Ecco come una foresta turca è diventata il luogo di una feroce resistenza alla miniera di carbone

Zehra Yıldırım, 88 anni, abbraccia un albero per proteggerlo dall'abbattimento, con la leader degli attivisti Esra Işık
Zehra Yıldırım, 88 anni, abbraccia un albero per proteggerlo dall'abbattimento, con la leader degli attivisti Esra Işık Diritti d'autore Beyond Fossil Fuels
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Di Lottie Limb Agenzie:  Reuters
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Con gli occhi del mondo puntati su Rodi per gli incendi, gli ambientalisti sottolineano l'ironia dell'abbattimento di alberi per la produzione di carbone in Turchia, dall'altra parte del Mediterraneo

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Gli abitanti di un villaggio turco sono stati colpiti da gas lacrimogeni mentre cercavano di proteggere la foresta di Akbelen dal disboscamento per la produzione di carbone.

Per due anni, gli abitanti della regione di Muğla hanno tenuto sotto controllo 780 acri di bosco, dove la società turca YK Energy sta cercando di espandere la sua miniera di carbone.

Qualche giorno fa, sono entrati in azione gli operai addetti al disboscamento, dando vita a ripetuti scontri tra manifestanti e Polizia.

"Mentre decine di migliaia di persone in tutta la regione mediterranea fuggono dagli incendi selvaggi causati dalla crisi climatica, è incomprensibile che si permetta a un'azienda di distruggere una foresta per espandere una miniera di carbone", afferma Duygu Kutluay, attivista di Beyond Fossil Fuels (BFF).

Ecco come si è evoluto il conflitto ambientale negli ultimi tempi.

Attivisti arrestati nella foresta di Akbelen

Questa settimana, sono stati schierati veicoli blindati e forze di sicurezza per impedire ai manifestanti di entrare nella foresta. 

La BFF sostiene che gli ecologisti sono stati colpiti con "raffiche di manganellate e gas lacrimogeni" dalla Gendarmeria turca, armata di scudi antisommossa e cannoni ad acqua.

"Alcuni attivisti sono stati ricoverati in ospedale, mia nonna è svenuta durante uno scontro con la Polizia, continueremo a resistere", afferma Esra Isik, portavoce di un comitato ambientalista locale.

Arman Atılgan, avvocato, ha dichiarato che 14 dimostranti accusati di "resistenza agli agenti di Polizia" sono stati arrestati durante le proteste: la Polizia di Muğla non ha sinora commentato l'accaduto.

Le proteste hanno attirato l'attenzione a livello nazionale e una delegazione guidata dal leader del CHP (il principale partito di opposizione turco), Kemal Kilicdaroglu, ha visitato l'area interessata di Akbelen per mostrare solidarietà ai manifestanti.

Perché le compagnie carbonifere stanno cercando di espandersi nella foresta?

Muğla vive "sotto la morsa" di tre centrali elettriche - Yatağan, Kemerköy, Yeniköy - da 40 anni, afferma la BFF.

Secondo un rapporto dell'Ong Climate Action Network Europe, negli ultimi 35 anni sono stati abbattuti otto villaggi per costruire miniere di carbone destinate a rifornire le centrali.

Per mantenere in funzione gli ultimi due impianti, YK Energy - che nel 2014 è stata acquistata dal gruppo turco Limak e da IC Ictas - sostiene che le riserve di lignite sotto la foresta di Akbelen devono essere estratte.

Dato che le centrali sono state costruite per funzionare con le proprietà chimiche delle riserve di carbone locali, l'azienda afferma che solo questo carbone può essere utilizzato.

"Queste centrali sono di importanza strategica per la Turchia, in quanto producono in media il 2,5% della domanda di elettricità del Paese e circa il 62% dell'elettricità utilizzata nella costa turca del Mar Egeo, un'importante risorsa per l'industria turistica del Paese - ha dichiarato un portavoce di YK Energy - se le attività minerarie non riprenderanno nel sito di Akbelen entro settembre 2023, la produzione di elettricità terminerà nel 2024".

Nel 2020, il ministero delle Foreste ha concesso a YK Energy il permesso di espandere la miniera a cielo aperto in 780 acri di foresta nell'area di Akbelen.

Ma le comunità locali, stufe della distruzione ambientale, hanno intentato una causa per opporsi alla decisione.

In che modo gli abitanti stanno combattendo per proteggere la foresta?

La battaglia legale è sfociata in scontri sul posto: nel luglio 2021, gli operai forestali che lavoravano per conto di YK Energy sono entrati e hanno abbattuto 30 alberi, dice la BFF, e questo ha spinto la popolazione locale a vigilare 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

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Un mese dopo, il primo tribunale amministrativo di Muğla ha stabilito che non si sarebbero potute effettuare ulteriori operazioni di sgombero finché non si fosse pronunciato sulla causa. 

Nel novembre 2022, però, una relazione di esperti nominati dal tribunale ha stabilito che la foresta era idonea all'attività estrattiva e quindi il blocco temporaneo del taglio degli alberi è stato revocato.

Tuttavia, la YK Energy non si è mossa subito: questa settimana sono ricominciati i lavori di bonifica e gli abitanti del luogo hanno reiterato la richiesta al tribunale di ripristinare il divieto temporaneo sino alla conclusione della causa.

Gli ambientalisti affermano che la foresta di Akbelen sarà completamente distrutta a breve se la deforestazione continuerà, evenienza alla quale sono determinati ad opporsi.

Forests feed us. We will not allow them to be cut down.
Zehra Yıldırım

"Non rinunceremo ai nostri campi, queste terre sono nostre, non le daremo a nessuno - dice Zehra Yıldırım, 88enne di İkizköy, proveniente da una famiglia di olivicoltori - hanno tagliato i nostri pini, la nostra acqua scorre sotto gli alberi: se questi vengono abbattuti, resteremo senz'acqua, le foreste ci nutrono, non permetteremo che vengano abbattute".

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"Dovremmo tutti essere grati agli eroi della foresta di Akbelen, molti dei quali anziani, che stanno mettendo in gioco la vita per opporsi a questa violenza contro le nostre comunità, la natura e il clima", aggiunge Duygu Kutluay, attivista di Beyond Fossil Fuels.

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