L'eurodeputato a cui è stato vietato l'ingresso in Israele: "Una sanzione verso tutto il Parlamento"

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Di Aida Sanchez AlonsoGiulia Torbidoni
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Manu Pineda, eurodeputato e presidente della delegazione dell'Eurocamera per le relazioni con la Palestina, chiede all'UE misure di reciprocità e definisce il divieto di Israele al suo ingresso nel Paese una mancanza di rispetto verso tutto il Parlamento europeo.

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Manu Pineda, l'eurodeputato a cui è stato vietato l'ingresso in Israele, chiederà misure di reciprocità all'Unione europea se Israele non toglierà il suo veto.

Questa settimana, Pineda avrebbe dovuto guidare un gruppo di 6 eurodeputati in visita in Cisgiordania in qualità di presidente della Delegazione per le relazioni con la Palestina del Parlamento europeo. Ma dopo che Israele ha posto il suo veto all'ingresso di Pineda nel Paese, la visita è stata annullata.

Secondo Pineda, il motivo del no all'ingresso potrebbe essere da ricondurre alla sua richiesta di inserire un dibattito al Parlamento europeo sul caso della giornalista Shireen Abu Akleh, colpita a morte durante un raid dell'esercito israeliano nella Cisgiordania occupata.

"Lo interpreto come una tacita sanzione, non tanto contro di me, quando contro il Parlamento per aver preso posizione contro l'omicidio di questo giornalista. Questa è la mia interpretazione", sostiene Pineda. "Il Parlamento si è visto mancare di rispetto. Questo è un oltraggio al Parlamento", aggiunge. "Non sarei andato lì come Manu Pineda. Né come europarlamentare della Sinistra o di Izquierda Unida. Ma come presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Palestina", spiega.

Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, per caso in visita in Israele negli stessi giorni, ha discusso la questione con il ministro degli Esteri israeliano.

Ha anche fatto visita alla Knesset, il Parlamento israeliano, dove ha insistito sulla soluzione dei due Stati, ma non è stata accolta con favore da tutti i presenti.

"So che ci sono persone che non sono d'accordo. E so che ci sono state diverse false partenze in questo processo. So che non tutti vedono la pace come un obiettivo. E so quanto deve essere difficile dire a una madre il cui figlio è stato ucciso che la pace è la risposta. E ci sono troppe madri di questo tipo. Troppe", dichiara Metsola nel suo discorso.

L'UE ha sempre sostenuto l'idea di una soluzione a due Stati come unica via per la pace in Medio Oriente sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati.

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