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Il vuoto europeo nella politica climatica: un test per la credibilità alla Cop30

L'UE sceglie di non presentare nuovi obiettivi prima della COP30
L'UE sceglie di non presentare nuovi obiettivi prima della COP30 Diritti d'autore  Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di Artur Capuani
Pubblicato il
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L’Unione europea non ha ancora presentato le nuove Ndc (contributi determinati a livello nazionale) in vista della Cop30, mettendo in discussione il suo storico ruolo di leader nella lotta al cambiamento climatico

Tradizionalmente considerata un faro nella definizione degli obiettivi climatici globali, l’Unione europea si trova oggi in difficoltà nel rispettare i tempi per la presentazione delle nuove Ndc (Nationally determined contributions) in vista della Cop30 che si terrà dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, Brasile.

Il ritardo dell’Europa

Mentre altri grandi attori internazionali hanno già annunciato o aggiornato i loro impegni climatici, l’Ue non ha ancora formalizzato una nuova Ndc che copra il periodo intermedio – in particolare il 2035 – né ha definito con chiarezza la traiettoria al 2040.

In una riunione del Consiglio dei ministri dell’Ambiente tenutasi il 22 ottobre, è stato nuovamente rinviato un accordo sui due target chiave (2035-2040). Nonostante la Commissione europea avesse proposto un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento entro il 2040 (rispetto al 1990) nella sua legge sul clima, tale proposta non ha trovato ancora consenso tra i Paesi membri.

Le Ndc rappresentano i piani che ogni Paese si impegna a seguire per contribuire all’obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Se una forza trainante come l’Ue ritarda o mostra segnali di debolezza, ciò può minare la fiducia e l’efficacia della diplomazia climatica. Una recente analisi segnala che, finora, le Ndc presentate da molti Paesi porterebbero a una riduzione delle emissioni di appena il 10 per cento entro il 2035 rispetto al 2019 — ben al di sotto di ciò che servirebbe per il 1,5 °C.

La situazione interna all’Ue

Le divisioni tra Paesi membri sono evidenti. Alcuni, come Italia e Polonia, hanno espresso dubbi sull’adozione del target meno 90 per cento entro il 2040, citando costi elevati per le industrie e la necessità di maggiore flessibilità. Altri, come Spagna o Svezia, spingono per obiettivi più ambiziosi. Sul tavolo è anche il tema dei crediti di carbonio internazionali: quanto potrà contare l’Ue su essi per raggiungere i target? La questione è controversa.

Le implicazioni diplomatiche e politiche

Il ritardo dell’Ue arriva in un momento cruciale: la Cop30 in Brasile sarà un banco di prova per la cooperazione globale sul clima. L’assenza di un impegno formale dell’Ue potrebbe indebolire la sua credibilità come leader in materia climatica e spingere altri Paesi a meno ambizione.

Ad esempio, un diplomatica dell’Unione europea ha dichiarato che il blocco è “sul filo del rasoio” nel riuscire a presentare un target prima del summit. La presidenza brasiliana della Cop auspica che l’Ue si presenti con una nuova Ndc durante la “pre-Cop”, ma la mancata consegna ha deluso molti Paesi e settori economici, secondo l’analisi del ricercatore brasiliano André Guimarães.

Il percorso ancora da compiere

L’Ue ha annunciato di essere “sulla strada” per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, e ha dichiarato che presenterà la sua Ndc durante l’evento di Belém. Nel frattempo, è stata adottata una "dichiarazione di intenti" che fissa per il 2035 una riduzione tra il meno 66,25 per cento e il meno 72,5 per cento rispetto al 1990. Tuttavia, questa non è ancora una Ndc formale e manca l’accordo sul 2040.

L'Onu evidenzia i progressi, ma chiede un'azione più rapida

Questa settimana l'Onu ha pubblicato il rapporto che fa il punto sui 64 NDC presentati prima di settembre. Anche se l'analisi è ancora incompleta senza l'Ue, il rapporto indica che le emissioni dovrebbero raggiungere il picco prima del 2030 e scendere tra l'11 per cento e il 24 per cento entro il 2035, rispetto al 2019. Secondo l'organizzazione, sebbene il mondo stia facendo progressi ogni anno, è urgente accelerare il ritmo e incoraggiare più Paesi ad adottare misure climatiche più ambiziose.

L'esperto brasiliano ha sottolineato l'importanza della cooperazione internazionale durante la Cop30 se si vogliono raggiungere gli obiettivi: "La crisi climatica non sarà risolta da pochi Paesi. O tutti partecipano, o non saremo in grado di trovare soluzioni".

La parola scelta dalla presidenza della COP per simboleggiare questo approccio è "mutirão". È un termine molto brasiliano: non significa solo "lavorare insieme", ma lavorare insieme per il bene collettivo. È un concetto sofisticato, presente nelle pratiche dei popoli indigeni, che cacciano, producono e costruiscono collettivamente. Questa saggezza riassume ciò che dobbiamo fare di fronte alla crisi climatica: agire insieme, in modo cooperativo e solidale, per il bene comune".

📅 Quando e dove

  • COP30: dal 10 al 21 novembre 2025
  • Luogo: Belém, Brasile
  • È la prima COP organizzata interamente in Amazzonia, scelta simbolica per sottolineare l’importanza della biodiversità e della cooperazione globale.
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