L'Ue riavvia gli aiuti umanitari all'Etiopia, presto 53 milioni di euro per il Tigré

L'Ue riavvia gli aiuti umanitari all'Etiopia, presto 53 milioni di euro per il Tigré
Diritti d'autore EDUARDO SOTERAS/AFP
Di Efi Koutsokosta
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L'inviato speciale Ue Haavisto: situazione catastrofica, stupro usato come arma sistematica contro i tigrini

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La Commissione europea ha annunciato nuovi aiuti umanitari all'Etiopia e un finanziamento da oltre 53 milioni di euro. A dicembre scorso aveva interrotto le forniture di beni primari perché non riuscivano a raggiungere le popolazioni colpite nella regione del Tigré dove il confronto militare tra il governo di Addis Abeba e il Fronte di liberazione popolare del Tigré ha provocato migliaia di vittime e oltre due milioni di sfollati.

Il conflitto è scoppiato lo scorso novembre nel Tigré, la regione più settentrionale dell'Etiopia, al confine con l'Eritrea, che ospita la maggior parte dei 7 milioni di abitanti di etnia tigrina del paese. La popolazione civile è da mesi vittima di violazioni di diritti umani di ogni genere, come constatato dal ministro degli esteri finlandese e inviato speciale dell'Unione europea, Pekka Haavisto, che ha recentemente visitato la regione. Incluso l'ospedale di Mekele dove ha parlato con molte vittime. 

"In Etiopia – ha detto Haavisto - l'Unione europea potrebbe assistere donne e ragazze che sono state vittime di abusi perché è evidente che in questo conflitto, lo stupro, individuale o di gruppo, per qualche motivo sia stato scelto come arma sistematica contro la popolazione civile. Bisogna fermare questa pratica adesso, perché ha assunto una portata catastrofica e sta causando paura e sofferenza tra i rifugiati, come ho potuto constatare di persona".

I disordini hanno sconfinato la linea del fronte eritrea-etiope, sono arrivati fino al Sudan e potrebbero destabilizzare l'intera regione del Corno d'Africa.

"Il conflitto – continua Haavisto - non accenna ad attenuarsi, la resistenza infatti sta reclutando sempre più giovani nei suoi ranghi. L'Eritrea ha poi promesso di ritirarsi dall'area, ma questo non è avvenuto. Quindi le truppe eritree sono ancora sul campo, la popolazione civile si trova in mezzo - denuncia il diplomatico - schiacciata tra le due fronti in conflitto, c'è chi fugge dove può, incluse le zone montuose dove la comunità internazionale non è stata in grado di fornire alcun aiuto umanitario."

L'Unione europea ha imposto sanzioni all'Eritrea per l'interferenza nel conflitto della vicina Etiopia e le conseguenti violazioni dei diritti umani.

Nonostante le violenze, l'Alto rappresentanteper la politica estera, Josep Borrell, ha confermato per il momento la presenza di osservatori europei, in occasione delle elezioni che si svolgeranno in Etiopia a giugno, ma solo se la situazioni non si aggrava ulteriormente.

Secondo l'esperto Theodore Murphy, direttore del Programma Africa, del Consiglio europeo per gli affari esteri, Ecfr: "È difficile collaborare con lo Stato etiope, che ha una lunga storia di difesa della propria sovranità. E non è mai stato colonizzato se non brevemente dagli italiani. Fare pressione per un cessate il fuoco sul governo etiope quindi non funziona", l'Ue deve cambiare strategia.

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