Tensioni nel mar d'Azov, draghi di plastica e accordo sul nucleare

Tensioni nel mar d'Azov, draghi di plastica e accordo sul nucleare
Diritti d'autore REUTERS/Pavel Rebrov
Di Elena Cavallone
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

The Brief: l'attualità europea da Bruxelles

PUBBLICITÀ

E' un gioco pericoloso quello che si sta svolgendo nel Mar d'Azov, dove domenica la marina russa ha attaccato e sequestrato alcune navi ucraine, accusate di entrare illegalmente in acque russe. NATO e dell'Unione Europea che hanno condannato l'azione dei russi e invitato a cessare le provocazioni.

La Russia ha chiuso lo stretto di Kerch al il traffico marittimo, posizionando una grande nave sotto il ponte che lo attraversa. Il passaggio è stato riaperto lunedì. A due navi della guardia costiera ucraine è stato impedito di entrare nel Mar d' Azov. L'ambasciatore della Russia presso l'UE spiega la presenza navale nell'area.

"Per ragioni geologiche, il passaggio verso il mare di Azov attraverso il canale di Kerch-Yenikale è difficile- spiega Vladimir Chizov-. Si tratta di un canale è stretto che deve essere regolarmente approfondito. Ecco perché le navi lo salpano in convogli scortati dal navi della guardia costiera della Russia".

La marina russa, inoltre, ha sottoposto a ispezione 150 navi in partenza e in uscita dai porti ucraini, rallentando il traffico merci. Per Bruno Lete, del German Marshall Fund si tratta di una violazione del diritto internazionale.

"Dovrebbe essere fatto secondo il diritto internazionale, in coordinamento con altri paesi che utilizzando questo passaggio. La Russia si sarebbe dovuta coordinare almeno con l'Ucraina per imbarcarsi su quelle navi e ispezionarle o per aiutare quelle navi a passare lo stretto. La Russia non ha fatto nulla di ciò".

Dopo l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia nel 2014, le tensioni tra Mosca e Kiev si sono concentrate in questa regione del Mar Nero, le cui acque sono legalmente riconosciute come condivise dai due paesi.

Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha per tutta risposta invocato la legge marziale, che verrà applicata dal 26 novembre al 25 gennaio 2019. La decisione appare insolita, in quanto l'Ucraina non ha mai adottato la legge marziale, nemmeno quando Mosca si è impossessata della Crimea. Tantomeno il presidente ucraino ha imposto la legge marziale a fronte del conflitto che continua a provocare morti in Ucraina orientale, dove le forze governative si scontrano con i separatisti filorussi.

Satvolta, pero', è diverso: mancano solo pochi mesi alle elezioni presidenziali, previste per marzo e la popolarità del presidente Poroshenko è molto bassa, stando ai sondaggi.

Imporre la legge marziale significherebbe maggiore controllo dello Stato sulla vita pubblica, sulla giustizia e in generale maggiore repressione e restrizione dei diritti.

UE- Iran non cedono sul nucleare

L'accordo sul nucleare iraniano va mantenuto. Questo l'impegno ribadito lunedì dal Commissario europeo per l'energia Canete, In vista dei colloqui UE-Iran sulla cooperazione nucleare civile. Bruxelles e Teheran non intendono cedere alle pressioni del presidente americano Donald Trump che ha deciso di abbandonare lo storico patto.

Un drago di plastica "minaccia" l'UE

Un drago di 3 metri che Vomita plastica: con questa provocazione gli attivisti a Bruxelles hanno voluto sensibilizzare l'opinione pubblica al problema dell'inquinamento della plastica. La settimana prossima, la Commissione,Parlamento e Consiglio europeo negoziaranno nuove leggi per ridurre la plastica monouso e attivisti temono le pressioni dell'industria.

Gli expat non fermeranno la Brexit

A fermare la Brexit ci provano gli expat ma senza successo. Lunedì La corte di Giustizia europea ha respinto un caso presentato da tredici cittadini britannici residenti all'estero. I ricorrenti sostenevano che il processo che ha innescato la Brexit fosse illegale perché gli espatriati da più di 15 anni non hanno potuto votare nel referendum.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Russia-Ucraina, Mar d'Azov da sempre "tema sensibile"

Ucraina: separatisti al voto che nessuno riconosce

Sondaggio Ipsos per Euronews: aiuti all'Ucraina, a favore il 70 per cento degli europei