La Croazia entra in Schengen, Bulgaria e Romania restano fuori

La Croazia entra, Romania e Bulgaria restano ancora fuori. La riunione dei ministri degli Interni dell'Unione Europea ha dato il via libera a Zagabria, che entrerà a far parte dell'area Schengen dal primo gennaio 2023, stessa data in cui adottera l'Euro. La zona di libera circolazione include ora 23 Paesi dell'Unione, oltre a Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein.
Veti decisivi
Romania e Bulgaria dovranno ancora attendere per entrare nella zona di libera circolazione, tra le nazioni europee che hanno deciso di abolire le frontiere interne.
Il Consiglio degli Affari Interni molto atteso a Sofia e Bucarest si è rivelato amaro: rumeni e bulgari sono stati ancora una volta respinti all'ingresso, in questo caso per il veto di Austria e Paesi Bassi. Il governo di Vienna è preoccupato dall'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e teme che allargare la zona di libera circolazione significhi piu pressione ai propri confini.
Secondo il ministro dell'Interno austriaco Gerhard Karner, il 40% delle persone in arrivo passa proprio attraverso Romania e Bulgaria.
"Il sistema attuale non funziona. L'Austria ha avuto più di 100mila attraversamenti illegali, 75mila dei quali sono persone non registrate, pur essendo noi circondati da altri Paesi dell'area Schengen. A questo punto dobbiamo migliorare in modo significativo Schengen, prima di allargarlo. Pertanto, sono favorevole al rinvio del voto e all'inclusione di questi Paesi solo in seguito".
Il governo olandese, invece, era favorevole all'accesso della Romania ma non a quello della Bulgaria, per i problemi dello Stato balcanico legati a corruzione e rispetto dello Stato di diritto. Come spiegano fonti comunitarie, i dossier dei due Paesi vengono affrontati in contemporanea e l'accesso sarà garantito solo quando non ci saranno più obiezioni per nessuna delle due.
Obiettivo (ancora) mancato
Per entrare nell'Area Schengen, che copre gran parte dell'Europa e permette ai suoi abitanti di spostarsi senza dover esibire documenti alle frontiere, serve infattil'assenso unanime di tutti i suoi membri: un obiettivo che a rumeni e bulgari continua a sfuggire, anche quando sembra a portata di mano.
Il ministro dell'Interno bulgaro Ivan Demerdzhiev spera che il "dialogo construttivo" con i suoi omologhi porti a breve risultati concreti e ha ostentato ottimismo parlando con Euronews. Ma la delusione è palpabile e
Anche perché Demerdzhiev respinge le accuse austriache sulla questione migratoria: “L'Austria non ha dati precisi sulla provenienza di questi migranti. La nostra posizione e quella della Commissione è che la maggior parte dei flussi provenga dalla Serbia a causa della possibilita di arrivare in quel Paese senza visto".
Bulgaria e Romania fanno parte dell'Unione Europea dal 2007 e sono ritenuti pronte per aderire anche a Schengen sia dalla Commissione che dal Parlamento europeo. Ma nonostante questo non riescono a convincere tutti gli altri Stati.