Con l'energia eolica più che raddoppiata dal 2020 e che oggi rappresenta un quarto del fabbisogno del Paese, la Finlandia ha raggiunto il suo obiettivo di sostituzione del combustibile fossile. Ma secondo gli attivisti si può fare ancora di più
Con la chiusura odierna di una centrale elettrica, la Finlandia ha portato a compimento il piano per la completa eliminazione dell'energia da carbone con quattro anni di anticipo rispetto al calendario previsto.
Il 1° aprile, la società elettrica Helen ha ufficialmente smantellato l'impianto di Salmisaari a Helsinki, facendo scendere a meno dell'uno per cento la quota di carbone nel mix energetico del Paese.
Oltre a ridurre le emissioni e ad aumentare l'indipendenza energetica, l'azienda afferma che il passaggio dal carbone sta aiutando a ridurre le bollette dei clienti.
"Siamo stati in grado di migliorare la nostra competitività investendo nella flessibilità del sistema energetico in linea con la nostra strategia e spostando la nostra produzione verso soluzioni verdi", ha dichiarato Olli Sirkka, amministratore delegato di Helen.
"In questo modo, possiamo operare in modo più redditizio con prezzi più bassi per i clienti. Il nostro successo è un'ottima indicazione del fatto che, nella migliore delle ipotesi, la transizione pulita, l'efficienza dei costi e la sicurezza degli approvvigionamenti in Finlandia possono andare di pari passo".
In Finlandia l'energia eolica ha sostituito il carbone
Negli ultimi anni, l'aumento dell'energia eolica e i cambiamenti delle politiche governative hanno portato a un crollo dell'energia a carbone in Finlandia.
Dal 2020, la capacità di energia eolica è più che raddoppiata e fornisce un quarto dell'energia del Paese.
Nello stesso periodo, la produzione di carbone è diminuita del 73 per cento, passando da 2,44 terawattora a 0,67 e ora rappresenta meno dell'uno per cento del mix energetico.
Nel 2024, Salmisaari e gli altri due impianti a carbone rimasti in Finlandia, Vaskiluoto 2 e Martinlaakso 2, hanno contribuito solo allo 0,8 per cento dell'energia del Paese.
Vaskiluoto 2 utilizza il carbone solo per circa il 30 per cento del suo combustibile. Martinlaakso 2, invece, utilizza carbone e biomassa in co-combustione e il suo operatore prevede di smettere di bruciare combustibile fossile nel 2026.
Una terza centrale, Meri-Pori, rimane in riserva strategica solo per gravi interruzioni o emergenze fino alla fine del 2026.
Come la Finlandia ha quasi eliminato il carbone
La ministra finlandese per il Clima e l'Ambiente Sari Multala si è congratulata con Helen e con tutte le aziende energetiche del Paese per la loro "determinazione" a porre fine all'uso del carbone.
"Nel 2019, il Parlamento ha approvato quasi all'unanimità la legge che vieta l'uso del carbone per l'energia entro dieci anni", ha dichiarato Multala.
"All'epoca, l'obiettivo sembrava impegnativo, ma ora che è stato raggiunto prima del previsto, l'approvazione della legge appare molto lungimirante".
Una serie completa di politiche è stata unita a misure di sostegno mirate, tra cui un ciclo di finanziamenti di 22,8 milioni di euro nel 2021, destinati a tecnologie e investimenti energetici innovativi.
Secondo un recente rapporto della Confederazione delle industrie finlandesi, l'energia eolica è oggi il "principale fattore di crescita economica della Finlandia".
Rappresenta 26 miliardi di euro, ovvero il 44 per cento di tutta l'industria verde prevista nel Paese nel prossimo futuro.
"L'energia fossile importata è stata sostituita da soluzioni più pulite che riducono le emissioni climatiche, mentre i consumatori beneficiano di prezzi energetici più bassi", ha aggiunto Multala.
Poiché in precedenza la Finlandia dipendeva principalmente dal carbone importato dalla Russia, l'eliminazione graduale ha anche rafforzato l'indipendenza energetica del Paese e, di conseguenza, la sicurezza nazionale.
