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Barcellona: Casa Gomis, il gioiello razionalista salvato dallo Stato spagnolo

Casa Gomis
Casa Gomis Diritti d'autore  Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana/Helena Roig 
Diritti d'autore Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana/Helena Roig 
Di Graham Keeley
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Il mese scorso il governo spagnolo ha speso 7,2 milioni di euro per acquistare Casa Gomis, un gioiello architettonico razionalista nascosto nella periferia di Barcellona. Graham Keeley ha visitato la casa per saperne di più su come potrebbe essere conservata e utilizzata dal pubblico

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Casa Gomis è nascosta alla fine di una strada tortuosa, in una vasta zona umida ai margini di Barcellona. Questo imponente edificio si trova vicino a un'area di osservazione dei fenicotteri nel Delta de Llobregat. Da fuori sembra un edificio come un altro, con i suoi archi e il suo cemento a vista.

E invece, la casa è un perfetto esempio di architettura razionalista, fatta di simmetria e di strutture geometriche e spoglie, che non lasciano nulla al caso.

Casa Gomis
Casa Gomis Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana Helena Roig 

Anche all'interno, vediamo quanto il razionalismo permei la struttura dell'edificio. Ci sono pochi oggetti, quasi nessun ornamento, ma per rendere lo spazio più profondo si valorizzano molto le linee curve e la struttura. A rendere il tutto più piacevole c'è la luce che entra dalle grandi finestre, con i loro vetri colorati.

Interno di Casa Gomis
Interno di Casa Gomis Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana Helena Roig 

Il governo spagnolo ha acquistato la casa dalla famiglia Gomis-Betrand per 7,2 milioni di euro il mese scorso, per tenerla aperta al pubblico nel futuro.

Nel corso degli anni, la famiglia proprietaria di Casa Gomis ha rifiutato molte richieste di utilizzare la propria casa come location per produzioni cinematografiche. Tuttavia, il sito è stato utilizzato come set per il film del 2015 "The Gunman", con Sean Penn, Ray Winston e Idris Elba.

Anche Casa Gomis lo scorso anno ha fatto parte del festival culturale Manifesta 15
Anche Casa Gomis lo scorso anno ha fatto parte del festival culturale Manifesta 15 Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana/Helena Roig 

Il futuro di Casa Gomis

Ora sembra probabile l'apertura al pubblico di un museo che ne celebrerà il design classico e la posizione in un'area naturale protetta.

"L'obiettivo è quello di preservarla e trasformarla in un grande centro culturale aperto al pubblico, che celebri il dialogo tra arte e natura", ha dichiarato il giorno dell'acquisto il ministro della Cultura spagnolo Ernest Urtasun.

Casa Gomis, detta anche La Ricarda perché vicina all'omonimo lago, si trova in una delle zone paludose più importanti d'Europa
Casa Gomis, detta anche La Ricarda perché vicina all'omonimo lago, si trova in una delle zone paludose più importanti d'Europa Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana/Helena Roig 

Progettata dall'architetto spagnolo Antonio Bonet Castellana, Casa Gomis fu costruita tra il 1957 e il 1963. Fu commissionata da Inés Bertrand Mata e da suo marito Ricardo Gomis Serdañons, un ricco commerciante, che volevano una casa estiva per la famiglia vicino alla spiaggia de El Prat.

Bonet Castellana lasciò la Spagna dopo la guerra civile spagnola e visse in Argentina.

I piani d'espansione dell'aeroporto di Barcellona e Casa Gomis

All'epoca della costruzione, dal vicino aeroporto decollavano solo veivoli a elica. Per salire a bordo bastava camminare fino alla pista, perché non c'erano controlli di sicurezza.

Oggi le cose sono un po' cambiate. Il rombo dei motori dei jet interrompe regolarmente le conversazioni anche negli angoli più tranquilli della casa. I controversi piani di espansione dell'aeroporto hanno incontrato l'opposizione degli ambientalisti e della sinistra.

Beatrice e Susanna Gomis-Betrand, due dei sei fratelli che hanno ereditato la casa dai genitori, non credono che questo investimento sia in conflitto con quelli per l'aeroporto di Barcellona.

"Non credo che il governo abbia comprato la casa per arrestare l'espansione di El Prat. Se si fermeranno, sarà per motivi ambientali", Beatrice Gomis-Bertrand.

"All'inizio non volevamo vendere", dice Beatrice Gomis-Bertrand

Le sorelle, che hanno trascorso la loro infanzia nella casa, ammettono che quella di vendere un luogo che racchiudeva così tanti ricordi non è stata una decisione facile.

"Dividerlo tra i nostri discendenti era impossibile. E i costi di manutenzione erano troppo elevati", ha spiegato Beatrice Gomis-Bertrand.

"Non volevamo venderlo, ma poi lo Stato ci ha fatto questa offerta", ha aggiunto.

Le sorelle ci hanno fatto visitare la casa dove la famiglia veniva in vacanza.

I loro genitori avevano una camera-studio a parte. Ognuno dei sei figli aveva la propria camera da letto e il proprio bagno, un grande lusso per l'epoca. La casa è così grande che ci sono una serie di telefoni per parlare da un punto all'altro dell'edificio.

I bagni sono invece dotati di rubinetti con borchie colorate. Le pareti sono ricoperte di piccole piastrelle blu mare, come il Mediterraneo a pochi passi di distanza.

Nei vasti giardini riecheggia l'eco delle grandi feste dei primi anni di Casa Gomis.

Casa Gomis
Casa Gomis Credit: Manifesta 15 Barcelona Metropolitana/Helena Roig 

"L'eccezione" di Casa Gomis

L'investimento per Casa Gomis è un unicum per il governo di Madrid. La Spagna è un Paese fortemente federale, con 17 regioni responsabili della conservazione del patrimonio nazionale.

Spesso queste autorità regionali non hanno risorse per restaurare il patrimonio artistico e culturale e debbono ricorrere a fondi privati. Come in Italia, la manutenzione ricade di frequenrte sui privati o sulla Chiesa.

Mervyn Samuel fa parte del consiglio di amministrazione di Hispañia Nostra, un ente deputato alla conservazione di piccoli e grandi monumenti. A noi ha spiegato come il Paese incontri molte difficoltà nella tutela del suo patrimonio artistico.

"Ci sono 17 Spagne. Ogni regione ha la sua politica e le sue priorità in materia di conservazione. In generale, sono abbastanza bravi a prendersi cura degli edifici di valore in pericolo, ma non hanno fondi illimitati e spesso dipendono dal settore privato", ha dichiarato a Euronews Cultura.

Gli spagnoli, insieme agli italiani, sono i maggiori detentori di beni culturali in Europa. Lo spopolamento dei centri abitati più piccoli rende molto complicato fare manutenzione sui siti nelle località più remote.

"In Spagna noi ci vogliamo prendere cura degli edifici antichi, ma il problema è che in passato la Chiesa e lo Stato si occupavano di questo. Nessuno pensa alle donazioni dal basso per tutelare le nostre ricchezze artistiche", ha aggiunto Samuel.

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