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I canali di Venezia sono inquinati dalla plastica. Ma da dove proviene?

In collaborazione conthe European Commission
I canali di Venezia sono inquinati dalla plastica. Ma da dove proviene?
Diritti d'autore  Euronews
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Di Denis Loctier
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Perché l'inquinamento da plastica è così pericoloso per i nostri mari? E qual è il ritrovamento più inaspettato nei canali di Venezia? Lo abbiamo chiesto alla ricercatrice italiana Fantina Madricardo, che ha guidato un progetto che impiega soluzioni high-tech per contrastare la crisi della plastica.

Ogni giorno, ondate di rifiuti di plastica si riversano nei nostri oceani, aggravando una crisi che affliggerà l'ambiente marino per i secoli a venire. Dalle minuscole microsfere alle reti da pesca abbandonate, questa marea di inquinamento da plastica sta soffocando la vita marina e si sta facendo strada nella nostra catena alimentare.

Centinaia di specie marine si trovano ora ad affrontare questo menu mortale di rifiuti di plastica. Gli uccelli marini si riempiono lo stomaco di tappi di bottiglia invece che di pesce e muoiono lentamente di fame. Le tartarughe marine e altri animali rimangono impigliati e muoiono nelle reti abbandonate. Gli scienziati che si immergono nelle zone più profonde dell'oceano trovano sacchetti di plastica vecchi di decenni che sembrano quasi nuovi.

La portata di questa crisi è sconcertante. Attualmente, ogni anno 626 milioni di pezzi di plastica finiscono nei mari europei. Entro il 2040, gli esperti avvertono che 37 milioni di tonnellate di plastica si riverseranno ogni anno nei nostri oceani. Una passeggiata su una qualsiasi spiaggia europea lo dimostra: l'80% dei rifiuti è costituito da imballaggi e piccoli oggetti di plastica. 

Ma ciò che non riusciamo a vedere potrebbe essere ancora peggio. Le microplastiche - minuscoli frammenti di plastica di diametro inferiore a 5 mm - sono ovunque. Sono state trovate nel ghiaccio artico, nel pesce che mangiamo e persino nel sangue umano. Secondo le stime del WWF, le microplastiche costituiscono il 94% della famigerata Great Pacific Garbage Patch, un vortice di inquinamento oceanico più grande della Francia.

L'Europa sta agendo per rallentare la marea di plastica e alcune misure sembrano funzionare: nel 2022 gli europei hanno utilizzato il 14% in meno di sacchetti di plastica rispetto al 2021. Nuove norme vietano la plastica monouso, come le posate e le cannucce usa e getta e si sta cercando di dimezzare l'inquinamento da plastica nei mari entro il 2030.

Ma con l'aumento della produzione di plastica a livello mondiale, le industrie e le comunità di tutto il mondo dovranno ripensare le loro pratiche commerciali e le loro abitudini di smaltimento. I ricercatori sottolineano che anche piccoli cambiamenti di comportamento - dal riciclo delle bottiglie di plastica all'adozione di borse riutilizzabili - possono contribuire a mantenere i nostri oceani un po' più puliti per le creature che ci vivono e per tutti noi che dipendiamo dalla salute dei mari per il nostro futuro.

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