È un Mario Draghi in versione “gladiatore” a parlare dopo il vertice della Banca centrale europea che ha lasciato i tassi invariati ai minimi storici
È un Mario Draghi in versione “gladiatore” a parlare dopo il vertice della Banca centrale europea che ha lasciato i tassi invariati ai minimi storici (quello principale a zero, quello sui depositi a -0,4%, quello marginale allo 0,25%).
Prima il governatore dà un colpo ai governi che non fanno riforme strutturali, ricordando che negli ultimi anni l’Eurotower è stata l’unica a sostenere la crescita del blocco con la sua politica monetaria.
Poi affila le armi, spiegando i criteri con cui da giugno la Bce comincerà a comprare bond di società non finanziarie: “Se un’azienda possiede una banca, ma la casa madre non è una banca (come nei casi delle assicurazioni, ndr), allora è idonea. Se la casa madre è una banca, allora non sono idonee”, ha detto Draghi. “Il rischio sarà completamente condiviso. Le scadenze potranno arrivare a 30 anni. Il limite acquistabile di un’emissione sarà il 70%”.
“Noi obbediamo alla legge, non ai politici”
Quindi il contrattacco alle critiche arrivate da Berlino e in particolare dal ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, che ha puntato il dito contro la politica dei tassi a zero prolungati. Resteranno a questi livelli, “o addirittura inferiori”, ben oltre la fine del programma di acquisto di titoli prevista nel marzo 2017, ha detto Draghi. “Noi obbediamo alla legge, non ai politici. Perché siamo indipendenti, come stabilito dalla legge”, ha sottolineato.
“Mai parlato di elicottero monetario”
Smentite, infine, le voci su una discussione all’interno del consiglio direttivo sull’ipotesi di finanziamenti diretti alle famiglie dell’Eurozona (il cosiddetto “elicottero monetario”).