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Crisi climatica, appello di eurodeputati ed esperti: gli oceani devono essere prioritari alla Cop30

Il Presidente francese Emmanuel Macron scatta un selfie con i membri della sua squadra dopo una conferenza stampa durante la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (UNOC3) a Nizza.
Il Presidente francese Emmanuel Macron scatta un selfie con i membri della sua squadra dopo una conferenza stampa durante la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (UNOC3) a Nizza. Diritti d'autore  AP Photo/Laurent Cipriani
Diritti d'autore AP Photo/Laurent Cipriani
Di Kira Taylor
Pubblicato il
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Al vertice sul clima in Brasile, attivisti, europarlamentari ed esperti hanno lanciato un appello all'Unoc3 per la protezione degli oceani

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L'oceano è essenziale per limitare l'aumento della temperatura globale. Cattura circa il trenta per cento di tutte le emissioni di anidride carbonica e il 90 per cento del calore in eccesso generato da queste, ma è stato trascurato nella conversazione su come limitare la crisi climatica.

Questa situazione è sempre più preoccupante, poiché gli oceani subiscono le conseguenze dell'eccesso di anidride carbonica, tra cui l'acidificazione e l'aumento della temperatura dei mari. Queste conseguenze hanno un impatto significativo sugli ecosistemi, sulle comunità che vi fanno affidamento e sul ruolo dell'oceano come regolatore del clima.

All'Unoc3 appello per inserire gli oceani nei colloqui sul clima

"Il mondo sta bruciando. I nostri oceani sono in ebollizione. Gli scienziati parlano degli effetti che stiamo avendo, ondate di calore anche nei nostri oceani, e l'innalzamento del livello del mare ci minaccia di sommergerci", ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron alla plenaria di apertura della conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (Unoc) tenutasi a Nizza questa settimana.

La conferenza ha visto quella che Macron ha definito "una mobilitazione senza precedenti" per gli oceani, con oltre 120 Paesi, 50 leader mondiali e 10mila persone presenti. È stata inoltre espressa una forte spinta per iniziare a includere gli oceani nei colloqui sul clima e sulla biodiversità, compresa la conferenza sul clima Cop30 che si terrà in Brasile a novembre.

Questo segnerebbe un grande cambiamento rispetto alle discussioni precedenti. Anche l'Accordo di Parigi, il trattato storico che mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, contiene solo una menzione degli oceani, sottolineando l'importanza di garantire l'integrità di tutti gli ecosistemi.

"Siamo molto, molto in ritardo. Siamo all'Unoc3, le Cop sul clima sono alla Cop30. Sfortunatamente, le Cop sul clima, così come altre conferenze simili, non hanno integrato adeguatamente l'oceano. Quindi, dal punto di vista scientifico stiamo recuperando, ma dal punto di vista politico stiamo ancora recuperando molto, molto, molto", ha affermato Louis Lambrechts della Fondazione oceano azul.

Discussioni sugli oceani in vista della Cop30

Parlando all'inizio del vertice, Marcon ha sottolineato il potenziale di cattura del carbonio dell'oceano e il suo ruolo di regolatore del clima, evidenziando la necessità di agire per proteggerlo, soprattutto in vista della Cop30. Lambrechts spiega a Euronews Green che è fondamentale creare coerenza tra i silos del clima, della biodiversità e degli oceani.

"Ciò che dovrebbe emergere da questa conferenza (...) dovrebbe essere un messaggio molto chiaro verso la prossima Cop sul clima che si terrà in Brasile nel corso dell'anno, sul perché è così fondamentale che l'oceano venga affrontato e considerato in modo adeguato nei dibattiti", ha dichiarato Lambrechts. "Qualsiasi obiettivo o azione che stiamo cercando di intraprendere sul clima sarebbe del tutto irrealistico se l'oceano non fosse lì a giocare il gioco con noi", ha aggiunto.

Isabella Lövin, ex ministra svedese per il clima e l'ambiente e ora membro dei Verdi al Parlamento europeo, ha descritto come, durante il suo periodo di governo, si sia battuta per far entrare gli oceani nella conversazione sul clima, ma ha detto che questo cambiamento ha richiesto molto tempo.

 Il parco nazionale di Port-Cros in Francia in vista della conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, 7 giugno 2025
Il parco nazionale di Port-Cros in Francia in vista della conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, 7 giugno 2025 AP Photo/Annika Hammerschlag

"Le persone hanno così tante cose a cui pensare, ciò che sta accadendo sulla terraferma e con le foreste, l'atmosfera e la criosfera e così via, ma gli oceani sono davvero uno dei due principali regolatori del clima, quindi abbiamo bisogno di avere molte più conversazioni su come preservare l'oceano per rimanere al di sotto di 1,5 C", ha spiegato l'eurodeputata.

Analogamente, Ana Vasconcelos, eurodeputata di Renew Europe, ha avvertito che, dal punto di vista politico, ignorare l'oceano nei negoziati sul clima e sull'economia è un fallimento.

"L'Europa deve andare alla Cop30 con un messaggio chiaro: l'oceano non è uno sfondo, è un attore climatico in prima linea. Voglio che l'Unoc produca impegni reali e concreti che riflettano la portata della crisi e il ruolo dell'oceano nel risolverla", ha dichiarato Vasconcelos.

