Le acque reflue raccolte sono sottoposte a una serie di trattamenti successivi che permettono di filtrare granaglie e oli, particolato e inquinamento organico
Visita all'Aquiris di Bruxelles, il più grande del Belgio e uno dei più importanti d'Europa, in un impianto di depurazione delle acque reflue dove tutti i liquidi che gettiamo nei nostri gabinetti vengono purificati prima di essere restituiti alla natura.
Qui le acque reflue raccolte sono sottoposte a una serie di trattamenti successivi che permettono di filtrare granaglie e oli, particolato e inquinamento organico.
"Nel nostro centro - afferma Jean-François Mougel, direttore dell'impianto di Aquiris - possiamo trattare fino a 16,4 metri cubi al secondo, ovvero 16.400 litri di acqua.
E qui, in media, tratteremo 300 milioni di litri d'acqua al giorno".
Nell'Unione europea, il trattamento delle acque reflue è regolato da una direttiva del 1991, da allora l'inquinamento è aumentato e la tecnologia è migliorata.
Per allineare meglio le norme agli obiettivi politici dell'Ue, come l'azione per il clima, la circolarità dell'economia e la riduzione dell'inquinamento, nel 2022 la Commissione europea ha proposto una nuova direttiva che è ora all'esame del Comitato per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
In generale, la nuova direttiva prevede standard e obblighi più severi che le città dell'Ue dovranno rispettare.
Ciò richiede investimenti aggiuntivi, ma si tratta di denaro ben speso, secondo il relatore.
"Ci sarà un prezzo in entrambi i casi - dice Nils Torvalds, eurodeputato, Renew (Finlandia) - se non fai nulla, avrai costi medico-sanitari, una morte prematura.
Si paga in diversi modi, quindi pensa: ti piacerebbe farlo nel modo giusto o in quello sbagliato?".
Per l'industria idrica, la direttiva è sulla strada giusta, in quanto il testo cerca di portare il settore verso una mentalità diversa: trasformare il trattamento delle acque reflue in un polo di risorse, che potrebbe produrre energia come il biogas o recuperare l'azoto e il fosforo utilizzati in agricoltura.
Ma poiché tutto questo ha un prezzo, chi inquina di più dovrà pagarlo.
"Ci saranno tensioni sui bilanci pubblici - dice Tania Pentcheva, Xylem Water Solutions, Belgio - avremmo bisogno di vedere anche l'implementazione dello schema di responsabilità estesa del produttore, per quelle industrie che scientificamente inquinano le acque reflue e che devono contribuire".
Il Comitato ha ora tempo sino all'autunno per studiare il progetto.