Culture Summit Abu Dhabi: l'ombelico del mondo culturale negli Emirati

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Leader politici e protagonisti del mondo della cultura ad Abu Dhabi per discutere di arte, cultura, creatività e responsabilità sociale

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"A living culture", una cultura viva, è stato il tema del Culture Summit Abu Dhabi di quest'anno.

Referenti politici da tutto il mondo ed esponenti internazionali dell'arte, del patrimonio culturale, dei musei e della tecnologia si sono riuniti per esaminare i modi in cui la cultura può trasformare le società e le comunità. 

Organizzato dal dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi, più di 180 protagonisti del pensiero culturale, provenienti da tutto il mondo, si sono ritrovati nella capitale degli Emirati Arabi Uniti per affrontare questioni globali urgenti.

Il ruolo della cultura

Il ruolo della cultura nella creazione di società resilienti e condivise è stato discusso da tre ex capi di Stato, Dalia Grybauskaitė, presidente della Lituania (2009-2019), Ivo Josipović, presidente della Croazia (2010-2015) e Joyce Banda, presidente del Malawi (2012-2014), in conversazione con Zaki Nusseibeh, consigliere culturale del presidente degli EAU.

Joyce Banda, ex prima donna presidente del Malawi dal 2012 al 2014, ha chiesto: "Che cosa dobbiamo fare per utilizzare la cultura per guarire le nostre nazioni, le nostre società e unirci come famiglia globale?".

Tra i temi salienti del summit, l'idea di guardare al passato per dare un senso al presente, il potenziamento di nuove voci, la responsabilità sociale e la diversità.

Reem Ghaith Fadda, direttore della Fondazione Culturale e dei Siti Culturali di Abu Dhabi presso il dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi, ha dichiarato a Euronews: "Vogliamo che la cultura sia stabile, soprattutto durante le crisi, che si tratti di guerre, pandemie o altro, e che sia salvaguardata. Ma vogliamo anche che sia in grado di trasformare la società in modo migliore e progressivo".

La cultura è ovunque. Vogliamo che la cultura sia interconnessa. Vogliamo essere in grado di garantire che i meno abbienti abbiano pari voce in capitolo nella cultura
Reem Ghaith Fadda
direttore della Fondazione Culturale e dei Siti Culturali - dipartimento della Cultura e del Turismo, Abu Dhabi

Tra i relatori più noti, che hanno partecipato al summit di tre giorni, figurano il comico Trevor Noah, gli architetti Frank Gehry e David Adjaye e lo scrittore emiratino Omar Saif Ghobash.

I partecipanti hanno assistito a una serie di esibizioni di artisti regionali, tra cui la cantante libanese Jahida Wehbe, il musicista iracheno Naseer Shamma e la ballerina afghana Fahima Mirzaie.

Diversità e Intelligenza Artificiale

Nel corso di workshop interattivi e tavole rotonde è stata discussa una vasta gamma di argomenti. Focus anche sull'Afghanistan, visto attraverso la lente della cultura, sul futuro del design dell'Africa orientale e su disabilità e differenza come generatori di creatività. 

La filosofia creativa del primo artista umanoide al mondo, Ai-Da, ha fornito una panoramica dell'intersezione tra arte e tecnologia.

Tim Marlow, amministratore delegato e direttore del Design Museum di Londra, ha intervistato Ai-Da durante il summit e ha dichiarato a Euronews: "È così sintomatica di tanti aspetti di culture diverse. Non è solo la tecnologia pionieristica occidentale, ci sono altre parti del mondo in cui l'impatto degli effetti a catena dell'Intelligenza Artificiale e di questo tipo di tecnologia è profondo. È un brillante microcosmo di qualcosa che dovrebbe e deve essere prerogativa di tutti noi".

Tim ha spiegato che l'IA è sia un'opportunità che una minaccia. E ha aggiunto: "Suppongo che abbiamo la responsabilità etica di cercare di capire collettivamente dove andrà a finire".

Azioni per il clima e cultura

È stata sottolineata anche l'importanza dell'azione contro il cambiamento climatico e per la protezione dei beni culturali in tutto il mondo.

Ernesto Ottone Ramirez, vice direttore generale per la Cultura dell'Unesco, ha rivelato che il cambiamento climatico sta influenzando tutto ciò che conosciamo e che tra 10 anni ci saranno 20 Paesi che scompariranno completamente dalla mappa. 

La cultura, le arti e la protezione del patrimonio sono un potente strumento per la costruzione della pace. Questo è ciò che dovrebbe essere importante, che la cultura sia usata in tutti i sistemi, come leva per ricostruire meglio
Ernesto Ottone Ramirez
vice direttore generale per la Cultura dell'Unesco

Film e cultura

Le discussioni approfondite sul cinema hanno spaziato dal turismo cinematografico all'effetto della produzione creativa, dalla globalizzazione di Bollywood alla creazione di un franchise di film di successo come Dune.

Hans Fraikin, commissario per il Cinema e la TV della Abu Dhabi Film Commission, ha dichiarato a Euronews: "Non sempre mettiamo il cinema e la TV, il mezzo di intrattenimento su schermo, nella categoria delle industrie culturali e creative. È invece importante spiegare quanto il cinema e la TV siano importanti non solo come forma di espressione culturale, ma anche come piattaforma di distribuzione".

"L'Abu Dhabi Film Commission svolge un ruolo importante nell'espressione culturale di Abu Dhabi - ha spiegato Fraikin - in particolare quando riusciamo ad attrarre un progetto, che sia un lungometraggio, una serie televisiva o persino un video musicale ambientato ad Abu Dhabi".

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Il cineturismo rappresenta anche un vantaggio economico: "Quando si ha un film come Mission Impossible, che viene visto da un miliardo di persone in tutto il mondo e che è ambientato ad Abu Dhabi, questo ha un effetto di spin-off, un effetto economico positivo".

Ora che le pressioni del Covid si sono allentate, le conversazioni dei principali creativi internazionali durante i tre giorni del summit sono state essenziali per fare luce sul ruolo della cultura e sulla promessa sociale collettiva che il futuro riserva.

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