Dopo lunghe trattative i Paesi che hanno partecipato alla conferenza sul clima hanno trovato un accordo. Ma al testo finale manca la menzione sull'uscita graduale dai combustibili fossili
I negoziati sul clima delle Nazioni Unite in Brasile hanno raggiunto sabato un accordo sottotono per destinare maggiori fondi ai Paesi più colpiti dal cambiamento climatico, aiutandoli ad adattarsi alla violenza degli eventi meteorologici estremi.
Tuttavia, l'accordo non include un piano dettagliato ed esplicito per l'uscita graduale dai combustibili fossili né per rafforzare gli attuali piani di riduzione delle emissioni, considerati inadeguati.
La presidenza brasiliana della conferenza ha dichiarato che presenterà in un secondo momento una tabella di marcia per l'abbandono dei combustibili fossili, lavorando con la linea intransigente della Colombia, ma questa non avrà lo stesso peso vincolante di un documento approvato ufficialmente durante la conferenza Onu, nota come Cop30.
L'intesa è stata approvata sabato, dopo che i negoziatori avevano ampiamente superato la scadenza per la conclusione dei lavori prevista per il giorno precedente. L'accordo è stato elaborato dopo oltre 12 ore di riunioni svoltesi tra la notte fonda e le prime ore del mattino nell'ufficio del presidente della Cop30, André Corrêa do Lago.
Guardando al futuro, Do Lago ha affermato che le difficili discussioni avviate a Belém proseguiranno sotto la guida del Brasile fino alla prossima conferenza annuale, "anche se non si riflettono nel testo che abbiamo appena approvato". Do Lago ha precisato che il piano di transizione dai combustibili fossili sarà contenuto in una proposta separata rilasciata successivamente dal suo team, la quale però non avrà lo stesso peso di un accordo accettato dalle nazioni durante la conferenza.
Tuttavia, i critici hanno espresso forte disappunto per l'accordo raggiunto sabato. "È un risultato debole", ha dichiarato l'ex negoziatore filippino Jasper Inventor, ora membro di Greenpeace International.
L'esito è stato definito debole e inadeguato da molti, con il negoziatore di Panama, Juan Carlos Monterrey Gomez, che si è scagliato contro l'intesa.
"Una decisione sul clima che non riesce nemmeno a pronunciare 'combustibili fossili' non è neutralità, è complicità. E ciò che sta accadendo qui trascende l'incompetenza", ha detto Monterrey Gomez. "La scienza è stata cancellata dalla COP30 perché offende chi inquina".