i rifugiati ucraini che vivono in Occidente.

Questo video, ad esempio, utilizza le risorse di Euronews per diffondere la storia che un salone di bellezza ucraino in Polonia espone i clienti alle punture di zanzara per aiutarli a perdere peso.

Il falso video utilizza il logo di Euronews
Il falso video utilizza il logo di EuronewsCheck First

Una ricerca per immagini inversa mostra che il filmato è stato tratto da un video di YouTube andato in onda nel 2021, in cui una donna polacca viene arrestata a Danzica. Non ha nulla a che fare con l'Ucraina o gli ucraini.

Un altro video, erroneamente attribuito a Euronews, utilizza un vecchio filmato dell'economista francese Philippe Aghion per parlare della presunta crescente crisi economica della Francia.

Il destino del fact-checking

Sebbene possa sembrare che l'efficacia dei fact-checking sia stata messa in discussione, Check First esorta i giornalisti a rimanere vigili e a raddoppiare gli sforzi per reprimere i contenuti fuorvianti. L'azienda incoraggia i giornalisti a verificare l'identità di chiunque invii le proprie preoccupazioni via e-mail o social media.

"Quando si ricevono e-mail o Dm, soprattutto se si allude alla "propaganda del Cremlino", diffidare di e-mail e messaggi diretti non richiesti che contengono link o allegati relativi all'Ucraina, alla Russia o ad altri argomenti politicamente sensibili", afferma Check First.

I fact checkers sono incoraggiati a collaborare tra i media per identificare modelli e sforzi coordinati, migliorando la consapevolezza e la risposta collettiva. Check First suggerisce inoltre ai media di migliorare la formazione sulla cybersecurity e le best practice, come la segnalazione di e-mail sospette,

"Addestrate il vostro team a riconoscere l'amalgama dei contenuti, quando diversi tipi di contenuti manipolati vengono combinati per creare una falsa narrazione più convincente". "Questo include la comprensione di come video, immagini e testi correlati possano essere individuati in più punti vendita dubbi o pubblicati da account sospetti sui social media".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Ucraina: le forze russe continuano l'offensiva a Kharkiv. Blinken condanna la disinformazione russa

Disinformazione: il falso articolo di RTE sui fondi irlandesi per gli animali domestici ucraini

L'allarme Nato: disinformazione, sabotaggio e guerra informatica "azioni ibride russe preoccupanti"