Covid, il "passaporto vaccinale" europeo sarà valido solo con vaccini approvati dall'Ema

Covid, il "passaporto vaccinale" europeo sarà valido solo con vaccini approvati dall'Ema
Diritti d'autore Boris Roessler/DPA via AP
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Di Redazione di Bruxelles
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Si punta ad uno "strumento vincolante" per tutti gli stati membri prima dell'estate.

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Fonti di Bruxelles rivelano ad Euronews che la proposta del cosiddetto Green Pass - che verrà presentata il prossimo 17 marzo per favorire la libera circolazione all'interno dell'Unione europea - sarà valida solamente per le vaccinazioni approvate dall'Ema.

Ciò potrebbe potenzialmente significare che centinaia di migliaia di cittadini dell'UE vaccinati con vaccini russi o cinesi saranno esclusi dalla possibilità di viaggiare. Il certificato dell'UE dimostrerà lo stato di salute del cittadino: se è stato vaccinato, se è guarito dalla malattia o risultato negativo a un test molecolare. Solo in queste condizioni potrà essere libero di viaggiare.

Giovedì due commissari europei hanno parlato della questione a porte chiuse al Parlamento europeo e secondo le informazioni pervenute a Euronews hanno affermato che i vaccini che non hanno superato l'autorizzazione dell'Agenzia europea del farmaco non saranno inclusi nel certificato, in quanto non coperti dalla clausola di responsabilità dell'UE e dal controllo della qualità.

Finora l'Ungheria è l'unico paese dell'UE a utilizzare il vaccino russo Sputnik V e il cinese Sinopharm con autorizzazione nazionale in via emergenziale. La decisione dell'UE potrebbe essere un duro colpo per centinaia di migliaia di persone disposte a viaggiare.

Tuttavia Sputnik V ha iniziato il processo di valutazione da parte dell'Ema e, se dovesse essere approvato, rientrerà nel passaporto vaccinale europeo.

István Ujhelyi, eurodeputato ungherese si dice però arrabbiato con il governo del Primo ministro Orbàn.

"Come eurodeputato ungherese sottolineerò che non si può escludere dal sistema comune europeo quelle persone che hanno ricevuto vaccini non autorizzati dall'UE. Ma è responsabilità del governo ungherese risolvere questa situazione, il gverno ungherese ha creato questa trappola e ora deve risolverla".

Come chiariscono le nostre fonti, il commissario UE per la giustizia, Didier Reynders, ha detto che gli stati membri sono liberi di far vaccinare i loro cittadini con altri prodotti, ma non sarà loro assegnato un certificato di viaggio autorizzato - a meno che il vaccino provenga da una delle aziende che già hanno avuto il via libera dall'Ema.

Al momento sono quattro: Pfizer/BioNtech, AstraZeneca, Moderna e Johnson&Johnson.

La durata del certificato verde digitale dovrebbe essere limitata alla fine della pandemia di Covid-19, ci indicano da Bruxelles. Test negativi e possibilità di quarantena continueranno ad essere altri fattori che renderanno possibile la libera circolazione: la vaccinazione, quindi, non sarà una pre-condizione per potersi muovere liberamente.

Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale e cartaceo.

Reynders ha indicato giovedì che la protezione dei dati e le preoccupazioni circa le possibili discriminazioni a chi non sarà ancora vaccinato rimangono preoccupazioni chiave per la Commissione europea.

L'organo esecutivo sta lavorando su una proposta per un certificato di viaggio Covid-19, ma la fuga di notizie di venerdì mostra che si sta discutendo anche di come scegliere le vaccinazioni che ritenute valide in questo documento.

Reynders mira ad accelerare la proposta al Parlamento europeo ed arrivare ad uno "strumento vincolante" per tutti gli stati membri prima dell'estate.

Con la sua proposta di un passaporto vaccinale digitale, la UE punta ad aumentare i volumi di spostamenti e traffico passeggeri in estate.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto che sarebbe tecnicamente possibile sviluppare un "pass verde" entro circa tre mesi, utilizzando i dati che indicano se una persona è stata vaccinata, è risultata negativa o è immune dopo aver contratto la malattia.

Tuttavia, molte questioni politiche devono prima essere risolte.

I certificati potrebbero aiutare a facilitare il ritorno in caso di viaggi aerei, e possibilmente evitare un'altra disastrosa stagione estiva per il settore turistico.

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I Paesi dell'Europa meridionale che dipendono dal turismo, come Grecia, Spagna e Portogallo, sostengono la proposta, mentre quelli del nord, come la Germania, hanno delle riserve sul funzionamento di tali certificati.

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