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Programma Alimentare Mondiale, allarme-carestia: 350.000 persone nel Tigrè rischiano la fame

Programma Alimentare Mondiale, allarme-carestia: 350.000 persone nel Tigrè rischiano la fame
Diritti d'autore  Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di Cristiano Tassinari & Euronews World - Agenzie Internazionali
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La regione del Tigrè è drammatico scenario di una guerra civile tra il governo dell'Etiopia e i separatisti del Fronte di Liberazione. Da novembre, sono migliaia le vittime, tra militari e civili. E pensare che il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2019...

Catastrofe umanitaria.
Pulizia etnica.
Parole terribili.

E nel Tigrè si rischia di morire di fame.

Rischio-carestia e una guerra dimenticata

Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite - Premio Nobel per la Pace 2020 - lancia l'allarme-carestia per le regioni etiopi dell'Amara, dell'Afar e, sopratutto, del Tigrè, drammatico scenario di una guerra tra separatisti e governo dell'Etiopia.

Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Lo sguardo sperduto di un bambino che vive nel Tigrè. Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Secondo l'ONU, la crisi umanitaria sta colpendo circa 350.000 persone.
Anche a causa dei saccheggi che hanno privato interi villaggi del raccolto e del bestiame, migliaia di persone del Tigrè rischiano di morire di fame.

Programma Alimentare Mondiale: "Abbiamo bisogno dell'accesso a quelle zone"

Il vice-direttore delle emergenze del Programma Alimentare Mondiale, Brian Lander, spiega:
"Ci sono indicazioni, purtroppo, di aver raggiunto la fase peggiore, la fase 5, che colpisce 353.000 persone nel Tigrè. Questo numero è destinato a salire oltre i 400.000 nei prossimi mesi, se non otterremo l'accesso di cui abbiamo bisogno per raggiungere quelle aree".

Euronews
Brian Lander durante l'intervista. Euronews

Etiopia: quel primo ministro premiato con il Nobel per la Pace...

Andrew Medichini/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
Abiy Ahmed in visita a Papa Francesco in Vaticano, nel gennaio 2019. Andrew Medichini/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved

L'ONU ha, infatti, criticato aspramente l'Etiopia per il divieto d'accesso a tutte le zone del Tigrè anche per gli operatori umanitari che cercano di consegnare gli aiuti di primissima necessità.

E' ancora impossibile calcolare le migliaia di civili e militari - si parla addirittura di "pulizia etnica" - vittime delle violente tensioni politiche, esplose il 4 novembre scorso, tra il governo del primo ministro etiope Abiy Ahmed - paradossalmente insignito del Premio Nobel per la Pace 2019 - e i leader separatisti del Fronte Popolare per la Liberazione del Tigrè.
Contro i quali. ora, a fianco dell'Etiopia, si è schierata anche l'Eritrea.

Ordine di invasione

Il conflitto è iniziato lo scorso 4 novembre, quando il premier Ahmed ha ordinato l'invasione dello regione del Tigrè, che si era ribellata alle trasformazioni in atto nel Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope, "sigla-ombrello" sotto la quale confluisce anche il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè, i cui dirigenti hanno indetto una elezione, il cui esito, a fronte di una partecipazione di quasi tre milioni di elettori (la quasi totalità degli aventi diritto) e della sostanziale regolarità riscontrata dagli osservatori internazionali, non è mai stato riconosciuto da Ahmed.

Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Una scena tristemente comune nel Tigrè. Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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