Sarebbe il primo passo per l'ingresso nell'Unione Europea del Paese balcanico. Ma serve l'approvazione dei 27 Stati membri
La Commissione europea ha raccomandato la concessione alla Bosnia-Erzegovina dello status di Paese candidato all'ingresso nell'Unione. Una decisione che dovrà ora essere approvata, all'unanimità, dai 27 Stati membri ed è solo il primo passo di un lungo percorso.
Al governo di Sarajevo intanto vengono chieste riforme per adeguarsi agli standard e ai valori dell'Unione Europea.
Concessione e richieste
"Questa è la nostra offerta al popolo della Bosnia-Erzegovina. Ci aspettiamo che chi guida il Paese sappia sfuttare appieno questa opportunità", ha detto l commissario all’Allargamento Olivér Várhelyi, sottolineando come i leader politici bosniaci debbano concentrarsi sulle riforme necessarie.
Divisa in due entità e ancora oggi segnata da spinte indipendentiste, la Bosnia-Erzegovina è governata tramite un complesso sistema di rappresentanza, in cui i tre presidenti vengono scelti dalle principali comunità etniche del Paese: croati, in prevalenza cattolici, serbi, ortodossi e bosgnacchi, mususlmani.
Parecchie le lacune in tema di corruzione e lotta alla criminalità, così come avviene in altri Paesi della zona. Che però non devono essere scoraggiati nella loro prospettiva europea, secondo l'eurodeputato rumeno Victor Negrescu.
"Nella situazione attuale, molti di loro si sentono delusi e dimenticati. Ma i paesi dei Balcani occidentali hanno bisogno di avvicinarsi all'Unione Europea. Dobbiamo, almeno per alcuni di loro, concedere lo status di Paese candidato, per poter per rafforzare la nostra presenza, ma anche per mostrare loro che dovrebbero continuare sulla strada delle riforme che li porteranno dentro l'Unione europea".
La concessione dello status, comunque, non è garanzia di successo: altri sette Paesi sono al momento candidati a entrare nell'Unione: Albania, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia e Ucraina.
Alcuni di loro hanno perfino cominciato i negoziati di adesione, da anni, senza però registrare progressi significativi.