Ciò include la definizione di linee guida chiare e attuabili per la governance globale degli oceani, riconoscendo che l'oceano è una risorsa comune che deve essere salvaguardata attraverso la cooperazione globale, ha aggiunto l'eurodeputata di Renew.

In vista della Cop30, Francia e Brasile hanno anche lanciato la Blue Ndc Challenge, invitando i Paesi a porre l'oceano al centro dei loro piani per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. I Paesi devono presentare versioni aggiornate di questi piani entro settembre, in vista della Cop30.

Perché gli oceani sono minacciati: acidificazione e temperature record

Il ruolo dell'oceano come regolatore del clima viene sempre più intaccato.

All'inizio della conferenza, l'8 giugno, gli scienziati hanno pubblicato il primo Barometro Starfish, una valutazione della salute degli oceani volta a fornire prove affidabili per informare i politici e monitorare il ripristino della salute degli oceani. Il Barometro ha messo in guardia sull'innalzamento del livello del mare, sulle temperature record e sulla rapida acidificazione.

Questo è preoccupante, visto il disastro climatico che l'oceano ha finora trattenuto.

"Se non ci fosse l'oceano, la terraferma potrebbe essere più calda di 50°C, ma in questo mondo non si ottiene nulla gratuitamente e l'oceano sta cambiando a causa di tutto il calore in eccesso che vi entra e la sua capacità di continuare ad assorbire il calore non è qualcosa su cui possiamo contare in futuro", ha affermato Robert Blasiak, professore associato presso il Centro di resilienza di Stoccolma.

Lambrechts ha invece paragona il riscaldamento degli oceani all'ebollizione di un bollitore: ci vuole molto tempo per riscaldarsi, molto più dell'aria, ma rimane caldo a lungo.

Secondo Lambrechts, il mondo si sta dirigendo verso questo punto di ebollizione, creando zone morte in cui la vita marina non può sopravvivere, ostacolando la capacità degli ecosistemi di immagazzinare il carbonio, oltre a colpire le popolazioni ittiche e ad avere un impatto sulle comunità che fanno affidamento su di esse.

Gli interventi necessari per proteggere l'oceano

Sebbene alcuni danni all'oceano possano richiedere secoli per essere recuperati, ci sono misure che possiamo adottare oggi per contribuire a prevenire ulteriori danni.

Secondo Lövin, vietare la pesca a strascico e l'estrazione mineraria in acque profonde sarebbe una decisione dai risultati immediati. Queste attività danneggiano gli ecosistemi oceanici e, nel caso dell'estrazione in profondità, molti dei potenziali impatti sono ancora sconosciuti.

Il Piano d'azione per l'ambiente marino 2023 dell'Ue ha invitato gli Stati membri a eliminare gradualmente la pesca a strascico in tutte le aree marine protette entro il 2030, data l'importanza dei fondali marini per la salute degli ecosistemi marini e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Mentre 37 Paesi, tra cui 15 nazioni dell'Ue e il Regno Unito, hanno firmato una pausa sull'estrazione in acque profonde come parte di uno sforzo politico per impedire questa pratica fino a quando non ne saranno comprese le implicazioni.

Secondo Lövin, la cosa più importante da considerare per la protezione degli oceani è il principio di precauzione, ovvero l'idea di evitare attività che potrebbero causare danni non ancora noti.

"Dobbiamo prendere sul serio l'approccio precauzionale perché siamo noi a prendere le decisioni. Siamo quelli che saranno ritenuti responsabili. Abbiamo la responsabilità delle generazioni future", ha dichiarato l'eurodeputata dei Verdi a Euronews Green.

L'Ue e le azioni intraprese per la protezione degli oceani

Vasconcelos ha anche invitato l'Ue ad assumere un "ruolo centrale e credibile" nei negoziati dell'Autorità internazionale dei fondali marini (Isa) che si terranno a luglio, per garantire che la governance degli oceani si allinei alle sue priorità climatiche e geopolitiche.

Prima dell'Unoc, l'Unione europea ha reso noto il suo Patto per gli oceani, impegnandosi a stanziare un miliardo di euro per sostenere la conservazione degli oceani, la scienza e la pesca sostenibile. L'Ue ha inoltre annunciato che nel 2027 proporrà una legge sugli oceani volta a rafforzare e modernizzare la pianificazione dello spazio marittimo per contribuire a realizzare le priorità del patto, come il ripristino della salute degli oceani, la costruzione di un'economia blu e il progresso della ricerca e della conoscenza.

Pur non essendo ambizioso come alcuni avrebbero voluto, con Vasconcelos che ha dichiarato che non è chiaro da dove proverrà il miliardo di euro e le principali Ong oceaniche che hanno affermato che manca di misure di protezione concrete, il documento è stato ampiamente accolto come un modo per riportare gli oceani nella conversazione e collegare le diverse politiche oceaniche.

Ma non tutti sono d'accordo. Una delle assenze più rilevanti alla conferenza è stata quella del governo degli Stati Uniti, che sotto il presidente Trump si è ritirato dall'Accordo di Parigi e sta cercando di portare avanti unilateralmente l'estrazione mineraria in acque profonde.

Lövin ha definito uno scandalo la mancata presenza degli Stati Uniti, contrapponendola agli sforzi dell'Ue e di altri leader mondiali per contrastare il collasso del pianeta e sottolineando la necessità di lavorare insieme per proteggere il mondo per le generazioni future.

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