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L'IA dell'Università di Torino rileva 2.000 casi di violenza sulle donne non segnalati in ospedale

Una donna partecipa a una manifestazione nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Milano, 25 novembre 2023. (AP Photo/Luca Bruno)
Una donna partecipa a una manifestazione nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Milano, 25 novembre 2023. (AP Photo/Luca Bruno) Diritti d'autore  Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved
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Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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All'ospedale Mauriziano di Torino, un sistema basato sull'intelligenza artificiale ha analizzato 390mila cartelle cliniche scoprendo migliaia di violenze non registrate. Potrebbe diventare un potente strumento di allerta precoce per i casi invisibili

Un sistema di intelligenza artificiale sviluppato dall'Università di Torino sta rivoluzionando la rilevazione dei casi di violenza di genere: analizzando i referti del pronto soccorso dell'ospedale Mauriziano, l'algoritmo ha individuato circa 2.000 episodi di violenza sulle donne che erano rimasti invisibili al sistema sanitario.

Il progetto, frutto di una collaborazione interdisciplinare tra informatica, psicologia ed epidemiologia, dimostra come l'IA possa diventare uno strumento concreto per identificare abusi sommersi e migliorare la prevenzione.

Come funziona il sistema "Vides"

Il cuore dell'iniziativa è il sistema chiamato Vides (Violence Detection System), progettato per "rileggere" le cartelle cliniche di pronto soccorso e individuare lesioni che potrebbero avere origine violenta anche quando l'anamnesi non lo dichiara esplicitamente.

Il modello di IA è stato addestrato su dati anonimi messi a disposizione dall'ospedale Mauriziano: circa 350-390mila referti relativi agli accessi al pronto soccorso tra il 2015 e il 2024.

Secondo i ricercatori, il sistema raggiunge un'accuratezza del 96‑98 per cendo nell'identificare le lesioni potenzialmente legate a violenza. In confronto, nei registri ufficiali l'ospedale aveva annotato solo circa 900 casi di violenza nello stesso arco temporale: l'IA ha invece segnalato quasi 2.000 casi "sospetti", molti dei quali – secondo l'analisi di genere – probabilmente riguardano donne vittime di abusi.

Perché questi casi sono rimasti nascosti

Secondo i ricercatori, diversi fattori contribuiscono alla sottorilevazione della violenza di genere in ambito sanitario. Molte donne non dichiarano apertamente di essere state maltrattate, anche perché possono essere accompagnate in ospedale dalla persona che le ha ferite. Inoltre, gli operatori di pronto soccorso lavorano sotto forte pressione e possono non avere il tempo o le risorse per registrare se una lesione è probabilmente il risultato di un'aggressione.

Il professor Daniele Radicioni, dell'Università di Torino, spiega che l'Intelligenza artificila è in grado di identificare "pattern ricorrenti": aree del corpo più frequentemente colpite, modalità di trauma e frasi nei referti che suggeriscono un'origine violenta.

Dopo l'analisi automatica, i ricercatori hanno verificato manualmente un campione dei casi segnalati dal sistema. Nel 96 per cento delle situazioni, le predizioni dell'IA sono risultate corrette. Questo livello di precisione indica che il progetto potrebbe essere un potente strumento di allerta precoce per casi di violenza invisibili agli occhi del sistema.

Quali sono le prospettive future per il sistema Vides

Attualmente il sistema è in fase pilota, ma i ricercatori puntano a estenderlo ad altri ospedali, collegando tra loro i dati clinici in modo sicuro, nel rispetto della privacy.

L'obiettivo è attivare alert automatici quando l'algoritmo rileva un possibile caso di abuso, in modo che il personale sanitario possa intervenire tempestivamente con percorsi di protezione, segnalazione o supporto psicologico. Secondo i responsabili del progetto, un’applicazione più ampiA e sistematica di questo strumento potrebbe salvare vite, riducendo il numero di violenze che rimangono nell'ombra.

Una sfida tra tecnologia ed etica

Il progetto solleva anche questioni etiche importanti: come garantire la privacy delle vittime, evitare false segnalazioni e assicurarsi che l'IA non sostituisca il rapporto umano tra operatore sanitario e paziente.

I responsabili stanno anche lavorando su versioni "leggere" del sistema che possano essere usate su infrastrutture più semplici, senza bisogno di super‑computer, per rendere la tecnologia fruibile anche da ospedali e strutture sanitarie in generale con risorse limitate.

Questo progetto rappresenta un passo avanti concreto nella lotta alla violenza di genere, non solo come raccolta dati, ma come strumento preventivo. Intercettare lesioni sospette prima che la violenza peggiori e creare una rete di segnalazione automatica può trasformare i pronto soccorso in un vero punto di prevenzione. Secondo il team di UniTo, l'Intelligenza artificiale potrebbe diventare parte integrante delle pratiche sanitarie di emergenza, rendendo più difficile per la violenza di genere rimanere invisibile.

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