Immigrazione: accordo sulla redistribuzione al vertice di Malta

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Di Elena Cavallone Agenzie:  Ansa
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The Brief From Brussels: incontro tra i ministri dell'interno di Francia, Germania, Italia e Malta per rispondere all'emergenza umanitaria in mare

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Via libera all'intesa sulla ricollocazione dei migranti. I ministri dell'Interno di Italia, Francia, Germania, Finlandia e Malta riuniti a La Valletta hanno raggiunto un accordo sulla gestione dei migranti che arrivano in Europa lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Si tratta del primo passo verso il superamento del regolamento di Dublino.

L'intesa riguarda solo i migranti soccorsi dalle navi delle Ong e da quelle militari, come spiega il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Dall'accordo sono dunque esclusi tutti quei migranti che autonomamente raggiungono le coste italiane e di Malta.

Non mancano pero aspetti innovativi. Il ministro dell'Interno italiano, Luciana Lamorgese, ha sottolineato anche che con questo accordo viene stabilita la "rotazione volontaria" dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi. L'accordo prevede inoltre la "redistribuzione dei migranti su base obbligatoria" con un sistema di quote che verrà stabilito in base a quanti dei 28 paesi dell'Ue parteciperanno all'intesa.

Si prevede inoltre un tempo di circa 4 settimane per i ricollocamenti e, soprattutto, la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.

Nelle settimane precedenti all'incontro Berlino e Parigi avevano già fatto sapere di esser pronte a farsi carico di un quarto dei migranti strappati alle onde. Ora sperano che altri stati europei si uniscano all'appello.

"È molto importante per me che, dopo anni di lotte sulla legislazione in materia di asilo in Europa si stiano facendo progressi- afferma il ministro tedesco, Horst Seehofer al suo arrivo - E il primo passo è un accordo sulla gestione delle operazioni di salvataggio e delle emergenze in mare".

Parole che gettano uno spiraglio di luce sulle possibilità di rivedere in futuro le politiche migratorie dell'UE. La chiusura dei porti da parte del precedente governo italiano e la criminalizzazione delle attività delle ONG - culminata con l'arresto della capitana della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete - avevano generato tensioni in tutta Europa.

Ora sembra invece esserci spazio per il dialogo con il nuovo governo di Roma. Tuttavia, si tratta di una soluzione temporanea basata sulla volontà degli Stati membri di aderire a questo schema, sottolinea Segio Carrera, esperto di immigrazione presso il CEPS.

"Viene da chiedersi perché solo paesi come la Germania e la Francia si dovrebbero assumersi tale responsabilità. Dovrebbe essere una responsabilità di tutti gli Stati membri dell'Unione europea partecipare alla distribuzione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. La solidarietà à la carte non è qualcosa di praticabile in un'Unione europea basata sul principio della condivisione della responsabilità tra tutti gli Stati membri di Schengen".

Dal canto suo la Commissione europea si impegna a sostenere finanziariamente gli Stati membri che decidono di prendere parte a questo schema.

Previsti 6000 euro per ciascun migrante ridistribuito e 500 euro per i costi per il trasferimento. Frontex, invece, dovrebbe coprire i costi per eventuali rimpatri.

L'accordo raggiunto a La Valletta sarà discusso nel Consiglio affari interni che si terrà a Lussemburgo l'8 ottobre.

Tuttavia, fanno notare alcuni fonti europee, ci sono alcuni stati membri che tra poco andranno alle urne ed è difficile dare per scontato che vorranno compromettersi su un tema cosi sensibile come l'immigrazione.

Al di là della getione delle emergenze bisognerà testare la volontà politica dei governi nazionali davanti ad una vera revisione delle regole sul sistema comune di asilo, finora osteggiata proprio in seno al Consilgio europeo. La speranza è che la Commissione europea presenti al più preso un nuovo patto sull'immigrazione, come promesso dalla presidente eletta, Ursula Von der Leyen.

Le reazioni all'intesa

Per Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans, l'accordo "è il benvenuto se permetterà di sbloccare lo stallo nel Mediterraneo". L'intesa però deve essere accompagnata dall'immediato "dissequestro di tutte le navi della società civile ancorate in banchina mentre le persone annegano". Il tema delle ricollocazioni è comunque marginale rispetto alla "necessità di rinegoziare gli accordi con Tripoli".

Per Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, l'accordo è solo un contentino dato all'Italia, anche perché "riguarderà i richiedenti asilo e non i migranti economici che costituiscono la parte più consistente dell'immigrazione. Sostanzialmente ce li dovremmo prendere tutti noi, quindi non parlerei di una grande vittoria".

Le interviste integrali a Sciurba e Romeo nel video ⬇️

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