Ungheria, ecco il contratto d'acquisto Sputnik: se qualcosa va storto, Russia senza responsabilità

Un farmacista ungherese mostra la confezione del vaccino Sputnik V che inoculerà ai suoi clienti della città di Miskolc
Un farmacista ungherese mostra la confezione del vaccino Sputnik V che inoculerà ai suoi clienti della città di Miskolc Diritti d'autore Janos Vajda/MTVA - Media Service Support and Asset Management Fund
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Di Gábor Council
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Il contratto russo addossa tutte le responsabilità per eventuali "effetti negativi" sull'acquirente. Secondo la legge russa, tutte le controversie legate al contratto saranno risolte in base al diritto russo davanti ad un tribunale di Mosca.

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Un ministro del governo ungherese di Viktor Orbán ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una copia dei contratti d'acquisto dei vaccini russo e cinese anti-Covid. Nello specifico si tratta del documento d'acquisto di Sputnik V e di un altro contratto tra le autorità e una casa farmaceutica ungherese, Danubia Pharma Kft., per il vaccino Sinopharm.

Ecco i punti principali dei due patti, rivelati da Gulyás Gergely, importante membro del partito al potere in Ungheria, Fidesz. 

  • Una dose di Sinopharm costa all'Ungheria 30€ + Iva (5% per dose); 
  • La maggior parte delle 5 milioni di dosi Sinopharm, 3.5 milioni, arriverà tra il 15 maggio e il 15 giugno; 
  • L'Ungheria compra il vaccino cinese tramite una compagnia intermediaria, ma non è chiaro a quanto quest'ultima acquista le dosi dalla Cina; 
  • L'Ungheria paga almeno 8€ in più per ciascuna dose Sinopharm rispetto al Perù; 
  • Una dose del vaccino russo Sputnik V costa a Budapest 20 dollari; 
  • **Il contratto russo addossa tutte le responsabilità per eventuali "effetti negativi" sull'acquirente; **
  • **Secondo la legge russa, tutte le controversie legate al contratto saranno risolte in base al diritto russo davanti al tribunale arbitrale della Camera di commercio e industria russa; **

In entrambi i casi, la parte contraente è il Centro Nazionale di Salute Pubblica, rappresentato da Cecília Müller, National Chief Medical Officer. 

In base al contratto Sinopharm, Danubia Pharma è tenuta a consegnare e conservare 500mila dosi del vaccino entro il 15 marzo, altre 500mila dosi entro il 15 aprile, ancora 500mila dosi entro il 15 maggio e 3,5 milioni di dosi entro il 15 giugno presso i magazzini indicati nel contratto. 

Il prezzo di acquisto di 30 euro + 5% di IVA per dose è più caro rispetto a quanto offerto in Perù: 21-22 euro ($ 26) a dose. Una differenza che non si giustifica con il quantitativo di dosi ordinate, in quanto il Perù - una popolazione tripla rispetto all'Ungheria - ha ordinato finora solo un milione di fiale. L'Ungheria ha una popolazione di quasi 10 milioni di abitanti.

La società intermediaria ha un fatturato di 300 milioni di fiorini ungheresi all'anno (oltre 800mila euro). 

Interessante notare che il contratto non specifica le condizioni in base alle quali il vaccino viene ottenuto dall'azienda intermediaria, e gli standard di qualità sono trattati a parte. 

Vaccino russo a proprio rischio

Quanto al contratto russo, è stato siglato con una società russa partner del Centro Nazionale di Salute Pubblica (NNK). Sono stati ordinati i primi 3mila vaccini per 19.99$, seguiti da un milione di vaccini con una modifica contrattuale. Entro 30 giorni dalla firma dovranno arrivare 300mila dosi di vaccino, entro 60 giorni ulteriori 500mila dosi ed entro 90 giorni altre 200mila fiale. 

Tutti i costi di stoccaggio e spedizione sono a carico dell'acquirente. Il cliente è responsabile di tutti gli eventi avversi, effetti collaterali, problemi dovuti ad efficacia insufficiente, avvelenamento e reazioni allergiche o qualsiasi altro evento negativo. Le controversie sul trattato sono risolte in base al diritto russo, escludendo completamente qualsiasi soluzione di diritto internazionale privato. 

Qualsiasi controversia derivante dal contratto sarà risolta dinanzi al Tribunale arbitrale della Camera di commercio e industria russa.

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