La contestazione degli ucraini alle pompe di servizio Lukoil

Lukoil ha 260 stazioni di serviwio tra Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi
Lukoil ha 260 stazioni di serviwio tra Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi Diritti d'autore AP Photo
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La compagnia petrolifera russa continua a operare in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi tramite un franchise locale, che si dice indipendente dalla casa madre. Ma l'ONG Promote Ukraine denuncia le royalty che finanziano la guerra e chiede il boicottaggio agli automobilisti

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"Quanti bambini hai ucciso oggi acquistando la benzina di Lukoil?" L'accusa di una donna a un ignaro automobilista è una scena piuttosto comune alle stazioni di servizio della compagnia petrolifera russa Lukoil in Belgio. Qui i manifestanti ucraini chiedono di boicottare l'azienda, che ritengono responsabile di finanziare la guerra nel loro Paese.

Franchise contestato

Lukoil è la seconda compagnia petrolifera più grandedella Russia e opera come entità locale indipendente in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, mentenendo aperte 260 stazioni. Lo spiega a Euronews Els Ruysen, manager della sezione marketing di Lukoil Benelux.

"Agiamo qui come una società locale con membri indipendenti. Impieghiamo personale locale, paghiamo le tasse qui e diamo lavoro a un migliaio persone. Come sapete, parte del petrolio della nostra benzina viene dalla Russia, ma è quello che succede anche in altre stazioni di servizio: nella miscela può sempre esserci, combustibile russo".

Il petrolio russo è presente per una quota stimata intorno al 30% dalla società, che comunque sottolinea di trovarsi in una situazione analoga a quella dei concorrenti: acuista i suoi rifornimenti nei mercati di Amsterdam, Rotterdam e Anversa, in cui almeno per il momento continua ad arrivare combustibile russo.

La ONG Promote Ukraine, tuttavia, denuncia collegamenti tra la società belga e la casa madre a Mosca.

"Tutte le stazioni di servizio Lukoil in Belgio funzionano con un contratto di franchising e in base a questo accordo gli imprenditori delle stazioni di servizio devono pagare le royalty per l'utilizzo del marchio Lukoil. Quelle royalty, alla fine dei conti, vanno alla Russia", dice a Euronews Oksana Bulda, membro dell'organizzazione. 

Petrolio con scadenza

Una narrazione che non convence tutti: Yousef, un giovane automobilista intervistato da Euronews, afferma: "Io vengo sempre qui. Mi diccono che sto finanziando una guerra, ma io non credo di finanziare una guerra, sto solo facendo benzina".

Di sicuro, la guerra in Ucraina sta danneggiando Lukoil, tanto che a marzo, il consiglio di amministrazione della compagnia ha auspicato "una fine rapida" di quello che definisce, senza troppe prese di posizione, il "conflitto armato". 

Anche perché, come le altre aziende del settore, Lukoil dovrà presto fare a meno del petrolio russo, la cui importazione nei Paesi dell'Unione europea sarà vietata a partire dal 2023, pur con varie eccezioni. Nei porti olandesi e belgi i carichi dovranno avere origini diverse.

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