Previsto un presidio in occasione del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy. In Germania riprendono gli scioperi dei lavoratori di Volkswagen
È atteso per martedì a Roma un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori di Stellantis, che scendono in piazza per protestare contro le 97 lettere di licenziamento dell'azienda di logistica Trasnova, a causa del mancato rinnovo della commessa da parte della multinazionale.
La manifestazione si terrà in occasione del tavolo convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). I partecipanti, che si riuniranno davanti al Mimit, sono lavoratori dagli stabilimenti di Torino, Cassino, Pomigliano e Melfi.
A Melfi, i dipendenti di Teknoservice e di Logitech, due aziende dell'indotto Stellantis, sono in sciopero dal 21 novembre scorso. Dal 2 gennaio 2025, infatti, 90 lavoratori su 400 sono interessati da lettere di licenziamento e altre centinaia sono a rischio.
Ministro Made in Italy: "Stellanti presenti un Piano Italia"
In un'intervista al Mattino, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato della situazione della holding multinazionale.
"Abbiamo chiesto a Stellantis che ci presenti un nuovo Piano Italia e piena collaborazione con le aziende della componentistica per valorizzare il Made in Italy e sostenerle nella riconversione produttiva. Credo che Pomigliano e Melfi possano essere hub competitivi, ove l'Europa decida finalmente di rivedere le folli regole del Green deal", ha detto Urso.
Lunedì, intanto, c'è stato un colloquio telefonico tra Urso e il presidente della regione Molise, Francesco Roberti. Al centro della discussione c'è il futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli e i principali dossier industriali del territorio molisano.
Il confronto è stato uno degli appuntamenti preparatori al Tavolo Stellantis del 17 dicembre. In precedenza il ministro aveva parlato con altri governatori, come quello dell'Abruzzo Marco Marsilio, del Piemonte Alberto Cirio, dell'Umbria Stefania Proietti e dell'Emilia-Romagna Michele de Pascale.
Nuove azioni sindacali dei lavoratori di Volkswagen in Germania
Nel frattempo in Germania ci sono state nuove azioni sindacali dei lavoratori di Volkswagen, mentre i capi e i sindacati hanno iniziato un nuovo ciclo di negoziati sui tagli agli stipendi e sulla chiusura degli impianti.
Le nuove trattative mirano a porre fine allo stallo tra la casa automobilistica tedesca e i suoi dipendenti, dopo che il colosso automobilistico ha respinto l'ultima proposta avanzata dai sindacati. I sindacati hanno dichiarato che la loro proposta avrebbe fatto risparmiare alla casa automobilistica 1,5 miliardi di euro e comprendeva la riduzione dei dividendi e il taglio di alcuni bonus.
Il capo negoziatore dell'azienda Arne Meiswinkel ha dichiarato: "Dopo un'analisi approfondita, questa controproposta non è sufficiente per una soluzione sostenibile".
Volkswagen, alle prese con una scarsa domanda in Europa e con la concorrenza cinese, sta pianificando risparmi per 10 miliardi di euro. Si sta valutando la chiusura senza precedenti di impianti in Germania, la riduzione di migliaia di posti di lavoro e un taglio del 10 per cento degli stipendi. L'azienda sostiene di dover ridurre i costi in Germania per preservare la propria competitività.
"Volkswagen Ag ha ancora bisogno di una riduzione dei costi che possa essere attuata nel breve termine e che abbia un effetto duraturo. Questo è l'unico modo per rimanere competitivi in tempi economicamente difficili", ha dichiarato l'azienda in un'e-mail inviata a Euronews Business.
L'azienda deve ridurre la sua capacità in eccesso e abbassare i costi di fabbrica, compresi quelli elevati della manodopera.
Ma i sindacati dubitano che questi siano gli unici tagli ai costi che possono aiutare. Daniela Cavallo, rappresentante dei dipendenti, ha dichiarato la scorsa settimana, in occasione della manifestazione di Wolfsburg, che ha visto quasi 100mila dipendenti partecipare a uno sciopero di avvertimento: "Chiediamo che tutti diano il loro contributo, sia il management che gli azionisti".
Il prossimo round di colloqui di lunedì "probabilmente stabilirà la rotta: riavvicinamento o escalation", ha aggiunto. "Siamo pronti per entrambe le cose".
Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è unito al dibattito invitando la casa automobilistica a non chiudere le fabbriche, come ha riferito il gruppo di media Funke. Scholz ha riconosciuto che spetta all'azienda e ai suoi rappresentanti del personale discutere la questione.
I sindacati minacciano scioperi nel 2025 in caso di mancato accordo.
Il capo negoziatore della Volkswagen ha dichiarato prima dei colloqui: "Dobbiamo riuscire a individuare ulteriori potenzialità. Solo questo ci permetterà di investire in un portafoglio di prodotti a prova di futuro fino al 2030".