Gli attivisti affermano che la legge ha fornito un chiaro segnale alle aziende di servizi e agli investitori sulla necessità di effettuare un rapido cambiamento.
"La Finlandia ha dimostrato cosa è possibile fare quando a chiari segnali politici si associano rapidi investimenti nelle energie rinnovabili", afferma Cyrille Cormier, vice direttore della campagna di Beyond Fossil Fuels.
"L'energia eolica da sola ha più che coperto il vuoto lasciato dal carbone e dal gas fossile, dimostrando che l'energia rinnovabile può essere ottenuta rapidamente, soprattutto quando la politica governativa crea le giuste condizioni".
Per gli attivisti, la Finlandia può fare ancora di più
Le campagne del gruppo della società civile Coal-Free Finland hanno avuto un ruolo chiave nell'assicurare la chiusura di Salmisaari.
La direttrice esecutiva Minna Sumelius afferma che le loro richieste e quelle della più ampia comunità ambientalista di eliminare gradualmente l'energia a carbone erano un tempo considerate impossibili.
"Tuttavia, la chiusura delle centrali a carbone di Helsinki ridurrà cumulativamente le emissioni totali della Finlandia del 5 per cento", ha dichiarato. "Questa è una chiara dimostrazione del potere di trasformazione del movimento per il clima".
Ma gli attivisti affermano che il Paese può fare ancora di più, come ad esempio in merito alla centrale nucleare di Olkiluoto 3 e all'uso continuo della biomassa.
"La Finlandia è ora sulla soglia di un sistema energetico privo di combustibili fossili. Ma il modo giusto per finire il lavoro non è con la biomassa, che può inquinare quanto il carbone, né con progetti nucleari ritardati e ridicolmente costosi", afferma Cormier. "È raddoppiare le energie rinnovabili e la flessibilità pulita che massimizzano il loro potenziale".
I Paesi Ocse in transizione verso le energie rinnovabili
Dopo l'abbandono graduale del carbone da parte del Regno Unito lo scorso anno, gli sforzi della Finlandia rappresentano una continua transizione dei Paesi Ocse verso l'abbandono del carbone.
In totale, sono 14 i Paesi Ocse che oggi gestiscono sistemi energetici privi di carbone, mentre altri 13 si propongono di abbandonarne l'utilizzo entro il 2030.
Nel 2017, il Regno Unito e il Canada hanno creato la Powering Past Coal Alliance (Ppca), un gruppo di Paesi che si pone l'obiettivo di far progredire la transizione alla produzione di energia elettrica senza carbone in tutto il mondo.
La Finlandia è membro della Ppca fin dalla sua nascita e l'alleanza è ora cresciuta fino a 180 membri, quasi un terzo dei governi mondiali e l'84 perc ento dei governi dell'Ocse e dell'Ue.
"Il caso della Finlandia conferma che accelerare il passaggio dal carbone all'energia pulita è nell'interesse dei Paesi, in quanto aumenta la sicurezza energetica e alimenta la crescita economica", afferma Julia Skorupska, responsabile della segreteria del Ppca.
"Dimostra inoltre che, grazie a impegni coraggiosi e a una pianificazione proattiva da parte dei governi, la transizione dal carbone all'energia pulita può avvenire molto più rapidamente di quanto si pensasse".
Con i nuovi obiettivi climatici nazionali, noti come Nationally Determined Contributions (Ndc), previsti per il 2025, il Ppca afferma che tutti i Paesi hanno l'opportunità di impegnarsi a eliminare gradualmente l'energia da carbone e seguire le orme della Finlandia.
"Impegnandosi a non produrre nuovo carbone e a eliminarlo gradualmente nei loro Ndc per il 2035, i Paesi possono sbloccare gli investimenti nelle energie pulite, alimentando così la crescita economica, abbassando i prezzi dell'elettricità per i consumatori e costruendo la resilienza e l'indipendenza, a beneficio di tutti", aggiunge Skorupska.