Che il rock and roll non se la sia passata bene per tanto tempo è storia nota: musica del diavolo, veniva definita da chi ancora non aveva stretto la mano a Don Giussani, che la considerava invece il più potente mezzo artistico della cultura moderna. Da bandire, limitare, tenere sotto controllo.
Così è accaduto anche al jazz - linguaggio musicale nato nero, rivoluzionario e americano - che, durante il Ventennio, ha subito il suo piccolo, inutile ostracismo. Una medaglia al petto, questa, lustrata dall'Unesco, che al jazz e al suo ruolo diplomatico a sostegno dell'inclusione ha dedicato una giornata internazionale, celebrata in tutto il mondo il 30 aprile.
Nel suo settimo anniversario la Giornata Internazionale del Jazz approda in più di 190 Paesi: una jam session di respiro mondiale, che apre al talento, all'improvvisazione, alla passione di musicisti, produttori, insegnanti, studenti e innamorati del genere.
Sette anni di patrocinio Unesco, dunque, ma anche 70 anni di presidio sul campo per l'Hot Club of Portugal, il jazz club piu vecchio d'Europa, un monumento alla musica da visitare in Praça da Alegria a Lisbona, operativo ininterrottamente dal 1948.
Fitto il calendario di manifestazioni, supervisionato dal pianista jazz e ambasciatore di buona volontà Unesco Herbie Hancock: in Italia centinaia gli eventi in programma.