Un tuffo simbolico nella Sprea rilancia l’idea di riaprire il fiume alla balneazione. Fluss Bad Berlin guida la protesta, puntando al 2026. Ma restano ostacoli e nodi da sciogliere
Un secolo dopo il divieto di nuoto imposto per l’elevato inquinamento, Berlino riscopre la voglia di tuffarsi nella Sprea. Martedì, circa 200 persone hanno nuotato nelle acque verdastre del fiume, nel cuore del quartiere di Mitte, vicino alla celebre Isola dei Musei.
Un gesto simbolico, ma anche una protesta formale organizzata dal gruppo Fluss Bad Berlin, da anni attivo per la riapertura del fiume alla balneazione.
"È passato un secolo e possiamo dimostrare che la qualità dell’acqua, durante la stagione, è sufficiente per permettere di nuotare", ha dichiarato Jan Edler, membro del consiglio direttivo del gruppo, mentre osservava i partecipanti immergersi dal canale che circonda l’isola. L’evento è stato registrato come protesta ufficiale per aggirare il divieto ancora in vigore.
La proposta ha ricevuto segnali incoraggianti dalle autorità. Ephraim Gothe, consigliere comunale del distretto centrale di Berlino, si è detto "ottimista" riguardo a una possibile riapertura nel 2026, pur sottolineando che restano diverse questioni da chiarire.
L'iniziativa berlinese si ispira a città europee dove i corsi d’acqua sono già tornati accessibili. Parigi ha riaperto la Senna per i Giochi Olimpici e quest’estate i cittadini potranno nuotarvi liberamente. A Vienna è balneabile il canale del Danubio, a Basilea il Reno, mentre Amsterdam offre aree per immergersi nei canali.
A Berlino, invece, il divieto è in vigore dal maggio 1925, quando furono chiuse le storiche piscine fluviali a causa dell’inquinamento. Oggi, la qualità dell’acqua è generalmente buona, salvo in caso di forti piogge che provocano scarichi fognari.
Il progetto prevede di aprire un tratto di quasi due chilometri senza traffico navale, aggirando il rischio rappresentato dalle imbarcazioni. Tuttavia, per rendere l’accesso possibile, sarà necessario rivedere le restrizioni sui monumenti storici che impediscono la costruzione di scalette o piattaforme.
Con 3,9 milioni di abitanti e temperature estive sempre più alte, Berlino ha bisogno di spazi dove rinfrescarsi. Le piscine pubbliche sono spesso affollate, e il fiume potrebbe diventare un’alternativa accessibile e sostenibile.
"Le città diventano sempre più calde. Dobbiamo offrire alternative a chi non può uscire dalla città", conclude Edler. "È una questione di giustizia ambientale, oltre che di piacere".