È viva la discussione sulla legge di bilancio in Italia con maggioranza e opposizione che si lanciano accuse reciproche. Si è riacceso il dibattito sulla patrimoniale e salario minimo. Secondo alcuni critici, la discussione sulla manovra potrebbe incidere sugli esiti delle prossime regionali
Non si placa lo scontro tra la maggioranza e l'opposizione che accusa il governo di "favorire il ceto medio" e di essersi dimenticato delle classi meno abbienti nella legge di bilancio in cantiere. Si rinfiamma anche il discorso sulla tassa patrimoniale e il salario minimo.
La manovra finanziaria è stata approvata dal governo più di tre settimane fa, il 17 ottobre, e presentata al Senato il 22 ottobre. Gli emendamenti dovranno essere presentati non oltre le ore 10 del prossimo venerdì.
In Italia attualmente è previsto un sistema di tassazione progressiva suddivisa in tre scaglioni: il più basso al 23 per cento per i redditi fino a 28 mila; il medio al 35 per cento per i redditi tra i 28 mila e 50 mila euro; e quello più alto del 43 per cento per i redditi superiori a 50 mila euro.
Il testo propone di ridurre dal 35 al 33 per cento la seconda aliquota Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche).
Il taglio dell'Irpef previsto dalla manovra potrebbe portare a un risparmio di circa 400 euro per le cosiddette classi medie.
Il dibattito è più che mai acceso con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che accusano l'esecutivo di essersi dimenticato dei lavoratori.
Ma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti difende il testo e punta il dito contro le opposizioni: "Vogliono massacrare la maggioranza.
"Una volta che abbiamo cercato" di aiutare "non i ricchi ma chi guadagna delle cifre ragionevoli siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare", ha detto Giorgetti parlando in collegamento con il Festival dei Territori Industriali a Bergamo.
"Ma non c’è problema, perché pensiamo di essere nel giusto".
"Uno che guadagna 2mila euro netti non è ricco", spiega Giorgetti, aggiungendo che si cercherà una soluzione anche per rendere strutturali gli aiuti alle imprese.
L'Istat e l'Ufficio parlamentare di bilancio (un organo indipendente) hanno però evidenziato che oltre l’85 per cento delle risorse del taglio Irpef finirebbero ai due quinti più ricchi della distribuzione del reddito.
Le dure risposte dei partiti d'opposizione
"Il ministro guardi i dati Istat, il governo continua a fare propaganda", replica la leader dem Elly Schlein, che invoca misure per "redistribuire le ricchezze".
"La destra come al solito aiuta chi è già più ricco e dimentica chi fa fatica e rimane ai margini", ha detto Schlein al Congresso nazionale dei Giovani democratici.
"Saremo quelli che vogliono riportare una parola fondamentale per la sinistra al centro del dibattito, che è la redistribuzione: redistribuzione delle ricchezze, del potere, ma anche del tempo, che è diventata una risorsa fondamentale nelle vite delle persone".
"Hanno messo i penultimi contro gli ultimi e così sono riusciti a proteggere i gruppi di potere economico e finanziario a cui prestano servile omaggio", la reazione del leader del M5S, Giuseppe Conte.
"Giorgetti nel panico oggi prova a difendere l'indifendibile dicendo che non è una manovra per i ricchi. Ma i dati ufficiali dicono il contrario. Questa manovra aumenta le diseguaglianze, allarga le distanze sociali e scarica sui più fragili il peso dell'inflazione e del caro-vita", ha detto Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra.
Lo scontro sulla patrimoniale
Da diversi giorni si è rinfiammato il dibattito sulla tassa patrimoniale e sul salario minimo con la premier Giorgia Meloni che accusa le opposizioni di spingere per l'introduzione di nuove imposte.
"Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce", ha scritto meloni sabato in un post su X.
Ma i partiti d'opposizione non hanno un'idea compatta circa la proposta. Per il leader del M5S, Giuseppe Conte, la patrimoniale non è una priorità del partito.
"Una patrimoniale non è all'ordine del giorno" del Movimento 5 Stelle, ha detto Conte, aggiungendo che "c'è all'ordine del giorno il governo delle tasse".
Angelo Bonelli ritiene che la tassa sui grossi patrimoni sia una "misura di equità sociale".
L'ipotesi di una patrimoniale "non esiste, è controproducente. Non saremo il governo che aumenta le tasse", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in un'intervista a Repubblica.
"Se Schlein e Conte hanno idee migliori per reperire altre risorse, ce lo dicano. Finora, di idee brillanti non ne ho viste. Solo fantasie".
Schlein ribatte sul salario minimo e accusa Giorgia Meloni di servilismo nei confronti degli Stati Uniti.
"Non accetteremo di vedere questa destra mondiale buttare giù a colpi di motosega il diritto internazionale per sostituirlo con la legge del più forte o del più ricco", ha affermato Schlein.
"Non accetteremo un mondo in cui Elon Musk si dà uno stipendio da mille miliardi di dollari, mentre i suoi amici Trump e Meloni bloccano il salario minimo per milioni di lavoratori".
Intanto Maurizio Landini, segretario generale del sindacato Cgil, ha lanciato uno sciopero generale contro la legge di bilancio per il 12 dicembre.
In vista delle elezioni regionali di novembre
Alcuni critici sostengono che il dibattito sulla legge di bilancio possa incidere sulla scelta dei migliaia di residenti di Campania, Puglia (sud) e Puglia (nord) che andranno alle urne i prossimi 23 e 24 novembre per eleggere le nuove amministrazioni regionali.
Le votazioni nelle tre regioni chiavi sono già oggetto di tumulto, soprattutto per quanto riguarda il discorso dei tre mandati, in particolar modo per Vincenzo De Luca, amministratore uscente della Campania, e Luca Zaia, amministratore uscente del Veneto.
Durante il Congresso dei Giovani democratici a Napoli, Elly Schlein ha lanciato la sfida alla premier.
"Vinceremo le regionali" e saranno "l'antipasto di quando nel 2027 andremo a battere queste destre e ridaremo una speranza al paese", ha detto la leader dem.
"Le uniche due Regioni che si sono spostate in questi anni si chiamano Umbria e Sardegna e le abbiamo vinte noi".
I dem sono fiduciosi nella vittoria in Campania e in Puglia e sanno che dopo le urne sarà il momento di sedersi al tavolo con le altre forze progressiste per avviare un confronto circa la linea da prendere per presentarsi all'appuntamento elettorale con le elezioni politiche.