Con una situazione parlamentare ormai ingovernabile, il premier israeliano Naftali Bennett ha sciolto la Knesset e ha indetto nuove elezioni (per la quinta volta in poco più di tre anni), forse in programma ad ottobre. L'obiettivo: evitare il ritorno al potere di Netanyahu
Israele torna al voto, per la quinta volta in poco più di tre anni.
Due settimane dopo la bocciatura del disegno di legge per estendere la protezione legale ai coloni nella Cisgiordania, questo lunedÌ 20 giugno il governo israeliano del premier Naftali Bennett - in carica dal 14 giugno 2021 - ha deciso di sciogliere la Knesset, il Parlamento, e di indire elezioni anticipate.
Il voto - visti i tempi legali e le festività ebraiche che partono a fine settembre - dovrebbe svolgersi alla fine di ottobre, probabilmente il 25 ottobre.
Il governo di transizione fino alle elezioni sarà guidato da Yair Lapid, 63 anni, ex presentatore e giornalista-tv, leader del movimento Yesh Atid, fino ad oggi ministro degli Esteri, alleato di Bennett e candidato a succedergli, nel 2023, nella prevista "staffetta".
Ora, il cambio della guardia avviene in anticipo, ma sono "temporaneamente".
Per il resto, è tutto da rifare.
Era da settimane, peraltro, che la coalizione di governo (destra, centro, sinistra e partito arabo Raam) era tenuta sotto scacco dalla minaccia di abbandono della maggioranza da parte di alcuni deputati.
Il governo, attualmente, dopo l'abbandono della deputata di Yamina (il partito di Bennett), Idit Silman, aveva 60 seggi, proprio come l'opposizione (i parlamentari sono in tutto 120).
Una situazione ingovernabile.
Ora, secondo il ministro della Giustizia, Gideon Saar, l'obiettivo delle elezioni è uno solo: impedire il ritorno al potere di Benjamin Netanyahu.